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Concetti Chiave

  • Il consumismo, diffuso nei Paesi industrializzati, rappresenta un desiderio sfrenato di acquistare beni e servizi, comportando rischi ambientali e sociali.
  • In Italia, il consumismo di massa nasce nel dopoguerra con il boom economico, caratterizzato dalla crescita industriale e da nuove abitudini di consumo.
  • Dopo la crisi del 2008, le abitudini di consumo cambiano, prediligendo essenzialità e condivisione, portando alla crescita della sharing economy.
  • Si ipotizza una futura società post-consumista, focalizzata su autoproduzione e risparmio, influenzata dal movimento della "decrescita felice".
  • Esistono opinioni contrastanti sul modello di vita essenziale, con timori di impatti negativi sull'economia e sulla società se applicato su larga scala.

Questo appunto di Italiano tratta il tema del consumismo. Dopo una breve introduzione che delinea che cos’è il consumismo, viene analizzato in modo approfondito la sua origine e il suo sviluppo. Il terzo paragrafo analizza i cambiamenti che hanno caratterizzato il comportamento economico e di acquisto dopo la crisi del 2008. Il Consumismo, una risorsa e un male inevitabile articolo

Indice

  1. Che cos’è il consumismo
  2. Come si è sviluppato il consumismo
  3. I cambiamenti economici dopo la crisi del 2008
  4. Conclusioni finali sul fenomeno del consumismo

Che cos’è il consumismo

Il consumismo è un fenomeno che è molto diffuso e radicato negli Stati più industrializzati.

Comporta lo sfrenato desiderio di acquistare continuamente nuovi prodotti, beni e servizi. Questa corsa sfrenata e indiscriminata agli acquisti non è però esente da rischi ed effetti negativi. Il prezzo da pagare per quest’agiatezza rimane poi il degrado e l’inquinamento sempre maggiore dell’ambiente in cui viviamo. Anche l’uomo finisce per rimanerne contagiato dalla società consumista, non comprendendo che il progresso non può essere dato unicamente dallo sviluppo della tecnologia e dallo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, ma deve essere volto piuttosto a una crescita più equa ed ecosostenibile.

Come si è sviluppato il consumismo

In Italia le basi del consumismo di massa si hanno, dopo la fine della seconda guerra mondiale, con l’avvento del boom economico che caratterizzò gli anni che vanno dal 1959 al 1963

. Fino allora l’agricoltura era predominante, i valori riconosciuti erano quelli di consumare unicamente i prodotti che si riuscivano a produrre in proprio; vi era un grande spirito di sacrificio per ricostruire tutto ciò che era andato distrutto con la guerra. Le famiglie erano perlopiù monoreddito e vi era grande propensione al risparmio. Dopo la fine della guerra, in Italia come nel resto dell’Europa, seguì un periodo di grande trasformazione sia nel campo sociale sia in quello economico e culturale. La grande disponibilità di mano d’opera a basso costo favorì il grande sviluppo delle industrie, soprattutto meccaniche e siderurgiche, facilitate anche dalla migrazione di lavoratori dal sud sottosviluppato al nord dove erano ubicate le fabbriche. I risultati di queste trasformazioni crearono un vero e proprio miracolo economico; s’incominciò ad avvertire un diffuso benessere. I simboli di questo boom economico furono le prime automobili di piccola cilindrata e in genere gli elettrodomestici, così come lo sviluppo del turismo di massa. Questo fenomeno diventa anche un nuovo modello di vita, un mezzo per socializzare, tutti comprano gli stessi prodotti, i cui modelli sono pubblicizzati dalla televisione. Carosello diventa un cult, un vero e proprio fatto di costume. Il consumismo consisteva nel possesso di questi prodotti e nella loro ostentazione per non sentirsi esclusi ed emarginati.

I cambiamenti economici dopo la crisi del 2008

Con l’avvento della crisi economica-finanziaria, iniziata nel 2008 e i cui effetti si percepiscono ancora adesso, si sono modificate drasticamente le abitudini al consumo. Parecchi acquisti sono stati sostituiti con diversi stili di vita. Si riducono i consumi alimentari con particolare riferimento ai generi voluttuari e a quelli facilmente sostituibili con il casalingo: si mangiano meno carne, pesce, frutta e verdura. Un italiano su due oggi compra solo beni essenziali, insostituibili, è attento alle promozioni e offerte riscoprendo, in non pochi casi, i vantaggi della cucina casalinga e dell’orticello sotto casa. Se da un lato quest’atteggiamento comporta un certo virtuosismo, evitando gli sprechi e il ricorso massiccio ai cibi industriali, dall’altro presenta non pochi aspetti negativi per i singoli cittadini consumatori e per le imprese produttrici. C’è frequente ricorso ai servizi che permettono la compartecipazione e lo scambio dei beni, ad esempio passaggi in auto, scambio di appartamenti per le vacanze, la crescita di Uber stesso che permette il noleggio di auto con conducenti. Non compro: condivido, scambio, baratto. Tramontata la società dei consumi di massa ad ogni costo, nasce la sharing economy; l’economia della condivisione, dello scambio; si ritorna alla forma del baratto. Si acquista solo l’indispensabile.

