vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Saggio breve su Giovanni Giolitti e le questioni sociali
Con la nascita della società di massa, il popolo acquisisce coscienza del grande peso politico ed economico che ne esercita e di conseguenza tra la fine e l'inizio del Novecento si assiste ad un cambiamento delle società più progredite dell’Europa occidentale, in Italia questa evoluzione politica, su cui si fonda il Paese oggi, si deve in particolare a Giovanni Giolitti, statista e uomo politico che ha segnato il Novecento in Italia che fino ad allora era governata da una politica caratterizzata da metodi antidemocratici e quest'ultimo fu il personaggio che ha saputo dare un ruolo attivo al popolo deciso a lasciarsi definitivamente alle spalle "la crisi di fine secolo", senza sconvolgere il sistema liberale e quindi lo stato borghese. "Giolitti affermò che le questioni sociali erano ora più importanti di quelle politiche e che sarebbero state esse in avvenire a differenziare i vari gruppi politici gli uni dagli altri". Giolitti prese sul serio le questioni sociali inaugurando una nuova politica sociale insieme a Zanardelli istituendo nel 1902 l'Ufficio del Lavoro, con il compito di studiare proposte possibili per facilitare i rapporti di lavoro introducendo limiti all'impiego delle donne e bambini nelle fabbriche e assicurazioni obbligatorie contro gli infortuni per i lavoratori. Altre riforme importanti come quelle che autorizzarono le municipalizzazioni dei servizi pubblici (gas, luce e trasporti), l'opera di riforma della scuola pubblica, prolungandone il periodo dell'obbligo scolastico con effetti significativi e progressiva diminuzione dell'analfabetismo e infine non meno importante, la nazionalizzazione delle ferrovie. Giolitti attuò un piano legislativo importante per aiutare le economie meridionali, in quanto persisteva un forte divario economico tra l'Italia meridionale e l'Italia settentrionale, questo ricorso viene chiamata "legislazione speciale" e comprende una serie di riforme, come i Provvedimenti speciali per Napoli che prevedono sgravi fiscali sui beni di consumo e l'esenzione decennale dai dazi doganali per i materiali da costruzione, per le macchine e attrezzature che possano servire all'impianto di nuove industrie nella città di Napoli e oltre, viene poi approvata una legge che riforma i contratti agrari obbligando i proprietari meridionali a introdurre clausole di affitto con condizioni più favorevoli per gli affittuari. "Nel campo politico poi vi è un punto essenziale e di vera attualità nel quale i metodi di governo hanno urgente bisogno di essere mutati." G. Giolitti , Discorso agli elettori del collegio di Dronero" Giolitti seppur impegnatosi a ristabilire un'economia politica e sociale in Italia settentrionale e meridionale si contraddice con una pecurialità dell'Italia Meridionale da prendere in considerazione, Giolitti viene infatti accusato di non aver fatto nulla di serio per estirpare la mafia e la camorra, ovvero la formazione di gruppi criminali organizzati divisi tra la Sicilia e nel Napoletano tant'è che Gaetano Salvemini gli accosta la nomea di ''Ministro della Malavita''. Questi gruppi criminali comportano un pesante costo aggiuntivo per l'economia meridionale nella quale svolgono un'azione essenzialmente parassitaria e oltre a essere un peso nelle questioni civili e politiche sono una delle ragioni relative alla lentezza dello sviluppo economico meridionale. In conclusione Giolitti fu un grande politico: lo stesso Salvemini dovette ritrattare le sue affermazioni, poiché anche lui riconobbe l'efficacia e la genuinità del governo Giolitti, nonostante la peculiarità della mafia e della camorra tutt'ora persistente in meridione.