Concetti Chiave
- Galileo Galilei ha introdotto il metodo scientifico basato su osservazione e verifica, che rimane valido ancora oggi.
- Karl Popper ha proposto il principio di falsificabilità, concentrandosi sulla possibilità di smentire piuttosto che confermare un'ipotesi.
- Le nuove tecnologie come big data e cloud computing hanno rivoluzionato gli strumenti del metodo scientifico.
- I nuovi metodi di analisi, applicati alla ricerca sul Parkinson, hanno dimostrato un'efficienza di tempo notevolmente maggiore rispetto ai metodi tradizionali.
- Nonostante alcune critiche, il progresso tecnologico continua a superare le sfide, migliorando la ricerca scientifica.
Introduzione: le tecniche di sperimentazione sono profondamente cambiate negli ultimi anni.
Prima dell'introduzione delle nuove tecnologie:
Galileo Galilei: la sperimentazione è composta dal momento analitico e dal momento sintetico.
Karl Popper: principio di falsificabilità: non si può dimostrare la veridicità di una ipotesi ma solo dimostrare che questa è falsa.
Dopo l'introduzione delle nuove tecnologie:
Big data e Cloud computing.
Risultati positivi dell'applicazione dei nuovi metodi nella ricerca medica contro il Parkinson.
Antitesi: rischi insiti in questo strumento. La continua evoluzione delle nuove tecnologie, tuttavia, contribuirà ad eliminare questi rischi.
Conclusione: i nuovi sistemi di sperimentazione scientifica portano con se molti vantaggi, soprattutto in termini di rapidità, con risultati pressoché identici.
Da sempre l'uomo ha cercato di determinare e di capire le leggi che governano la natura e l'universo. Se però l'obiettivo è sempre stato lo stesso, il percorso per raggiungerlo ha visto più cambiamenti a carattere rivoluzionario, l'ultimo dei quali sta avvenendo nei giorni nostri.
Indice
Il metodo scientifico di Galileo
Fino al XVII secolo queste leggi erano per lo più frutto dell'osservazione e raramente erano verificate da procedimenti che oggi definiremmo scientifici. Fu però in questo periodo che Galileo Galilei, il padre, appunto, della scienza moderna, elaborò il cosiddetto metodo scientifico, fondato su una serie di criteri ancor oggi validi. Sostanzialmente egli divise il lavoro della scienza in due momenti: quello risolutivo, basato sull'osservazione di un fenomeno e sulla formulazione di un'ipotesi che lo spiega matematicamente, e quello compositivo, in cui l'ipotesi viene verificata per formulare una legge.
Il principio di falsificabilità di Popper
Questo procedimento è rimasto e rimane tuttora valido, seppur con qualche parere contrario emerso nel corso di quattro secoli di storia; uno di questi, per esempio, è stato elaborato da Karl Popper, filosofo tedesco del Novecento, ideatore del principio di falsificabilità: non è possibile, a suo dire, verificare un'ipotesi, poiché "nessuna osservazione di soli cigni bianchi potrà mai giustificare la validità della tesi generale tutti i cigni sono bianchi". È però possibile dimostrare il contrario, ovvero la falsità di quell'ipotesi, dato che "basta l'osservazione di un solo cigno nero per smentirla". Il criterio che più si avvicina alla verità è quello della corroborazione, che costituisce un semplice rafforzamento, non una certezza definitiva.
L'innovazione dei big data
Come si è detto, il metodo scientifico galileiano persiste ancora al giorno d'oggi; le nuove tecnologie sviluppate negli ultimi anni hanno però fornito le basi per una nuova rivoluzione che non altera il suddetto metodo, ma ne cambia gli strumenti. Tra di questi uno dei più rilevanti è il cosiddetto big data, l'evoluzione del tradizionale database, nato con lo scopo di raccogliere immense quantità di dati (nell'ordine degli zettabyte -un triliardo di byte-) e di facilitarne la ricerca. Anche il cloud computing ha costituito un'enorme innovazione: tramite un collegamento a Internet è possibile sfruttare l'hardware di una macchina che si potrebbe trovare anche a kilometri da noi, indipendentemente dal dispositivo che utilizziamo per connetterci, sia smartphone o computer.
Risultati positivi nella ricerca medica
Queste nuove tecnologie hanno avuto parecchi riscontri positivi, anche nel campo della ricerca scientifica: un confronto ad opera di E. Pisani, giornalista per il quotidiano la Repubblica, ha evidenziato, nel suo articolo Google contro Popper. Il metodo scientifico ai tempi di Internet. pubblicato il 12 gennaio del 2011, come il nuovo sistema di indagine scientifica applicato a una ricerca sulle cause del morbo di Parkinson, non solo abbia ottenuto gli stessi risultati del sistema tradizionale, ma in tempi di gran lunga inferiori (8 mesi contro 6 anni) rispetto a quest'ultimo.
Critiche e difese delle nuove tecnologie
La diffidenza nei confronti delle nuove tecnologie ha però diffuso visioni negative su queste, spesso argomentate con dimostrazioni dai contenuti marginali e di poco conto: per quanto riguarda il cloud computing e il big data, per esempio, alcuni sostengono che la quantità di dati prodotti aumenta troppo sproporzionatamente alla capacità di essere archiviata; va però ricordato che il progresso tecnologico non vede interruzioni: non passerà molto tempo prima che queste problematiche possano essere risolte.
Conclusione sull'impatto delle nuove tecnologie
Per concludere, è palese come l'introduzione delle nuove tecnologie nella ricerca scientifica l'abbia di gran lunga facilitata.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il contributo di Galileo Galilei al metodo scientifico?
- Cosa sostiene il principio di falsificabilità di Karl Popper?
- Quali sono le nuove tecnologie che hanno rivoluzionato il metodo scientifico?
- Quali sono stati i risultati dell'applicazione delle nuove tecnologie nella ricerca medica?
- Quali sono le critiche rivolte alle nuove tecnologie nel contesto scientifico?
Galileo Galilei ha elaborato il metodo scientifico, fondato su criteri ancora validi oggi, dividendo il lavoro scientifico in un momento risolutivo e uno compositivo.
Karl Popper sostiene che non si può verificare un'ipotesi, ma si può dimostrare la sua falsità, come nel caso dell'osservazione di un cigno nero che smentisce l'ipotesi che tutti i cigni siano bianchi.
Le nuove tecnologie includono i big data e il cloud computing, che hanno migliorato la raccolta e l'analisi dei dati, facilitando la ricerca scientifica.
L'applicazione delle nuove tecnologie nella ricerca sul morbo di Parkinson ha ottenuto risultati simili al metodo tradizionale, ma in tempi molto più brevi.
Alcune critiche riguardano la quantità di dati prodotti che supera la capacità di archiviazione, ma si prevede che il progresso tecnologico risolverà presto queste problematiche.