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Possiamo distinguere tra svantaggio individuale,
come nel caso dell’handicap, e svantaggio collettivo,
che interessa categorie o gruppi sociali,
come nel caso delle minoranze etniche.
Tendiamo a classificare gli altri in categorie: questo fatto può essere fonte di pregiudizio e
concorrere alla stigmatizzazione e al bias di accentuazione, la tendenza a esagerare le
differenze tra individui appartenenti a categorie diverse e a minimizzare quelle tra
individui della stessa categoria.
È abituale classificare lo svantaggio a seconda dei motivi principali che lo originano:
handicap, povertà, genere femminile, mancanza di istruzione, appartenenza a una
minoranza etnica ecc.
Particolarmente utile nella ricerca
è considerare tipi diversi di svantaggio
a seconda delle opportunità negate.
LETTERATURA INGLESE
CHARLES DICKENS (1812-
1870)
Charles Dickens was born at Portsmouth in 1812. When
he was ten the family moved to London and there he was
given regular schooling until, in 1824, his father was sent
to prison for debt. A the age of twelve Charles was forced
to go to work in a factory, where he stuck labels on
battles of shoe-polish. The experience was traumatic.
Prison, the poor quarters of London, life in the city
streets and the other boys working in the factory
remained in his mind and profoundly influenced his
novels. His life was cut short by a stroke in 1870.
Dickens was deeply conscious of social injustice,
political incompetence, the poverty and suffering of the
great mass of the people, and the class conflicts of
Victorian England.
An example is “Oliver Twist” (1837-1838)which
recounts the sufferings of an orphan brought up in a
workhouse; while in “Hard life” (1854) he deals with the
sufferings of the factory system.
“ HARD TIMES ”
This novel is set in Coke town , an
industrial city .
It explores the related themes of the
inhumanity of the factory system and of
the utilitarian philosophy.
Coke town is a typical Victorian industrial
town where the air is polluted by smoke
and ashes and pervaded by the poisonous
smell from the canal and the river. The
monotonous, melancholy and hard life of
the people is reflected in the likeness of
the town and its people.
LETTERATURA ITALIANA
LUIGI PIRANDELLO
Nasce ad Agrigento nel 1867 , da una famiglia
dell'agiata borghesia, proprietaria di una miniera di zolfo.
Dopo aver frequentato il liceo classico a Palermo,
Pirandello si iscrive alla facoltà di Lettere
dell'Università di Roma, dedicandosi soprattutto
alla filologia romanza. In seguito a un violento litigio
con un docente, si trasferisce a Bonn nel 1889,
dove nel '91 si laurea con una tesi sul dialetto di Agrigento.
A Bonn resta come lettore d'italiano per un anno.
Nel '93 torna in Italia. L'anno dopo si sposa con la figlia di un socio di suo padre.
Il matrimonio era stato quasi "combinato”.
Si stabilisce con la famiglia a Roma ed entra nella vita culturale e letteraria del suo tempo,
collaborando a numerosi periodici: stringe amicizia con Luigi Capuana, mentre resta ostile al
D'Annunzio. Nel '97 assume, come incaricato, l'insegnamento di Letteratura italiana presso
l'Istituto superiore di Magistero a Roma; nel 1908 ne diventa professore ordinario insegnando
sino al 1922.
Nel 1903 una frana con allagamento distrugge la miniera di zolfo nella quale erano stati
investiti sia i capitali di suo padre che la dote di sua moglie, la quale, già sofferente di
nervi (sospettava continuamente che il marito la tradisse), si ammalò gravemente,
cominciando a manifestare i primi segni di uno squilibrio psichico che la condurrà poi in
manicomio. Pirandello reagì a questa situazione conducendo a Roma vita ritirata e
lavorando intensamente, anche per far fronte alle difficoltà economiche (insegnava,
scriveva e dava lezioni private).
Tuttavia, le sue novelle, raccolte poi col titolo
Novelle per un anno , e i suoi romanzi
(L'esclusa, Il turno, Il fu Mattia Pascal e altri),
nonché i suoi saggi (in particolare L'umorismo)
passarono quasi inosservati.
