Concetti Chiave
- La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948 è un testo fondamentale che introduce diritti economici, sociali e culturali.
- La Dichiarazione sottolinea la dignità e i diritti inalienabili di tutti, promuovendo libertà, giustizia e pace.
- I Patti internazionali sui Diritti civili e politici e sui Diritti economici, sociali e culturali, entrati in vigore nel 1976, sono giuridicamente obbliganti.
- La Convenzione europea dei diritti dell'Uomo del 1950 offre un sistema di garanzie internazionali con organi di controllo come la Corte europea di giustizia.
- Nonostante i progressi, le violazioni dei diritti umani restano diffuse, con discriminazione, razzismo e emarginazione ancora prevalenti.
La "Dichiarazione dei diritti dell'Uomo" delle Nazioni Unite parte dal riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana, e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, e costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo.

La Dichiarazione Universale non è che il primo foglio di una Carta internazionale dei diritti dell'uomo i cui fogli ulteriori sono costituiti dai Patti internazionali relativi ai Diritti civili e politici e ai Diritti economici, sociali e culturali. Entrati in vigore nel 1976, i Patti, a differenza della Dichiarazione, sono giuridicamente obbliganti per tutti gli Stati che li sottoscrivono; inoltre è stato istituito un Comitato dei diritti dell'uomo, abilitato a ricevere le denunce degli Stati e, entro certe condizioni, dei singoli.
Una procedura più vincolante è stata messa in atto per la Convenzione europea dei diritti dell'Uomo e delle libertà fondamentali, adottata dal Consiglio d'Europa il 4 novembre 1950. Effettivo trattato internazionale, la Convenzione riprende, precisandoli, gli articoli della Dichiarazione Universale relativi ai Diritti civili e politici. Essa si è dotata di organi di controllo che sono la Commissione dei diritti dell'Uomo e la Corte europea di giustizia. L'articolo 25 della Convenzione permette di prendere in esame, in certe condizioni, richieste individuali. È indubbiamente un sistema di garanzie internazionali senza pari nel mondo.
L'atto finale della Conferenza di Helsinki (1 agosto 1975) consacra il suo art. 7 ai diritti dell'uomo. E tuttavia... Meglio conosciute oggi grazie ai media e alle associazioni che si battono per il rispetto dei diritti dell'uomo, le violazioni restano purtroppo innumerevoli. In un certo numero di paesi, esse sono generalizzate e sistematiche: è così per l'apartheid nell'Africa del Sud dov'è istituzionalizzato un sistema di segregazione razziale che pone la popolazione nera e di colore, numericamente in maggioranza, in una situazione di inferiorità e di totale alienazione. È il caso degli attentati alla vita e all'integrità fisica in un certo numero di regimi totalitari: esecuzioni di massa, generalizzazione della tortura, sparizioni, campi di lavoro, internamenti in ospedali psichiatrici... Li si ritrova all'Est e all'Ovest, al Nord e al Sud. Tutto ciò si traduce anche in un numero di rifugiati senza precedenti (13 milioni nel mondo). Occorre naturalmente citare tutti gli esclusi dai diritti dell'uomo, in particolare dai diritti economici e sociali quali figurano nella Dichiarazione Universale. Questo vale per una gran parte degli abitanti dei paesi in via di sviluppo. La difesa dei diritti dell'uomo passa attraverso la conoscenza dei diritti e attraverso l'azione convergente della Comunità internazionale e degli Stati. Numerose associazioni si battono per il rispetto e la promozione dei diritti dell'uomo. Del resto, alla fin fine è la vigilanza dei cittadini a risultare essenziale.
(Le violazioni alla vita quotidiana) Questi fatti non devono comunque far dimenticare gli attentati meno brutali, più sottili, ai quali pochi paesi sfuggono totalmente. Processi di discriminazione esistono latenti in seno alle nostre società. Le manifestazioni di razzismo, a volte delittuose, che raggiungono la cronaca non devono far dimenticare lo spicciolo razzismo quotidiano.
Lo stesso vale per il processo di emarginazione, di esclusione di cui sono vittime i più poveri nella nostra società, quelli del Quarto Mondo che subiscono su tutti i piani gli effetti congiunti delle ingiustizie e delle disuguaglianze. Processi di cui soffrono altresì le popolazioni immigrate, rifugiate, nomadi; segregazioni di tutti i tipi, che colpiscono le donne nella loro vita professionale e pubblica (sessismo), i vecchi, gli handicappati, i disoccupati...
Domande da interrogazione
- Qual è il documento fondamentale sui diritti dell'uomo e quando è stato adottato?
- Quali nuovi diritti sono stati introdotti dalla Dichiarazione Universale rispetto alla Dichiarazione del 1789?
- Qual è il ruolo dell'ONU riguardo ai diritti dell'uomo?
- Quali sono i diritti di solidarietà o della terza generazione menzionati nel testo?
- Quali sono alcune delle violazioni dei diritti dell'uomo menzionate nel testo?
Il documento fondamentale sui diritti dell'uomo è la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948.
La Dichiarazione Universale ha introdotto i diritti economici, sociali e culturali, ampliando il concetto di diritti dell'uomo rispetto alla Dichiarazione del 1789.
L'ONU si propone di far rispettare i diritti dell'uomo dai membri e dai non membri e si impegna a risolvere pacificamente le vertenze internazionali.
I diritti di solidarietà o della terza generazione includono il diritto allo sviluppo, a un ambiente sano ed equilibrato, alla pace e il diritto di proprietà nei confronti del patrimonio comune dell'umanità.
Il testo menziona violazioni come l'apartheid in Sud Africa, esecuzioni di massa, tortura, sparizioni, campi di lavoro, internamenti in ospedali psichiatrici e la situazione dei rifugiati.