nicola fazzini
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Concetti Chiave

  • Machiavelli introduce il concetto di "Principe virtuoso", che deve saper usare la fortuna con saggezza e costruire le difese necessarie per affrontare le difficoltà future.
  • Il trattato "Il Principe" rompe con la tradizione medievale e umanistica, concentrandosi sulla realtà effettuale invece che sulle virtù morali ideali.
  • Machiavelli distingue tra morale e politica, considerando quest'ultima come una scienza autonoma con criteri propri, come utilità e dannosità delle azioni.
  • L'autore sottolinea l'importanza della duttilità e dell'astuzia nel politico, esemplificata dalla figura del centauro che combina le caratteristiche di leone e volpe.
  • Il successo politico richiede spesso inganno e adattabilità, come dimostrato da figure storiche come papa Alessandro VI e Federico da Montefeltro.

Machiavelli al passo con i tempi

Machiavelli nasce a Firenze nel 1469. In quel periodo l’Italia da punto di vista fisico era come al solito spezzettata e disunita e ciò a portato quindi a numerose sconfitte. Machiavelli fornisce una nuovo ritratto al principe che viene definito da egli stesso "virtuoso".“E assomiglio quella a uno di questi fiumi rovinosi che, quando s’allagano e’ piani, ruinano gli alberi e gli edifizii, lievono da questa parte di terreno, pongono da quell’altra: ciascuno fugge loro dinnanzi, ognuno cede allo impeto loro, senza potervi in alcuna parte obstare. E benchè sieno così fatti, non resta però che gli uomini, quando sono tempi quieti, non vi potessimo fare provvedimenti, e con riupari e argini, in modo che, crescendo poi, o egli andrebbano per uno canale, o l’impeto l’oro non sarebbe né si licenzioso né si dannoso.” [1] In questo spezzone possiamo notare l’idea che ha Macchiavelli riguardo la fortuna e la virtù. La prima viene infatti paragonata al fiume in piena che straripando travolge ogni cosa. L’uomo virtuoso invece viene paragonato a colui che quando il fiume è calmo si da da fare per sistemare gli argini e costruire dighe che possano porre fine alle inondazioni. Giungiamo quindi alla conclusione che la fortuna non può ottenere nulla senza virtù e viceversa. Ciò ci sta ad indicare che se un principe non è virtuoso non sarà mai in grado di usufruire di tutto quello che la sorte ha in servo per lui. Questo è quindi un motivo di rinascita che il principe solamente "virtuoso" deve saper sfruttare.
Fin dal medioevo infatti erano state gia delineate le caratteristiche di un principe e ciò era stato reso possibile attraverso la creazione degli specula principis ossia "specchi del principe". Secondo la mentalità dell’epoca infatti questi dovevano servire allo stesso principe come una sorta di specchio dove
potersi specchiare e apprendere quali comportamenti dovevano essere presi in una determinata situazione.
Machiavelli grazie alla creazione del trattato "Il Principe" fornisce uno strumento con il quale gli stessi principi possano aiutarsi per riuscire a governare e mantenere al meglio il proprio Stato. Per creare questo trattato Niccolò si basa sulla realtà effettuale delle cose, e non su quella ideale che veniva trattata nei precedenti scritti, quindi facendo ciò egli non propone le virtù morali che il principe deve adottare ma al contrario gli fornisce i mezzi con i quali raggiungere il suo scopo.
Questo trattato segna il superamento della tradizione medioevale, legata al pensiero morale, e quella umanistica.
"Il Pricipe" per quest’epoca è un’opera rivoluzionaria in quanto fornisce i fondamenti per la nascita di una nuova scienza che viene definita politica. Questo nuovo tipo di scienza è in grado di valutare le azioni attraverso due criteri completamente diversi: la morale che guarda al bene e al male di un’azione e la politica che invece guarda all’utile o al dannoso sempre di un’azione. Questi due
criteri vengono definiti autonomi in quanto l’uno può essere svantaggioso all’altro.
Il tema della politica e della morale è un tema che viene trattato con grande rilevanza da Machiavelli, questo perchè, egli riconosce l’osservanza delle leggi morali, però si rende conto del fatto che nella realtà effettiva la politica è basata su tutt’altri valori come quello dell’astuzia della furbizia.
Viene aperta anche una parentesi su come il principe riesce ad arrivare al successo. Ci viene spiegato colui che pur giustamente segue le leggi morali otterrà una sconfitta mentre colui che usa altri valori che non si rispecchiano in quelli morali otterrà una vittoria. Come sappiamo per Machiavelli gli uomini sono tutti malvagi in quanto ciò che li spinge a compiere un’azione non sono i sentimenti ma i soldi. Per questo motivo utilizza una figura molto importante quella del politico centauro che ha il compito di essere in certe situazioni bestia mentre in altre umano. Attraverso l’utilizzo del metodo dilemmatico arriviamo alla conclusione che la bestia può essere o leone o volpe e rappresentano in ordine la figura della violenza e dell’astuzia mentre l’uomo. Queste due figure animalesche possono essere utilizzate contemporaneamente in quanto l'una non esclude l'altra; entrambe vanno impiegate dal principe per ottenere i risultati che desidera. A questo punto Machiavelli afferma chiaramente che il principe non può mantenere la parola data se ciò gli porta danno; L’esempio più significativo è quello di papa Alessandro Borgia che ha costruito il suo regno e il suo potere proprio sull’inganno.
"Alessandro VI non fece mai altro che ingannare uomini, nè mai pensò ad altro, e trovò soggetto di poterlo fare; e non fu mai uomo che avesse maggiore efficacia in asseverare, e che con maggiori giuramenti affermasse una cosa, e che l’osservasse meno; nondimanco gli succederono sempre gl’inganni, perchè cognosceva bene questa parte del mondo." [2] Quest’osservazione è vera in quanto l’uomo è malvagio; se allora fosse buono non ci sarebbe bisogno dell’inganno.
La principale virtù di un politico è la duttilità in quanto esso deve sapersi adattare a tutte le situazioni nella maniera migliore. Un’esempio di tutto ciò ne è Federico da Montefeltro, duca di Urbino, che promosse la sua immagine in un modo differente, più colto e raffinato, al fine che non si notasse la violenza del suo potere. Ciò è stato reso possibile attraverso l’utilizzo dell’arte. Si fece infatti raffigurare di profilo da Piero della Francesca. Avviandoci quindi alla conclusione possiamo affermare che Macchiaveli è figura originale del secolo; "Macchiavelli si attenne fermamente all’idea che la politica aveva le proprie leggi e quindi era o avrebbe dovuto essere una scienza;
il suo scopo era di tenere in vita la società del perpetuo fluire della storia." [3].