La celebrità gli giunse soltanto in età matura,
quando, a partire dal 1916, si rivolse quasi
interamente al teatro. Le sue commedie,
talvolta accolte con dissensi clamorosi,
si imposero al pubblico soprattutto dopo
la fine della I guerra mondiale.
Nel 1921 inizia ad ottenere grande successo anche all'estero, oscurando la fama del
D'Annunzio. Nel '24 si iscrive al partito fascista , pochi mesi dopo l'assassinio di
Matteotti. Tuttavia, Pirandello, che si era iscritto solo per aiutare il fascismo a
rinnovare la cultura, restandone presto deluso, non si è mai interessato di politica.
Nel '29 il governo Mussolini lo include nel primo gruppo dell' Accademia d'Italia
appena fondata (insieme a Marinetti, Panzini, Di Giacomo...): questo era allora il
massimo riconoscimento ufficiale per un artista italiano, ma Pirandello non se ne
dimostrò affatto entusiasta. Nel '25 assunse la direzione di una compagnia teatrale
di Roma, che resterà in vita sino al '28.
Nel '34 gli viene conferito il premio Nobel per la letteratura .
Durante le riprese cinematografiche de Il fu Mattia Pascal, effettuate a Roma
, si
ammala di polmonite e muore nel '36 , lasciando incompiuto I giganti della
montagna. A dispetto del regime fascista, che avrebbe voluto esequie di Stato,
vengono rispettare le clausole del suo testamento: "Carro d'infima classe, quello
dei poveri. Nudo. E nessuno m'accompagni, né parenti né amici. Il carro, il callo, il
cocchiere e basta" . E così fu fatto.
CIàULA SCOPRE LA LUNA
Ciàula scopre la luna è una novella del 1907 di Luigi Pirandello, contenuta nella raccolta
Novelle per un anno.
Ciaula è il caruso di un minatore ed ha sempre vissuto in miniera. Quando una notte esce e
vede la luna ne rimane così strabiliato che scoppia a piangere.
Trama
La novella tratta di un povero manovale
di nome Ciàula, che lavorava in una miniera
di zolfo in Sicilia, controllato dal padrone Zi Scarda.
Il protagonista è descritto orribilmente: ha la bocca sdentata, le orecchie a sventola, gli occhi da
ebete e le gambe magre e storte. Per tutta la novella è presentato come un animale, e si parla
addirittura di un verso che emette, simile a quello delle cornacchie: per questo tutti lo chiamano
Ciàula. I compagni lo deridono continuamente, dandogli calci come fosse un cane. E lui, come
un animale, dormiva in terra, su un sacco di paglia, e trascinava fuori dalla miniera, lungo una
ripida scala, pesanti sacchi di zolfo.
Una sera Cacciagallina, il padrone della miniera, vuole che i minatori restino a lavorare, ma
tutti scappano. Gli unici che restano sono Zi Scarda e il suo servo Ciàula che, molto stanco,
non si ribella ed ubbidisce. Lavorare di giorno o di notte nella miniera era la stessa cosa,
infatti era sempre buio. E quando Ciàula risaliva per la scala carico di sacchi e rivedeva le
cose di sempre illuminate dalla luce del sole, si sentiva rassicurato. Il buio della miniera
comunque non lo intimoriva: conosceva perfettamente tutte le gallerie e si sentiva sicuro.
Aveva invece molta paura del buio della notte, perché una volta nella miniera era
scoppiata una mina che aveva fatto crollare una galleria: Ciàula, spaventato, si era
nascosto in una grotta e vi ci era rimasto a lungo. Una volta uscito la notte fonda non gli
permise di vedere quel che lo circondava, trasmettendogli un senso di smarrimento e
timore.
