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Concetti Chiave

  • La creazione del Santo Uffizio nel 1542 ha centralizzato l'inquisizione cattolica a Roma, uniformando le procedure nei tribunali vescovili per combattere le dottrine anticattoliche.
  • L'inquisizione spagnola, istituita nel 1479, era indipendente da Roma e sotto il controllo dei sovrani Ferdinando e Isabella, con Tomás de Torquemada come figura centrale.
  • Il Santo Uffizio si concentrava principalmente su eretici e intellettuali, limitando l'influenza delle superstizioni sui processi, a differenza delle cacce alle streghe nei paesi protestanti.
  • Gli inquisitori miravano a colpire intellettuali come Galileo e Giordano Bruno, le cui idee minacciavano le posizioni cattoliche, distinguendoli da vittime di accuse superstiziose.
  • L'inquisizione causava autocensura tra gli intellettuali, scoraggiando l'espressione di idee innovative per paura di repressione, influenzando anche questioni filosofiche e scientifiche.

Indice

  1. La centralizzazione dell'inquisizione
  2. L'inquisizione spagnola e la sua autonomia
  3. L'inquisizione e gli intellettuali

La centralizzazione dell'inquisizione

Nel 1542 viene fatto un altro passo dal papato con la creazione del Santo Uffizio, ovvero con la centralizzazione dell’inquisizione cattolica. L’inquisizione, che non è una creazione del ‘500 ma una realtà molto più antica, è l’insieme di quei tribunali vescovili, esistenti in tutte le città sedi di vescovato, che si dovevano occupare del controllo dell’ortodossia religiosa e punire chi non rispettava i dettami della Chiesa.

Essendo molteplici i tribunali vescovili, alcuni presentavano significative differenze dagli altri, avevano comportamenti differenziati di diocesi in diocesi a seconda di chi fosse il vescovo e il padre inquisitore da questi nominato per un certo periodo di tempo. La novità è quella di centralizzare a Roma la direzione dei tribunali inquisitoriali, che continuano ad avere sedi periferiche in tutti i vescovati, ma devono ora rispettare una serie di regole e di procedure stabilite dalla Curia romana. L’unificazione del comportamento inquisitoriale della Chiesa era volta a concentrarsi sul problema principale degli anni ’40 del ‘500, ovvero sulla diffusione delle dottrine contrarie al cattolicesimo, in parte luterane e in parte nate da questo generalizzato fermento di riflessioni anticattoliche.

L'inquisizione spagnola e la sua autonomia

Mentre l’inquisizione romana centralizza a Roma i processi inquisitoriali svolti in tutte le diocesi della cattolicità, dirige, dà direttive, impone procedure, etc. l’inquisizione spagnola era già attiva dal 1479 ed era stata creata da Ferdinando ed Isabella di Castiglia: con l’avallo del Papa, in un’area geografica in cui l’identità del popolo si era costituita nella lotta contro gli infedeli, i sovrani avevano ottenuto il diritto, l’autorità politica di centralizzare i processi inquisitoriali, che erano delegati a Tomás de Torquemada, un ecclesiastico nominato dal Re. Pertanto, in Spagna l’inquisizione non faceva capo a Roma ma ai sovrani.

L'inquisizione e gli intellettuali

La Congregazione del Santo Uffizio si occupa spesso di eretici (‘500), ma progressivamente sempre più di intellettuali e raramente di povera gente, di rado manda al rogo streghe: le grandi cacce alle streghe si fanno nei paesi protestanti, dove il processo di stregoneria viene spesso affidato a tribunali laici, perlopiù composti da esponenti di un popolo superstizioso e credulone. Soprattutto nel ‘600, infatti, gli inquisitori sono i primi a limitare l’astio scaturito dalla superstizione nei confronti di persone spesso semplicemente marginali della società, che diventano capri espiatori; questo è comprensibile: gli inquisitori sono ecclesiastici, laureati, che sanno distinguere coloro che vanno effettivamente giudicati da quelli vittime di accuse superstiziose. I bersagli più colpiti dall’inquisizione sono quegli intellettuali (Galileo Galilei, Campanella, Giordano Bruno) che esprimono delle opinioni che minano alle radici le posizioni cattoliche.

L’impatto dell’inquisizione è gravissimo non solo perché processa questi personaggi, ma anche perché comporta un’autocensura: molti intellettuali dell’Europa cattolica, nel corso del ‘500 e del ‘600, anche se hanno buone idee le tacciono perché temono l’intervento dell’inquisizione. Non c’è pertanto un effetto unicamente repressivo, ma c’è anche un effetto dissuasore dall'esprimere certe posizioni, che esulano anche dal campo strettamente religioso: finisce che gli inquisitori si occupano di questioni filosofiche e scientifiche, perché una metafisica rigida come quella dell’ortodossia cattolica si scontra facilmente con l’evolvere della cultura in età moderna.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata la principale innovazione dell'Inquisizione romana nel 1542?
  2. La principale innovazione è stata la centralizzazione dei tribunali inquisitoriali a Roma, con l'imposizione di regole e procedure stabilite dalla Curia romana.

  3. Come differiva l'Inquisizione spagnola da quella romana?
  4. L'Inquisizione spagnola era centralizzata dai sovrani spagnoli, Ferdinando e Isabella, e non faceva capo a Roma, ma ai sovrani stessi, con Tomás de Torquemada come figura chiave.

  5. Chi erano i principali bersagli dell'Inquisizione?
  6. I principali bersagli erano intellettuali come Galileo Galilei, Campanella e Giordano Bruno, le cui opinioni minavano le posizioni cattoliche.

  7. Quali erano le conseguenze dell'Inquisizione sulla libertà di espressione?
  8. L'Inquisizione causava un'autocensura tra gli intellettuali, che temevano di esprimere idee contrarie all'ortodossia cattolica per evitare l'intervento inquisitoriale.

  9. In che modo l'Inquisizione influenzava le questioni filosofiche e scientifiche?
  10. L'Inquisizione si occupava anche di questioni filosofiche e scientifiche, poiché l'ortodossia cattolica spesso si scontrava con l'evoluzione della cultura moderna.

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