Concetti Chiave
- La Rivoluzione urbana del Neolitico trasformò i villaggi in città complesse, grazie all'agricoltura irrigua che garantiva eccedenze alimentari.
- Le civiltà fluviali, come quelle dell'Egitto e della Mesopotamia, sfruttavano le acque dei grandi fiumi per stabilizzare l'economia agricola.
- La crescita urbana portò allo sviluppo di attività economiche diversificate, con artigiani e mercanti che contribuirono all'economia cittadina.
- Le città divennero centri religiosi con templi, attrattivi per le comunità circostanti, influenzando la struttura sociale e la divisione del lavoro.
- La Rivoluzione urbana segna la nascita di complesse strutture sociali, economiche e politiche che caratterizzano le città ancora oggi.
Indice
Agricoltura nel neolitico
E' possibile vedere il fenomeno della Rivoluzione urbana nel corso del Neolitico.
Nel corso del Neolitico i contadini praticavano la cosiddetta agricoltura secca, cioè irrigavano i campi affidandosi esclusivamente alla pioggia. L'economia che si sviluppo era dunque fortemente instabile in quanto tutto dipendeva dal clima: un anno di siccità poteva infatti compromettere l'intero raccolto e condizionare la vita dell'intera comunità.
Sviluppo delle civiltà fluviali
Tra il IV e il III millennio a.C., in alcune zone dove erano presenti grandi fiumi, si sviluppò invece l'agricoltura irrigua, basata sullo sfruttamento delle acque che permettevano di rigenerare il terreno attraverso l'irrigazione o l'allagamento periodico dei campi stessi. Le civiltà che si svilupparono in Egitto, nella valle del Nilo, in Mesopotamia fra il Tigri e l'Eufrate, lungo il corso dell'Indo e lungo il Fiume Giallo, in Cina, vennero perciò chiamate civiltà fluviali o idrauliche.
Il sistema socio-economico sorto intorno ai grandi fiumi ebbe alcune caratteristiche peculiari, come la formazione di eccedenze (cioè disponibilità di cibo superiori a quelle necessarie per la sussistenza) e lo sviluppo di una classe dominante capace di dirigere i grandi lavori indispensaili per lo sfruttamento delle acque.
Espansione dei villaggi in città
Verso la fine del Neolitico alcuni villaggi sorti nei territori più fertili del Vicino Oriente si ampliarono sempre di più, fino a trasformarsi in vere e proprie città, caratterizzate dalla presenza di una popolazione che svolgeva attività economiche diversificate: l'agricoltura e la pastorizia erano infatti molto sviluppate e la produzione di eccedenze permetteva agli abitanti di dedicarsi all'artigianato e al commercio. Lo sviluppo di questi centri-guida fu dovuto anche alla presenza di templi, che divennero poli di attrazione nei confronti dei villaggi vicini sprovvisti della "casa di Dio".
La piena fioritura delle città i manifestò durante la seconda metà del IV millennio a.C. nella cosiddetta Mezzaluna fertile, vale a dire nell'area compresa tra l'alto corso del Nilo, le terre affacciate sul Mediterraneo orientale e la pianura della Mesopotamia. Si tratta quindi della Rivoluzione urbana delle prime civiltà come i Sumeri e i Babilonesi.
Caratteristiche delle città antiche
La differenza tra i villaggi neolitici e le città non si limitava alle dimensioni, sicuramente maggiori nei centri urbani, ma aveva a che fare con molti altri elementi che anche oggi caratterizzano le città: la loro particolare struttura; le nuove funzioni economiche, politiche e religiose; l'organizzazione sociale molto più complessa e articolata che diede luogo alla nascita delle prime forme di divisione del lavoro e di differenziazione sociale. I contadini e i pastori erano infatti impegnati nella produzione del cibo; gli artigiani lavoravano "a tempo pieno" l'argilla, il cuoio e i metalli per fabbricare manufatti di vario genere; i mercanti barattavano le merci e si spingevano anche in luoghi lontani per reperirvi materie prime e beni di lusso; i funzionari curavano la costruzione di canali e, insieme agli scribi, la raccolta dei prodotti, la loro registrazione, la distribuzione delle derrate alimentari; i soldati provvedevano alla difesa della città e dei villaggi circostanti; i sacerdoti, infine, interpretavano i segni celesti e si occupavano delle cerimonie religiose per far sì che le divinità protettrici si mostrassero benevole nei confronti dell'uomo.
Rivoluzione urbana e sue conseguenze
Per indicare le complesse trasformazioni del processo che portò alla nascita delle città e le consegunze che tale fenomeno determinò sul piano sociale ed economico, gli storici utilizzano l'espressione rivoluzione urbana.
Domande da interrogazione
- Quali erano le caratteristiche principali dell'agricoltura nel Neolitico?
- Come si sviluppò l'agricoltura irrigua e quali civiltà ne beneficiarono?
- Quali furono le conseguenze sociali ed economiche della Rivoluzione urbana?
- In che modo i templi influenzarono lo sviluppo delle città?
- Quali erano le nuove funzioni e strutture delle città rispetto ai villaggi neolitici?
Durante il Neolitico, l'agricoltura era principalmente "secca", basata sulla pioggia, rendendo l'economia instabile e dipendente dal clima.
Tra il IV e il III millennio a.C., l'agricoltura irrigua si sviluppò in aree con grandi fiumi, beneficiando civiltà come quelle dell'Egitto, Mesopotamia, valle dell'Indo e Fiume Giallo.
La Rivoluzione urbana portò alla formazione di eccedenze alimentari, sviluppo di classi dominanti, diversificazione delle attività economiche e complessità sociale.
I templi divennero poli di attrazione per i villaggi vicini, contribuendo allo sviluppo delle città come centri economici e religiosi.
Le città avevano strutture più complesse, funzioni economiche, politiche e religiose diversificate, e una società con divisione del lavoro e differenziazione sociale.