Concetti Chiave
- Il fascismo di Mussolini si presentava come un movimento che manipolava le masse per ripristinare la gloria romana.
- Imponendo regole severe e censurando la stampa, il regime fascista si affermò come un alleato della giustizia.
- Mussolini puntava sui giovani, rieducandoli per garantirsi sostegno e prevenire rivoluzioni interne.
- L'adesione di massa al fascismo avvenne attraverso una spettacolarizzazione politica, culminata nell'omicidio Matteotti.
- Il regime fascista trovò radici nella Prima Guerra Mondiale, usando la retorica di guerra per sostenere la propria ideologia.
Indice
L'ascesa del fascismo
Il fascismo nel 2010 si può definire un movimento presieduto da un “fanatico” cioè Benito Mussolini che con la sua voglia di essere al centro della massa è riuscito a gestire a suo piacimento la mente delle persone per poter ritornare alla gloria romana. Agli inizi del novecento i fascisti però, venivano visti dalla società come degli alleati della giustizia, solo grazie a loro si poteva reprimere il disordine e far ritornare la pace generale; c’e da sottolineare che il partito fascista per avere questo nominativo di “alleato” impose regole durissime e severissime, tanto da censurare stampa, eliminare la concorrenza e rendere lo stato totalitario cioè fascistizzare l’intero popolo italiano fin dall’infanzia.
La rieducazione dei giovani
Proprio per questo motivo il fascismo attrasse a se moltissimi giovani, data la loro immaturità e inesperienza, infatti, tutti i ragazzi venivano rieducati anche a scuola in modo che Mussolini potesse contare su un popolo vivo, che desse il loro pieno appoggio e sostegno per lo sviluppo dello stato fascista, cercando di evitare dissensi interni e malcontenti ma soprattutto rivoluzioni contro lo stato “padrone” come stava avvenendo in Russia.
La spettacolarizzazione del potere
Mussolini così facendo trovò un metodo di adesione di massa molto efficace, dove il popolo credeva di avere un’idea comune in realtà era il Duce che RIeducava il popolo facendolo diventare un uomo nuovo, tutto questo avvenne in modo graduale, infatti, Benito si affermo con una sorta di spettacolarizzazione a Roma compiendo un colpo di stato, anche se in pratica non si può definire proprio così perché Mussolini non trovò nessun tipo di intralcio nell’affermarsi come primo ministro, ma lo si può vedere con più rilevanza, quando non trovò nessun tipo di ostacolo essendo coinvolto nell’omicidio del deputato Matteotti. Il pensiero italiano era di fronte a una vera e propria rieducazione, tanto da vedere nell’opposizione qualcuno da eliminare alla radice con la stessa determinazione che i soldati in guerra impiegavano per combattere i nemici.
L'influenza della guerra
Proprio la guerra è la principale causa di questo cambiamento, grazie alla sofferenza, al dolore e alla morte che ha causato, Mussolini ma anche molti scrittori emergenti dell’epoca, hanno trovato nella prima guerra mondiale il punto di forza per questo nuovo atteggiamento, per far un esempio si può riportare un pezzo del discorso che Mussolini tenne in Piazza San Sepolcro il 23 marzo 1919: “Dopo aver battuto il nemico storico, dopo aver sconquassato l’Austria per virtù di baionette e di cuore, dobbiamo ancora affrontare, i nemici interni, i parassiti, i vigliacchi e gli imboscati…noi dichiariamo guerra al socialismo, non perché socialista, ma perché e stato contro la nazione” dalle parole forti ma soprattutto dal tono in cui Benito Mussolini le esprime si può vedere come sia forte il desiderio di rivivere e riportare ordine nella vita del novecento in quella romana dei Cesari. Molti intellettuali dell’epoca appoggiava a pieno il pensiero del Duce, basti pensare a D’annunzio anche se solo all’inizio, Farinacci e Marinetti, quest’ultimo in particolare scrisse: “ siete diventati arditi per amore della violenza e del bel gesto eroico..non preoccupatevi delle smorfie e dei sussieghi degli imboscati..voi siete i primi, i più alti e i padroni della nuova Italia”. Tutto questo portò a un lento declino dello stato italiano, che non poteva più contare su se stesso, nemmeno con uno spirito nazionalistico così determinato e forte.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo principale di Mussolini con il fascismo?
- Come venivano percepiti i fascisti agli inizi del novecento?
- In che modo Mussolini riuscì a ottenere il sostegno dei giovani?
- Qual è stato il ruolo della guerra nel cambiamento del pensiero italiano?
- Quali intellettuali appoggiarono il pensiero di Mussolini?
Mussolini mirava a manipolare la mente delle persone per riportare l'Italia alla gloria romana, creando uno stato totalitario e fascistizzando l'intero popolo italiano fin dall'infanzia.
All'inizio del novecento, i fascisti erano visti come alleati della giustizia, capaci di reprimere il disordine e riportare la pace generale, imponendo però regole durissime.
Mussolini attrasse molti giovani grazie alla loro immaturità e inesperienza, rieducandoli anche a scuola per assicurarsi il loro pieno appoggio e sostegno per lo sviluppo dello stato fascista.
La guerra, con la sua sofferenza e morte, fu la causa principale del cambiamento, fornendo a Mussolini e ad alcuni scrittori dell'epoca un punto di forza per promuovere un nuovo atteggiamento.
Intellettuali come D'Annunzio, Farinacci e Marinetti appoggiarono il pensiero del Duce, con Marinetti che esaltava l'amore per la violenza e il gesto eroico.