4' di lettura 4' di lettura
Affitto Studenti: Roma e Milano le più care. Ecco i dati. articolo

Studiare fuori sede per molti giovani è una necessità, ma gli ultimi dati indicano come l’affitto studenti sia una spesa il più delle volte quasi insostenibile.

AFFITTO STUDENTI: PREMESSA
Nonostante un’offerta universitaria sempre più ampia e diffusa anche nel Belpaese, molti giovani sono costretti a spostarsi dal proprio luogo d’origine per studiare, talvolta anche a grande distanza da casa.
L’alloggio diventa quindi una necessità, che purtroppo si trasforma quasi sempre in un supplizio da un punto di vista economico: le offerte pubbliche (Diritto allo studio e affini) sono estremamente limitate e carenti, e tocca dunque rivolgersi ai privati, destreggiandosi in una giungla di irregolarità strutturali, evasione fiscale e prezzi proibitivi.

Leggi anche: 5 cose che devi sapere prima di firmare il contratto d’affitto

AFFITTO STUDENTI: GLI ULTIMI DATI
A confermare l’impressione diffusa, e già ben nota a chi deve fare letteralmente i conti con queste realtà, è un recente studio dell’Ufficio Politiche Abitative della CGIL, in collaborazione con il Sunia e l’Unione degli Universitari. E i dati sono tutt’altro che confortanti: secondo gli studenti fuori sede presi come campione del sondaggio, la spesa principale legata allo studio è proprio quella dell’affitto, che può arrivare a incidere addirittura per l’80% del budget mensile. Il 30% degli intervistati denuncia inoltre difficoltà da parte della famiglia nel sostenere queste spese.
Affitto Studenti: Roma e Milano le più care. Ecco i dati. articolo

Non ne esce certo meglio, come accennato, il servizio pubblico di alloggio per gli studenti: sempre secondo lo studio promosso dal sindacato nazionale, ne sarebbe beneficiario solamente il 2% della popolazione universitaria, a fronte di medie europee che scollinano ampiamente il 10% (addirittura 20% in Svezia e Danimarca). Oltre all’affitto, la relazione indica parecchi altri indici di spesa non indifferenti: al secondo posto verrebbero infatti le famigerate tasse universitarie, che sarebbero aumentate mediamente addirittura del 5% nel solo ultimo anno. Ad esse, comprensive peraltro anche della Tassa Regionale sul Diritto allo Studio, seguono le spese per libri e materiale didattico, per concludere con le utenze, i pasti e i trasporti. I dati sono comunque molto oscillanti e legati in particolar modo a sedi (Milano e Roma sono, prevedibilmente, le città dove vitto, alloggio e spese affini risultano più salate) e indirizzi di studio (a parità di sede universitaria, sono le facoltà sanitarie, Ingegneria e Architettura i corsi più cari).

Leggi anche: Cessione e subentro del contratto d’affitto: i 5 passi da seguire

AFFITTO STUDENTI: COME TUTELARSI
Lo studio della CGIL conclude calcolando quanto questi costi incidano sulle famiglie: a livello nazionale, emerge che far studiare un figlio richiede il 23,8% del bilancio famigliare, con punte che superano il 30% nell’area insulare (31% contro il 21,4 del Nord-Ovest, dato minimo rilevato). Il sindacato, il Sunia e l’Udu hanno poi compilato una sorta di vademecum da tenere presente per chiunque sia in affitto o si accinga a cercare alloggio, ricordando di leggere attentamente i contratti affinché canone e clausole corrispondano alle normative nazionali. Per chi invece sia alla ricerca di una sistemazione si raccomanda la richiesta esplicita del rispetto della legge 431, che regola proprio i contratti d’affitto. Giova inoltre ricordare che in caso di illeciti (affitti in nero, ad esempio) è utile rivolgersi alle agenzie locali o alle forze dell’ordine: esistono leggi molto severe a tutela dell’inquilino, che possono addirittura dar diritto all’affitto gratuito in caso di denuncia del mancato regolare contratto.