Concetti Chiave
- Il Giorno del Ricordo commemora le vittime italiane dei conflitti tra Italia e Iugoslavia, legati alla disputa sui territori di Trieste, Gorizia e Istria.
- Dopo la resa italiana nel 1943, la regione passò sotto amministrazione nazista e successivamente sotto il controllo della Resistenza iugoslava nel 1945.
- Durante l'occupazione iugoslava, si verificò una violenta rappresaglia che colpì italiani, sloveni e croati, considerati ostacoli al regime comunista.
- Le violenze portarono a migliaia di vittime, molte delle quali furono gettate nelle foibe, e a numerose deportazioni nei campi di concentramento iugoslavi.
- Il testo riflette sulla complessità storica delle ambizioni territoriali italiane e le conseguenze delle tensioni con la Iugoslavia, suggerendo che tali conflitti potrebbero ripetersi in circostanze simili.
10 febbraio: giorno del ricordo
A partire dal 1880 i signori dei piccoli stati italiani hanno il desiderio di unificare l’Italia. Ci furono 3 guerre d’indipendenza per conquistare territori italiani appartenenti agli austriaci che in seguito passarono alla ex Iugoslavia. Da qui nacquero i conflitti tra l’Italia e la Iugoslavia.
Alla base della disputa vi furono, oltre Trieste, i territori del goriziano e dell’Istria passati sotto la sovranità italiana alla fine della prima guerra mondiale dopo un lungo dominio austriaco. La svolta drammatica nelle relazioni tra le diverse comunità giuliane e istriane si ebbe nel 1941, dopo l’aggressione nazifascista alla Iugoslavia e l’occupazione italiana della provincia di Lubiana, della Dalmazia e del Montenegro. A partire dal 1942 la regione divenne teatro di un forte movimento partigiano che andò organizzandosi secondo linee sia nazionali sia ideologiche.
Dopo la resa dell’Italia (settembre 1943) il territorio passò sotto la diretta amministrazione della Germania nazista, che vi instaurò la cosiddetta zona d’occupazione Litorale adriatico. Nei convulsi eventi che accompagnarono la disfatta tedesca nella primavera del 1945, la regione passò sotto il controllo della Resistenza iugoslava, che dal 1° maggio alla metà di giugno occupò la stessa città di Trieste, instaurandovi una severa amministrazione militare e civile e scatenandovi una violenta rappresaglia che si estese, dagli esponenti del passato regime fascista, a quei soggetti, soprattutto italiani ma anche sloveni e croati, considerati d’ostacolo all’instaurazione di un regime comunista nella Iugoslavia. Nei quarantacinque giorni di occupazione, la violenza dei nazionalisti e dei comunisti iugoslavi si abbatté anche sulla popolazione civile, causando diverse migliaia di vittime (il cui numero è oggi difficilmente calcolabile e oscillerebbe tra 2.000 e 10.000, di cui molte gettate nelle foibe, le tipiche cavità del terreno carsico); altre migliaia di persone vennero arrestate e deportate nei campi di concentramento iugoslavi, dove molti trovarono la morte.
Io penso che bisognava unificare l’Italia e se era possibile estendere i confini. Non è stato gettato troppo sangue per conquistare il Veneto e la Lombardia, domini degli austriaci, ma per avere il potere sulla Dalmazia e sulla penisola dell’Istria è stato sacrificato troppo sangue che non era indispensabile.
Secondo me, l’Italia dopo aver conquistato il Veneto e la Lombardia ha voluto strafare perché venendo a capire che la Iugoslavia era in mano ai comunisti non dovevano azzardarsi a creare problemi alla Iugoslavia perché dovevano essere a conoscenza di che cosa erano capaci i comunisti.
Ormai oggi il problema è stato risolto ma se all’Italia venisse in mente di conquistare l’Istria e la Dalmazia succederebbe tutto quello che è successo 60 anni fa?

Domande da interrogazione
- Qual è l'origine dei conflitti tra Italia e Iugoslavia?
- Quali furono le conseguenze dell'occupazione iugoslava nel 1945?
- Qual è l'opinione dell'autore sulla conquista di territori come la Dalmazia e l'Istria?
- Cosa potrebbe accadere se l'Italia tentasse nuovamente di conquistare l'Istria e la Dalmazia?
I conflitti tra Italia e Iugoslavia nacquero dal desiderio italiano di unificare l'Italia e conquistare territori sotto dominio austriaco, che in seguito passarono alla Iugoslavia.
Durante l'occupazione iugoslava del 1945, ci fu una violenta rappresaglia contro italiani, sloveni e croati, con migliaia di vittime e deportazioni nei campi di concentramento iugoslavi.
L'autore ritiene che l'Italia abbia esagerato nel voler conquistare la Dalmazia e l'Istria, sacrificando troppo sangue inutilmente, soprattutto considerando la presenza comunista in Iugoslavia.
L'autore si chiede se un tentativo di conquista dell'Istria e della Dalmazia oggi potrebbe portare agli stessi eventi violenti accaduti 60 anni fa.