Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • Lodoli esplora il desiderio crescente di ottenere successo senza sforzo, descrivendolo come una "demenza" che affligge la società italiana.
  • Distingue tra facilità e semplicità, citando Brancusi: la semplicità è il risultato di un lavoro complesso e faticoso.
  • Utilizza la metafora del miele per evidenziare che i risultati ottimali derivano da impegno e lavoro.
  • Critica l'illusione di felicità promossa dalla televisione, che ci spinge a credere che tutto sia facilmente ottenibile senza sforzi.
  • Prevede un futuro in cui ci si affiderà a persone esterne per lavori complessi, a causa della perdita di abilità e impegno nella società attuale.

Riassunto di un testo argomentativo sulla felicità

In questo testo M.Lodoli propone la sua idea sul perché nelle menti degli italiani, giovani e non, sia sempre più presente una sorta di “demenza”, così la definisce Lodoli, di voglia di “arrivare” senza sforzo o fatica. Lo scrittore pensa che la felicità si sia annidata in noi, nella nostra società come un demone che ci divora. Introducendo la sua idea di differenza tra facilità e semplicità cita una frase dello scultore Brancusi: “la semplicità è una complessità risolta”.
Egli ci dice che la semplicità dovrebbe essere l’approdo finale di un enorme lavoro a monte, costato fatica, sudore, vissuto sulla propria pelle. per meglio farci capire che la semplicità è ben differente dalla facilità, Lodoli utilizza varie tecniche di “persuasione” come ad esempio metafore e anafore. A sostegno della sua tesi, il miele ad esempio dove dietro al suo dolce gusto si nasconde la fatica dell’ape. La metafora del miele come frutto dell’impegno e lavoro delle api sottolinea che non si può avere un risultato ottimale senza sforzo. Della felicità invece ci dice che è illusoria, falsa e che piano piano abbassa il nostro livello di felicità e di “voglia di fare”, di impegnarci nell’ottenere qualcosa. Per fare ciò Lodoli utilizza le parole semplicità e felicità con la lettera maiuscola, impersonificandole dunque, per dar loro maggior forza. Di tutto ciò Lodoli dà la colpa soprattutto alla televisione e al modo in cui noi le abbiamo permesso di soggiogarci. Attraverso lo schermo infatti tutto sembra più facile, questo perché veniamo bombardati dai suoi messaggi illusori che ci dicono che tutto è facile, che si può diventar ricchi in fretta o che tutto arriva come per magia nella nostra vita, dobbiamo in pratica solo sederci e aspettare. Così facendo però staremo seduti, inattivi, in attesa di qualcosa che non arriverà mai e questo lentamente e inesorabilmente ci renderà sempre più infelici, insoddisfatti. Lodoli ci dice che la fatica ha dissolto le nostre capacità mentali e individuali, quello che potremmo imparare a fare, anche manualmente, quel tocco di noi che pian piano sarà sempre meno unico e sempre meno presente. Lo scrittore dice che dovremmo tenere presente gli sforzi dei grandi uomini e le parole dei monaci orientali, i miti classici. Conclude con una sorta di previsione, quasi profetica ma che ci convince proprio perché già attuale, già presente, ovvero che ben presto per i lavori più complessi dovremmo affidarci a persone che vengono da “fuori”, da lontano perché loro, nella loro povertà, nella loro sofferenza vissuta sulla propria pelle sanno che serve costanza, fatica e impegno e che la facilità è un grosso imbroglio mentre noi, annebbiati, continuamente a sperare di diventare calciatori o vallette, comodamente seduti ad aspettare.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la principale critica di M. Lodoli riguardo alla percezione della felicità nella società italiana?
  2. M. Lodoli critica l'idea diffusa che si possa "arrivare" senza sforzo, vedendo la felicità come un demone che ci divora e abbassa la nostra voglia di impegnarci.

  3. Come Lodoli distingue tra semplicità e facilità?
  4. Lodoli distingue semplicità come il risultato di un lavoro complesso e faticoso, citando Brancusi, mentre la facilità è vista come un'illusione ingannevole.

  5. Quale ruolo attribuisce Lodoli alla televisione nella diffusione di messaggi illusori?
  6. Lodoli attribuisce alla televisione la colpa di soggiogarci con messaggi che fanno sembrare tutto facile, portandoci a credere che possiamo ottenere tutto senza sforzo.

  7. Qual è la previsione di Lodoli riguardo al futuro del lavoro complesso?
  8. Lodoli prevede che presto dovremo affidarci a persone provenienti da lontano per i lavori complessi, poiché loro comprendono il valore della costanza e dell'impegno, mentre noi siamo annebbiati dall'illusione della facilità.

Domande e risposte

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