Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Nel XVIII secolo, le nuove abitudini alimentari includevano mais e patata, essenziali per prevenire carestie in Europa.
  • Il caffè, introdotto dall'Etiopia e popolare a Parigi, divenne un simbolo di socialità e cultura, con locali come il Procope come centri di incontro.
  • Il cioccolato, inizialmente usato per scopi curativi, e i superalcolici divennero popolari tra le classi aristocratiche.
  • La distillazione, utilizzata per creare alcolici come acquavite, gin e rum, aumentò grazie a strumenti come l'alambicco.
  • I superalcolici, meno costosi della birra, portarono a un aumento del consumo e a conseguenze sociali come l'alcolismo.

Indice

  1. Trasformazione delle abitudini alimentari
  2. Diffusione del caffè in Europa
  3. Produzione e consumo di alcolici
  4. Diffusione e impatto dei superalcolici

Trasformazione delle abitudini alimentari

Nella seconda metà del Settecento venne portata a termine la trasformazione delle abitudini alimentari iniziata nei primi anni del XV secolo a seguito della scoperta del Nuovo Mondo. Le Americhe avevano messo a disposizione delle popolazioni europee nuove culture, soprattutto mais e patata, che ora esplicavano tutte le loro potenzialità e provvidenziali in caso di carestia. Presso le classi aristocratiche presero piede anche il cioccolato e il caffè, quest’ultimo proveniente dal mondo islamico, a cui si aggiungevano anche gli alcolici. Il cioccolato fu il prodotto che si affermò con più difficoltà; infatti, ancora verso la metà del secolo era usata soltanto come un corroborante a fini curativi.

Diffusione del caffè in Europa

La pianta del caffè forse originaria della Persia, ma più probabilmente proviene dall’Etiopia. Nel 1615, fece il suo arrivo a Venezia e qualche anni più tardi lo troviamo anche a Marsiglia e a Parigi. È nella capitale francese che si aprirono le prime botteghe specializzate nella vendita del caffè. Un italiano, Procopio de’ Coltelli, aprì nel quartiere Saint-Germain un locale con fa fortuna, il “Procope” che esiste tutt’oggi. Si trattava di una sala elegante dove, oltre al caffè, si vendevano anche canditi e liquori; la bottega diventò ben presto un luogo d’incontro per conversare di letteratura e politica; pertanto la moda del caffè si associò ad una nuova forma di relazioni e socialità.

Nel XVIII secolo il consumo della bevanda aumentò notevolmente ed il suo successo comportò un aumento dell’offerta; infatti, l’Europa cominciò ad organizzarne in proprio la produzione appoggiandosi sulle colonie e cominciò a diversificare la qualità in funzione dell’origine e di conseguenza anche i prezzi. Comunque, rispetto a quello degli altri prodotti, il prezzo del caffè rimase sostanzialmente stabile per tutto il secolo.

Produzione e consumo di alcolici

Fra i nuovi consumi che caratterizzano il Settecento ci sono anche i superalcolici. Prima del XVI secolo le uniche bevande alcoliche in uso venivano ottenute per fermentazione: si trattava di vino, birra e sidro. Per avere dei liquori al processo naturale della fermentazione era necessario aggiungere la distillazione, un’operazione chimica che necessitava dell’alambicco. Questo strumento era già conosciuto nel XII secolo ma ad uso esclusivo dei farmacisti. Solo nel Cinquecento, esso cominciò ad essere utilizzato per produrre l’acquavite, derivata dalla distillazione del vino e della vinaccia. Nel Settecento, l’uso dell’alambicco diventò di uso comune, ma la fabbricazione degli alcolici rimaneva molto difficile., anche se la produzione e il consumo aumentarono notevolmente. Tra i principali promotori c’erano i mercanti olandesi che ricavavano un notevole profitto nel distillare il vino in acquavite. Il vino è una merce che si conserva male mentre l’acquavite è più resistente, richiede spese di trasporto inferiori e costituisce un ottimo additivo per dare corpo ad un vino di gradazione debole. In un certo senso, l’acquavite diventò anche un’industria bellica perché si cominciò a far bere alcoolici ai soldati prima di iniziare una battaglia.

Diffusione e impatto dei superalcolici

Oltre all’acquavite circolava anche il rhum ricavato dalla canna da zucchero, il gin derivato dai cereali, il whisky e la vodka ricavata dalle patate. Gli alcolici da cereali ebbero una grande diffusione soprattutto perché il prezzo era modesto e, nell’insieme, in diminuzione. In Inghilterra era molto usato il gin, molto meno costoso della birra. Uso dei super alcoolici ebbe delle gravi conseguenze sociali come l’alcolismo.

Domande da interrogazione

  1. Quali nuove colture alimentari furono introdotte in Europa nel XVIII secolo?
  2. Nel XVIII secolo, le nuove colture alimentari introdotte in Europa furono principalmente il mais e la patata, provenienti dalle Americhe, che divennero fondamentali soprattutto in caso di carestia.

  3. Come si diffuse il consumo di caffè in Europa durante il XVIII secolo?
  4. Il consumo di caffè si diffuse notevolmente in Europa nel XVIII secolo, con l'apertura di botteghe specializzate, come il "Procope" a Parigi, che divennero luoghi di incontro per discutere di letteratura e politica.

  5. Quali furono le principali bevande alcoliche introdotte nel XVIII secolo?
  6. Nel XVIII secolo, oltre al vino, birra e sidro, furono introdotti superalcolici come l'acquavite, il rhum, il gin, il whisky e la vodka, grazie all'uso dell'alambicco per la distillazione.

  7. Quali furono le conseguenze sociali dell'aumento del consumo di superalcolici nel XVIII secolo?
  8. L'aumento del consumo di superalcolici nel XVIII secolo portò a gravi conseguenze sociali, tra cui l'alcolismo, a causa della diffusione e del prezzo modesto di queste bevande.

  9. Quale ruolo ebbero i mercanti olandesi nella produzione di alcolici nel XVIII secolo?
  10. I mercanti olandesi furono tra i principali promotori della produzione di alcolici nel XVIII secolo, ottenendo profitti significativi dalla distillazione del vino in acquavite, che era più resistente e meno costosa da trasportare.

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