Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • L'uomo primitivo viveva come gli animali, sfruttando l'ambiente per raccogliere cibo e cacciare, integrandosi nelle catene alimentari.
  • Con la transizione da cacciatore-raccoglitore ad agricoltore e allevatore, l'uomo inizia a controllare e modificare l'ambiente.
  • L'agricoltura permette all'uomo di stabilire catene alimentari più corte, diventando l'ultimo anello di queste catene.
  • Intervenendo sull'ambiente, l'uomo sviluppa tecniche per eliminare ostacoli come erbe infestanti e parassiti, modificando il paesaggio.
  • La sedentarizzazione, resa possibile dall'agricoltura, porta alla nascita dei primi villaggi e strutture organizzate.

Indice

  1. L'uomo primitivo e la natura
  2. La rivoluzione agricola

L'uomo primitivo e la natura

Quando fa la sua comparsa sulla Terra l’uomo si trova in condizioni simili a quelle degli animali: vive in un certo ambiente, ne è parte, ma la sua capacità di modificarlo è quasi nulla. Egli lo usa, si nutre di ciò che la natura gli mette a disposizione: raccoglie frutti e vegetali commestibili e organizza battute di caccia per catturare la selvaggina. Si inserisce nelle catene alimentari, di volta in volta, come vegetariano e come carnivoro. A queste catene alimentari l’uomo è strettamente legato e perciò deve spostarsi continuamente per seguire la selvaggina nelle sue migrazioni o per trovare nuovi territori più ricchi da sfruttare.

La rivoluzione agricola

Il rapporto tra l’uomo e la natura cambia completamente quando egli smette di essere solamente raccoglitore e cacciatore e diventa anche agricoltore e allevatore. Il nostro antenato impara allora a favorire la crescita e lo sviluppo di quei vegetali e di quegli animali di cui si ciba; così facendo crea delle catene alimentari molto corte di cui egli rappresenta l’ultimo anello. Per trarre il massimo vantaggio possibile da queste catene alimentari usa tutti i sistemi che riesce a inventare per combattere ed eliminare gli organismi che lo ostacolano (le erbe infestanti dei campi, i parassiti delle piante, i predatori degli animali domestici ecc.). Interviene in modo più evidente sull’ambiente, disboscando il terreno per coltivare cereali come l’orzo e il frumento e per creare pascoli per gli animali che ha imparato ad addomesticare. L’agricoltura cambia completamente il suo modo di vita: ora l’uomo non deve più spostarsi in continuazione alla ricerca di cibo poiché è in grado di procurarselo con il lavoro. Può quindi stabilirsi in una località adeguata alle sue esigenze: nascono i primi villaggi e le prime strutture abitative organizzate.

Domande da interrogazione

  1. Quali erano le condizioni di vita dell'uomo primitivo in relazione alla natura?
  2. L'uomo primitivo viveva in condizioni simili agli animali, utilizzando ciò che la natura offriva senza modificarla, raccogliendo frutti e cacciando selvaggina, e spostandosi continuamente per seguire le migrazioni degli animali o trovare nuovi territori.

  3. Come ha cambiato la rivoluzione agricola il rapporto tra l'uomo e la natura?
  4. La rivoluzione agricola ha trasformato l'uomo da raccoglitore e cacciatore ad agricoltore e allevatore, permettendogli di stabilirsi in un luogo fisso, coltivare piante, allevare animali e creare villaggi, modificando attivamente l'ambiente per soddisfare le sue esigenze alimentari.

  5. Quali sono stati gli effetti della rivoluzione agricola sullo stile di vita dell'uomo?
  6. La rivoluzione agricola ha permesso all'uomo di non doversi più spostare continuamente per cercare cibo, consentendogli di stabilirsi in villaggi e sviluppare strutture abitative organizzate, cambiando completamente il suo modo di vita.

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