Concetti Chiave
- Il termine "untore" nasce nel 1600 per descrivere chi era accusato di diffondere la peste, con esempi celebri di false accuse narrati da Manzoni.
- Durante le epidemie storiche, come nel XIV secolo, capri espiatori come la comunità ebraica venivano accusati senza prove concrete.
- La pandemia di Covid-19 ha riacceso la caccia all'untore, con giovani e cinesi spesso indicati come colpevoli della diffusione del virus.
- Anche se oggi abbiamo strumenti scientifici avanzati, fake news e allarmismo possono ancora portare a ingiuste accuse e discriminazioni.
- È importante riflettere e analizzare criticamente le informazioni prima di attribuire la colpa, per evitare ingiustizie alimentate dalla paura.
La caccia all'untore ai tempi odierni
Fin dal 1600, il termine “untore” veniva utilizzato per indicare le persone accusate di diffondere volontariamente il contagio di peste. Esso venne usato in particolare nel 1630 da Manzoni nella sua opera “Storia della colonna infame”, per mostrare l'errore e l'abuso di potere commesso dai giudici su basi del tutto infondate e create solo dalla paura dell'epidemia. In quegli anni, il tribunale, spinto dalla folla inferocita, condannò a morte due innocenti; Gian Giacomo Mora, un barbiere, e Guglielmo Piazza, un commissario di sanità.
Inoltre, Manzoni, nella sua opera i “Promessi sposi”, descrisse anche della accusa dei “monatti”, un gruppo di persone che durante l’epidemia pestilenziale, era incaricata dai comuni per il raccoglimento dei cadaveri deceduti di malattia. Talvolta, durante il loro recupero, lasciavano intenzionalmente abiti e tessuti infetti di peste, per far sì che si diffondesse ancor di più.Un termine simile, come “capro espiatorio” venne utilizzato in assenza di una spiegazione, e nella mancanza di una cura negli anni 30’ del XIV secolo, per accusare la popolazione ebraica di aver sparso la medesima malattia infettiva attraverso la contaminazione delle falde acquifere. Questa motivazione non aiutò a cambiare la diffusione della malattia, ma servì a fornire una spiegazione dell’accaduto a moltissime persone.
Ai giorni d'oggi, la caccia all’untore si è ripresentata in modo inaspettato e improvviso per via del “covid-19”, che fin ora ha stravolto le vite di molte persone. Di questi tempi, molti italiani accusano tante persone di essere untori di questa pandemia, in particolare a tutti quei giovani che si trovano in giro e fanno assembramenti nei locali senza rispettare le norme di distanziamento sociale. Anche in questo caso, dato che la diffusione è iniziata in Cina e in particolare nella città di Wuhan, i principali untori del momento sono i cittadini cinesi, che fin dall’inizio vengono accusati di essere responsabili della malattia. Si pensa che la Cina abbia fallito un esperimento nei laboratori riguardante i pipistrelli, di aver fatto abuso della vendita di carne di animali illegali nei loro mercati, o che si sia offerta, in cambio di una riduzione dei dazi, per eliminare un bel po’ di anziani occidentali, così da riequilibrare il welfare. Sinora, tutto questo ha portato a molti atti di violenza e di razzismo verso l’etnia cinese da parte di molti paesi europei.
Io penso che ogni qual volta si verifichi qualcosa, bisogna riflettere bene prima di puntare il dito su gli altri, purtroppo, molta gente e facile preda di testate giornalistiche e “fake news”, che talvolta creano allarmismo e fanno ricadere la colpa su soggetti senza averne la certezza. Oggi, a differenza del passato, si ha molta più sicurezza ad affrontare queste difficoltà; grazie alla scienza e alla tecnologia, riusciamo ad indentificare con fermezza il portatore della malattia.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine storica del termine "untore"?
- Come si manifesta la "caccia all'untore" ai giorni nostri?
- Quali sono le conseguenze delle accuse infondate durante le epidemie?
- Qual è il ruolo della scienza e della tecnologia nella gestione delle epidemie oggi?
Il termine "untore" risale al 1600 e veniva usato per indicare chi era accusato di diffondere volontariamente la peste, come descritto da Manzoni nella "Storia della colonna infame".
Oggi, la "caccia all'untore" si manifesta con accuse verso giovani che non rispettano il distanziamento sociale e verso cittadini cinesi, ritenuti responsabili della diffusione del COVID-19.
Le accuse infondate portano a violenza e razzismo, come avvenuto verso l'etnia cinese durante la pandemia di COVID-19, e in passato contro gli ebrei durante la peste del XIV secolo.
Oggi, grazie alla scienza e alla tecnologia, è possibile identificare con maggiore certezza i portatori di malattie, riducendo l'allarmismo e le accuse infondate.