Bibliografia:
[1] N. Machiavelli, Il Principe, cap. XXV,
righe 11-17;
[2] N. Machiavelli, Il Principe, cap. XVIII,
righe 31-35;
[3] F.Gilbert, Machiavelli e Guicciardini;
Einaudi; Torino 1970;

Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione di Machiavelli sulla fortuna e la virtù?
  2. Machiavelli paragona la fortuna a un fiume in piena che travolge tutto, mentre l'uomo virtuoso è colui che prepara argini e dighe per controllare le inondazioni. La fortuna e la virtù devono lavorare insieme per il successo di un principe.

  3. Come si differenzia "Il Principe" di Machiavelli dagli specula principis medievali?
  4. "Il Principe" si basa sulla realtà effettuale e non su ideali morali, fornendo ai principi strumenti pratici per governare, superando la tradizione medievale e umanistica.

  5. Qual è la nuova scienza introdotta da Machiavelli e quali criteri utilizza?
  6. Machiavelli introduce la scienza politica, che valuta le azioni in base all'utile o al dannoso, in contrasto con la morale che considera il bene e il male.

  7. Qual è l'importanza della figura del centauro nella politica secondo Machiavelli?
  8. Il centauro rappresenta la necessità per un politico di essere sia bestia (leone per la violenza, volpe per l'astuzia) sia umano, adattandosi alle situazioni per ottenere risultati.

  9. Come Machiavelli giustifica l'uso dell'inganno nella politica?
  10. Machiavelli sostiene che l'inganno è necessario poiché gli uomini sono malvagi e motivati dal denaro, citando l'esempio di papa Alessandro VI che ha costruito il suo potere sull'inganno.

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