Per ulteriori approfondimenti sulla tematica del consumismo vedi anche qua

Il Consumismo, una risorsa e un male inevitabile articolo

Conclusioni finali sul fenomeno del consumismo

In conclusione, sulla base delle gravi ripercussioni causate dalla recentissima crisi economica, non è sbagliato ipotizzare una futura società che riesca a superare il concetto del consumismo di massa; una società in cui tutti sono più dediti all’autoproduzione, all’associazionismo spontaneo in modo da creare meccanismi di risparmio, relazioni di scambio per far in modo di non essere più completamente schiavi dei mercati e delle loro logiche di profitto. Come teorizzato dall’economista Serge Latouche con il suo movimento “decrescita felice”, potremmo assistere a un incremento della qualità della nostra vita materiale diminuendo contemporaneamente il PIL. Come afferma la scrittrice inglese Sophie Kinsella nel suo romanzo “I love shopping”, si potrebbe pensare a un nuovo stile di vita e di cultura, completamente diverso dai precedenti. Sostituire gli acquisti compulsivi e sconsiderati, che determinano un grande spreco di denaro e di risorse, con una visione di vita, probabilmente utopista allo stato attuale, semplice, ordinata, essenziale, parsimoniosa, nella quale spendere poco o nulla. Tutti, in parte inconsapevolmente, ci siamo ridotti a essere vittime del materialismo capitalista. Liberarsi da questa tagliola richiede certamente uno sforzo incredibile e una volontà ferrea propria di un elefante.
Al contrario di quanto scritto in precedenza, qualcuno potrebbe obiettare che il modello di vita zen, se applicato su larghissima scala, porterebbe a un notevole calo degli acquisti con conseguente arretramento dei livelli produttivi, crescente disoccupazione, scarsità di risorse monetarie. Tutto questo avrebbe come ripercussione una società frustrata, composta di giovani disoccupati, esodati, pieni di rabbia e di livore, sempre meno tutelati. Vale la pena di arrivare a questo punto? Il progresso della civiltà umana può arretrare o arrestarsi?

Per ulteriori approfondimenti che forniscono delle considerazioni consumismo vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Che cos'è il consumismo e quali sono i suoi effetti negativi?
  2. Il consumismo è un fenomeno diffuso nei paesi industrializzati, caratterizzato dal desiderio sfrenato di acquistare nuovi prodotti. Gli effetti negativi includono degrado ambientale e inquinamento, oltre a una visione limitata del progresso basata solo sulla tecnologia e lo sfruttamento delle risorse naturali.

  3. Come si è sviluppato il consumismo in Italia?
  4. In Italia, il consumismo di massa si è sviluppato dopo la seconda guerra mondiale, durante il boom economico tra il 1959 e il 1963. Questo periodo ha visto un grande sviluppo industriale e un diffuso benessere, con l'acquisto di automobili e elettrodomestici diventati simboli di status sociale.

  5. Quali cambiamenti economici sono avvenuti dopo la crisi del 2008?
  6. Dopo la crisi del 2008, le abitudini di consumo sono cambiate drasticamente. Molti italiani hanno ridotto i consumi alimentari e si sono orientati verso stili di vita più sostenibili, riscoprendo la cucina casalinga e l'orticello. È emersa la sharing economy, con un aumento della condivisione e dello scambio di beni.

  7. Quali sono le conclusioni finali sul fenomeno del consumismo?
  8. Le conclusioni suggeriscono che, a causa delle ripercussioni della crisi economica, potrebbe emergere una società che supera il consumismo di massa, favorendo l'autoproduzione e lo scambio. Questo potrebbe portare a una vita più semplice e parsimoniosa, come teorizzato dalla "decrescita felice" di Serge Latouche.

  9. Quali sono le possibili obiezioni al superamento del consumismo?
  10. Alcuni potrebbero obiettare che un modello di vita più semplice potrebbe ridurre gli acquisti, causando un calo della produzione, disoccupazione e una società frustrata. Questo solleva la questione se il progresso della civiltà umana possa arretrare o arrestarsi.

Domande e risposte

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