Concetti Chiave
- La rivoluzione industriale iniziò in Inghilterra nel XVIII secolo e si diffuse in Europa nel XIX secolo, trasformando il sistema produttivo grazie alle fabbriche.
- L'Inghilterra era favorita da un'economia stabile, disponibilità di capitali, una crescente popolazione e un avanzato sistema di trasporti e commercio.
- Il carbone abbondante e la stabilità politica inglese furono fondamentali per il successo della rivoluzione industriale, favorendo investimenti senza preoccupazioni.
- Il lavoro in fabbrica era pesante e pericoloso, coinvolgendo anche donne, anziani e bambini, con condizioni lavorative spesso critiche.
- La rivoluzione industriale portò alla crescita urbana di città come Manchester e Liverpool e allo sviluppo di settori come quello siderurgico, ma anche a problemi sociali come il luddismo e diverse malattie.
Indice
Origini della rivoluzione industriale
La rivoluzione industriale fu quella serie di cambiamenti nel sistema produttivo che investì prima l’Inghilterra e poi anche il resto d’Europa e che era basata sulla fabbrica. Questo fenomeno ebbe inizio in Inghilterra nella seconda metà del Settecento e si diffuse in Francia, in Belgio e in Olanda nella prima metà dell’Ottocento e nel resto d’Europa dopo la metà del XIX secolo.
Motivi del successo inglese
La rivoluzione industriale nacque in Inghilterra per diversi motivi:
C’era disponibilità di capitali poiché i traffici commerciali erano efficienti.
La rivoluzione agricola aveva causato un aumento della popolazione e quindi una grande disponibilità di manodopera e una crescente richiesta di prodotti, creando una spinta a produrre sempre più beni. I maggiori ingegneri inglesi dunque si impiegavano per cercare di costruire, a partire da conoscenze precedenti, macchine efficienti che fossero in grado di ottimizzare la produzione. Una delle prime macchine fu la macchina a vapore di James Watt.
Il sistema politico garantiva i diritti fondamentali e spingeva le persone a fare investimenti senza preoccupazioni eccessive.
L’Inghilterra, essendo un’isola, era isolata dalle guerre e dagli avvenimenti che potevano sconvolgere il continente.
L’Inghilterra aveva una rete commerciale fittissima.
La rete dei trasporti in Inghilterra era efficientissima.
In Inghilterra infine c’erano copiosi giacimenti di carbone.
Nella mentalità inglese del tempo si trovava un culto generale della massima valorizzazione di ciò che si aveva a disposizione.
Innovazioni e impatti sociali
La novità della rivoluzione industriale non fu rappresentata tanto dalle macchine, che erano già esistenti precedentemente, ma dall’idea di concentrare così tante macchine in un unico spazio, la fabbrica. Gli operai nelle manifatture avevano un ruolo attivo perché dovevano azionare e far funzionare manualmente le macchine; nelle fabbriche invece gli operai avevano solo il compito di assistere il lavoro della macchina e di ripararle in caso di guasto. Questo aspetto rendeva il lavoro in fabbrica molto più pesante e non c’era bisogno di grandi competenze. I turni di lavoro erano massacranti, gli infortuni sul lavoro erano all’ordine del giorno, c’era mancanza di previdenza e assistenza e nelle fabbriche venivano impiegati anche donne, anziani e bambini. L’Inghilterra, essendo stato il primo paese ad aver a che fare con la rivoluzione industriale, fu anche il primo paese a dover fare i conti con le relative problematiche. Avvenne l’esplosione delle città che si riempirono di fabbriche; Liverpool e Manchester con la rivoluzione industriale da piccoli borghi si trasformarono in grandi metropoli. Manchester divenne la città leader nella produzione tessile e soprattutto nella lavorazione del cotone. Dovendo produrre macchine, si sviluppò notevolmente anche il settore siderurgico, vennero prodotti l’acciaio e la ghisa, metalli ben più resistenti del comune ferro.
Problemi e critiche sociali
Inizialmente c’erano state delle critiche nei confronti del lavoro in fabbrica. Significativo del malessere è il fenomeno del luddismo, dal nome dell’operaio Ned Ludd che spaccò un telaio con un martello in segno di protesta. Altri problemi legati alla rivoluzione industriale furono l’alcolismo, la prostituzione e le malattie come il colera e la tubercolosi.
Domande da interrogazione
- Quali furono i motivi principali per cui la rivoluzione industriale ebbe inizio in Inghilterra?
- Qual era la novità principale introdotta dalla rivoluzione industriale?
- Quali furono le conseguenze sociali e urbane della rivoluzione industriale in Inghilterra?
- Quali furono le critiche e le problematiche legate al lavoro in fabbrica durante la rivoluzione industriale?
La rivoluzione industriale iniziò in Inghilterra grazie alla disponibilità di capitali, una rivoluzione agricola che aumentò la popolazione e la domanda di prodotti, un sistema politico stabile, l'isolamento dalle guerre, una rete commerciale e di trasporti efficiente, abbondanti giacimenti di carbone e una mentalità di valorizzazione delle risorse.
La novità principale della rivoluzione industriale non fu l'invenzione delle macchine, ma la concentrazione di molte macchine in un unico spazio, la fabbrica, dove gli operai avevano il compito di assistere le macchine e ripararle in caso di guasto.
La rivoluzione industriale portò all'esplosione delle città, che si riempirono di fabbriche, trasformando piccoli borghi come Liverpool e Manchester in grandi metropoli. Ci furono anche problemi sociali come l'alcolismo, la prostituzione e malattie come il colera e la tubercolosi.
Il lavoro in fabbrica era pesante, con turni massacranti e frequenti infortuni. Non c'era previdenza o assistenza, e venivano impiegati anche donne, anziani e bambini. Il luddismo fu una protesta significativa contro le condizioni di lavoro, con operai che distruggevano macchinari in segno di malessere.