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Concetti Chiave

  • Numerosi bambini lavoravano nelle miniere di Potosì durante la conquista spagnola, cercando argento e vivendo in condizioni dure.
  • Rodolfo, un giovane minatore, riusciva a distinguere tra zinco e argento, dimostrando abilità e resilienza nonostante la giovane età.
  • Le miniere di Potosì, ricche di argento, portarono prosperità ma causarono milioni di vittime e gravi malattie come la silicosi.
  • La povertà spingeva i bambini a lavorare in miniera, spesso iniziando sotto la supervisione dei genitori e continuando da soli.
  • Freddy, un ex minatore, descrive le dure condizioni lavorative, la necessità di attrezzature costose e l'uso di foglie di coca per resistere alle fatiche quotidiane.

Indice

  1. Lavoro minorile nelle miniere
  2. Rodolfo e la sua vita
  3. Storia del Cerro Rico
  4. Le conseguenze della miniera
  5. Freddy e la sua esperienza
  6. Il padrone della miniera

Lavoro minorile nelle miniere

Sono molti i ragazzi che lavorano nelle miniere in cerca di argento, soprattutto durante la conquista da parte degli spagnoli.

Rodolfo e la sua vita

Aveva delle mani piccole e scure che con molta agilità riuscivano a separare quelle pietre disperse per terra che per una persona comune erano indistinguibili. Così riusciva a riempire fino all’orlo i sacchi di iuta, assumendo un peso maggiore del suo. Si trattava di Rodolfo, aveva otto anni, aveva la pelle non chiara e un grande sorriso ma per tutti gli sforzi ne dimostrava qualcuno in meno. Aveva gia capito come riuscire a distinguere quei sassi indistinguibili, ovvero quelli di zinco da quelli d’argento. Riusciva a riempiere sei sacchi ogni giorno all’interno della miniera. Solitamente aiutava il papà due volte alla settimana perche nei restanti giorni andava a scuola. Immaginava che da grande avrebbe fatto il minatore perche era un lavoro che pagava bene e lavorare li dentro non lo spaventava. Alla sua età non giocava ai soldatini ma tra poco li avrebbe sostituiti con la dinamite, innescando i detonatori.

Storia del Cerro Rico

Rodolfo era uno dei tantissimi “ninos mineros” che lavoravano all’interno della miniera del Cerro Rico. Veniva chiamata così la montagna ricca perché durante il 1545 i conquistadores scoprirono tantissimo argento in quelle montagne, utilizzavano la manodopera locale per estrarlo, aumentando la loro ricchezza. Venivano sfruttati inizialmente solo gli indios successivamente anche gli africani che venivano deportati.

Da quel momento in poi, quel posto è diventato un luogo di ricchezza: si diceva che Potosì grazie a tutto quel argento, nel giro di poco tempo divenne la città più grande e florida dell’America latina.

Le conseguenze della miniera

Da una parte le miniere producevano tanta ricchezza ma dall’altra erano molte le disgrazie che accadevano. Infatti durante tre secoli, a Potosì ci sono state circa 8 milioni di vittime. Attualmente se si cerca di scavare è possibile incontrare scheletri di poveri minatori che sono rimasti inghiottiti durante il loro duro lavoro.

La montagna continuava a mietere vittime a causa della polvere di silice che accorciava la vita di chi la respirava. Infatti dopo circa 10 anni ci si ammalava di silicosi e anche se tutto ciò escludeva i minorenni dalle miniere, si iniziava a lavorare da bambini inizialmente sotto l’occhio del padre e poi da soli. Sono molti gli schiavi all’interno della miniera come Rodolfo: si andava a lavorare in miniera durante le vacanze scolastiche. Alcuni lavoravano all’interno, altri facevano la cernita del materiale, altri andavano sottoterra.

Ma la cosa che spingeva i minori a lavorare in miniera era la povertà: o si andava a lavorare in quelle condizioni oppure si finiva sulla strada senza nulla, non c’era altra scelta. Grazie alle miniere il paese pian piano riusciva a riprendersi dando lavoro alla gente.

Freddy e la sua esperienza

Tutte queste informazioni su quelle miniere venivano fornite da Freddy, una guida che le conosceva bene. Aveva 19 anni e la maggior parte li aveva vissuti in miniera. Era il più grande di tre fratelli, erano stati abbandonati e quindi aveva il dovere di crescere i suoi fratelli andando a lavorare. Freddy ha iniziato utilizzando la carriola per trasportare le piete di minerale insieme al materiale di scarto. Successivamente ha fatto il perforista cioè quella personalità che fa dei buchi utilizzando il martello peumatico. Ma proprio quella era la mansione poi difficile e pericolosa. Si lavorava senza l’uso della mascherina perche costava troppo e non c’erano i soldi. Per stare li erano necessari alcuni oggetti come pila, casco, stivali e quindi la maggior parte dei soldi si spendevano per quello, ne rimanevano pochi. La cosa che non doveva mancare era la coca, perché con 45° di temperatura, soprattutto in quelle condizioni, era quasi d’obbligo masticare in modo lento foglie di coca per allevia sia lo sforzo che la fame.

Il padrone della miniera

In tutto questo la miniera aveva un padrone chiamato “el Tio”. Era come una divinità che guardava in fondo alla miniera con un sorriso quasi diabolico. Lui di aiutava a trovare una buona zona d’argento in cambio di foglie di coca, sigarette e un po di aguardiente ovvero l’acquavite che bevevano i mineros. Lo Tio era come una divinità quasi aggiunto al pantheon indios. Pian piano l’argento riprese ad assumere valore ed a Potosì la miniera ha ricominciato a reclutare minori. Quindi questa sorta di maledizione dell’argento non si fermò ma ha continuato come se fosse una tradizione tramandata da padre in figlio.

A cura di Anny.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Rodolfo e quale ruolo aveva nelle miniere?
  2. Rodolfo era un bambino di otto anni che lavorava nelle miniere del Cerro Rico, distinguendo pietre di zinco da quelle d'argento e riempiendo sacchi di iuta.

  3. Quali erano le condizioni di lavoro nelle miniere di Potosì?
  4. Le condizioni erano estremamente dure e pericolose, con molti minatori che si ammalavano di silicosi e lavoravano senza protezioni adeguate.

  5. Qual era il ruolo di Freddy nelle miniere e quale responsabilità aveva?
  6. Freddy era una guida che aveva lavorato in miniera per molti anni, iniziando come trasportatore di pietre e poi come perforista, e aveva la responsabilità di crescere i suoi fratelli.

  7. Qual era l'importanza della coca per i minatori?
  8. La coca era essenziale per alleviare lo sforzo e la fame, soprattutto a causa delle alte temperature e delle dure condizioni di lavoro.

  9. Chi era "el Tio" e quale ruolo aveva nella vita dei minatori?
  10. "El Tio" era considerato una divinità della miniera, che aiutava i minatori a trovare argento in cambio di offerte come foglie di coca e sigarette.

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