Concetti Chiave
- La perdita del gusto di vivere è vista come una malattia spirituale che minaccia l'umanità più di catastrofi esterne come guerre o epidemie.
- Teilhard de Chardin sottolinea come l'uomo contemporaneo crei difficoltà a sé stesso e agli altri, evidenziando problemi come l'inquinamento e la guerra nucleare.
- La solitudine e la mancanza di interazione sociale, accentuate dalla comunicazione virtuale, contribuiscono alla perdita di fiducia nel futuro.
- Reazioni negative alla vita moderna includono isolamento, emarginazione, distruzione della natura e rifugio in abitudini dannose come alcool e droghe.
- Il frenetico ritmo di vita, il consumismo e i disvalori della società moderna alimentano un malessere sociale già descritto da scrittori come Ungaretti e Svevo.
L’uomo sta perdendo il gusto di vivere?
Idee per lo svolgimento del tema: Il pericolo maggiore che possa temere l’umanità non è una catastrofe che venga dal di fuori, non è né la fame né la peste; è invece quella malattia spirituale, la più terribile, perché il più direttamente umano dei flagelli, che è la perdita del gusto di vivere”: con queste parole Teilhard de Chardin (scienziato, filosofo e teologo francese nato nel 1881 e morto a New York nel 1955) esprimeva la sua preoccupazione riguardo alla tendenza dell’uomo contemporaneo a sottovalutare l’importanza della vita propria ed altrui.Il fatto che il pensatore francese abbia ragione lo dimostra la seguente riflessione: mentre nei secoli scorsi i pericoli per l’umanità erano rappresentati da fattori “esterni” (le malattie, le carestie, gli eserciti nemici, ecc.), nella nostra epoca è l’uomo stesso a provocare le maggiori difficoltà a sé ed ai propri simili (basti pensare, ad esempio, all’inquinamento atmosferico, alla questione ecologica, alla guerra nucleare). Questo suo modo di agire non denuncia forse una perdita del gusto di vivere?
Scaletta
Ecco l'organizzazione della scaletta per punti:- La perdita di fiducia nel futuro: se il presente non piace, non c’è alcuna garanzia che il domani possa essere più bello; la scarsa volontà di costruire un mondo migliore da lasciare un eredità alle altre generazioni.
- L’uomo si sente solo: non c’è molto spazio per l’interazione sociale; la diffusione della comunicazione virtuale; il “tran-tran” della vita quotidiana.
- Le reazione negative: la chiusura nei confronti dell’esterno; l’emarginazione dei “diversi”; la distruzione della natura; il “rifugio” nell’alcool e nella droga; i divertimenti pericolosi; la violenza gratuita.
- Il “male di vivere”: i frenetici ritmi di lavoro; l’esiguo tempo libero a disposizione; il consumismo sfrenato; il mito del denaro; arrivismo, egoismo ed individualismo; una condizione umana già espressa in alcune poesie di Giuseppe Ungaretti.
- La “malattia sociale”: l’alienazione dell’impiegato e dell’operaio; i falsi bisogni indotti dalla pubblicità; i disvalori della civiltà contemporanea; un “malessere” anticipato da Italo Svevo nel romanzo La coscienza di Zeno.
Domande da interrogazione
- Qual è il pericolo maggiore che l'umanità deve temere secondo Teilhard de Chardin?
- Come si manifesta la perdita del gusto di vivere nell'uomo contemporaneo?
- Quali sono le conseguenze della "malattia sociale" nella società moderna?
Teilhard de Chardin ritiene che il pericolo maggiore per l'umanità non sia una catastrofe esterna come la fame o la peste, ma una malattia spirituale: la perdita del gusto di vivere.
La perdita del gusto di vivere si manifesta attraverso l'inquinamento, la questione ecologica, la guerra nucleare e un generale disinteresse per la costruzione di un futuro migliore.
Le conseguenze includono l'alienazione, i falsi bisogni indotti dalla pubblicità, i disvalori della civiltà contemporanea e un malessere già anticipato da Italo Svevo nel romanzo "La coscienza di Zeno".