Anche quella notte il protagonista trasportava il
sacco pieno di zolfo, stravolto per la fatica, ma
soprattutto impaurito per il buio che avrebbe
trovato uscendo dalla miniera. Quando arrivò in
prossimità degli ultimi scalini, tuttavia, con
grande stupore si accorse di essere circondato da
un lieve chiarore argentato. Sbalordito, non capì:
lasciò cadere il sacco dalle spalle e, sollevate le
braccia, aprì le mani nere verso la fonte di tale
luce, la luna. Ciàula sapeva dell'esistenza della luna, ma non si era mai
soffermato ad osservarla. Solo ora, sbucando dal ventre della
terra, la scoprì veramente. Pieno di ammirazione, si sedette
sul sacco appena abbandonato davanti alla buca e restò a
guardare il satellite, che gli si stanziava davanti in tutta la sua
calma bellezza. E, per questa scoperta, cedette ad un
incontenibile pianto liberatorio. Le sue lacrime dimostrarono
che lui non è un animale come tutti credevano:
l’ammirazione per la bellezza della natura e la capacità di
commuoversi sono proprie infatti solo degli uomini.
PEDAGOGIA
Edouard Séguin nasce a Clemency in Francia nel 1812 in
una famiglia di medici, ma non segue le orme del padre e
dello zio,scegliendo di portare avanti studi di legge. Nel
1837,giovane ancora incerto sul suo futuro professionale,
accetta di collaborare con il Dott. Itard, che aveva
studiato con suo padre, nel trattamento del caso di un
giovane idiota. Séguin da questo momento in poi dedica
tutta la sua vita, ricercando, studiando, sperimentando un
metodo che agendo non sulla affezione detta idiozia, ma
su tutte le facoltà della persona, faccia dell' individuo
"idiota" un individuo e basta. Un metodo,che, partendo da
un'accurata diagnosi clinica della situazione del
soggetto in difficoltà, segue un percorso educativo e
pedagogico.
Ciò che interessa a Séguin è l'individuo, al quale rivolge una adeguata educazione delle attività,
l'intelligenza e la volontà, "che corrispondono ai tre aspetti dell'essere umano: il sentimento,
l'intelletto e la moralità". Per ognuno di questi aspetti Séguin, traccia un piano di esercizi
estremamente minuzioso, e inventa e fa costruire un ricco materiale, una collezione di oggetti
che egli chiama "forcipi dell'intelligenza".
L'educazione deve affrontare le tre facoltà, perciò la prima cura sarà quella dell'attività, che
comprende la motilità, e l'affinamento della sensibilità per mezzo dei sensi.
In seguito verrà l'educazione intellettuale, attraverso esercizi resi possibili dalla precedente
educazione sensoriale; infine, l'educazione della volontà, il controllo degli istinti e l'educazione
morale devono dominare l'insieme dell'insegnamento.
Va notato che la moralità, nella concezione di Séguin, non ha alcuna implicazione spirituale
o religiosa. Il trattamento morale costituisce quindi il coronamento di tutto il programma di
educazione, in quanto la forza e l'intelligenza, senza il controllo della volontà, possono essere
addirittura pericolose ; questa parte del programma di educazione elaborato dal Séguin è in
grado di far passare l'idiota "dallo stato eccezionale in cui è relegato, allo stato sociale" .
Il fine dell'educazione è la libertà, e la prima condizione per essere liberi è quella di
volerlo essere: la volontà è una facoltà non solo individuale, ma anche sociale.
Attraverso la paziente educazione o rieducazione delle tre facoltà fondamentali dell'uomo,
quindi, i giovani pazienti del Séguin passano gradatamente da uno stato di passività e
dipendenza ad uno di attività, di libertà e di autonomia. Séguin chiama questo metodo
"educazione fisiologica": una educazione rispettosa del bambino a partire dalla sua fisiologia.
Per la stesura della sua opera intitolata
“Trattamento morale, igienico ed educazione
degli idioti e degli altri fanciulli ritardati”
Sèguin trasse ispirazione anche dai lavori del
Dott. Itard, autore di un importante scritto
sull’educazione di un «ragazzo selvaggio»
trovato nella regione dell’Aveyron.
( Legge 517/1977: per l’inserimento scolastico
degli handicappati)
Con ciò, egli rimane il più importante studioso della Francia positivista per quanto
concerne l’educazione degli individui che nella società del suo tempo venivano
generalmente definiti «ritardati». Del suo metodo fisiologico si occuperà fino alla morte,
nel 1880 a New York.