Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • L'instabilità della politica estera napoleonica derivava principalmente dalle tregue temporanee, come le paci di Lunéville e Amiens, che non risolsero i conflitti duraturi.
  • La vittoria francese del 1805 portò al dominio in Germania e Italia, ma non riuscì a sconfiggere l'Inghilterra, potente sul mare grazie alla vittoria di Trafalgar.
  • Il Blocco Continentale e le conquiste territoriali francesi aumentarono la pressione sull'Europa, con reazioni come l'insurrezione spagnola e la formazione di nuove coalizioni antifrancesi.
  • Nonostante le vittorie, l'impero napoleonico era circondato da nemici, con stati come l'Inghilterra e la Russia pronti a contrastare il dominio francese.
  • Il fallimento della campagna di Russia e le pressioni interne portarono all'abdicazione di Napoleone nel 1814, con i Cento Giorni come ultimo tentativo di riaffermazione.

Indice

  1. Instabilità della politica estera
  2. Dominio francese e blocco continentale
  3. Insurrezioni e coalizioni antifrancesi
  4. Declino dell'impero napoleonico

Instabilità della politica estera

La principale debolezza del regime napoleonico era l’instabilità della politica estera, un problema che le paci di Lunéville o di Amiens non avevano risolto. Infatti queste due paci non furono altro che delle tregue. D’altra parte, Napoleone non poteva deviare da quella che era la secolare tradizione francese cioè il tentativo di rafforzare la potenza e l’egemonia della Francia, con il corrispondente tentativo di annullamento da parte degli altri Stati. Da questo derivarono gli atti di arbitrio di Napoleone in Italia, in Svizzera, in Germania ed il formarsi, per reazione, della terza coalizione antifrancese.

Dominio francese e blocco continentale

La vittoria del 1805 modificò l’influenza francese in Germania e in Italia, cambiandola in un vero e proprio dominio. Tuttavia l’Inghilterra continuava ad essere la padrona dei mari, soprattutto a seguito della vittoria di Trafalgar del 1806. Da tale situazione derivò il Blocco Continentale che portò a far sentire sempre più la presenza coercitiva francese in Europa. Le terre sottomesse e quelle protette subirono degli aggravi, almeno inizialmente, e le conquiste continuarono. Infatti, nel 1897 si ebbe la spartizione del Portogallo e l’anno successivo i reali di Spagna Carlo IV e Ferdinando VII furono costretti ad abdicare.

Insurrezioni e coalizioni antifrancesi

D’altra parte vincere l’Inghilterra attraverso il dominio della terra ferma non era possibile senza sottomettere la Russia ed inoltre all’Austria, privata dell’Italia e della Germania, era stata negata la possibilità di uno sbocco sul mare Mediterraneo poiché le province illiriche erano in mano ai Francesi. Per tutta questa serie di motivi, l’Impero napoleonico era praticamente un impero accerchiato da nemici e questo elemento costituì alla base della parabola discendente. La scintilla fu costituita dall’insurrezione spagnola e anche il tentativo di spartire l’impero turco e di trascinare la Russia in una politica orientale fallì miseramente. Nel 1809, l’Austria tentò di nuovo di sconfiggere Napoleone per vedere realizzato il suo obiettivo, formando la V coalizione, ma fu costretta ad accettare la pace di Schönbrunn. Questa nuova vittoria francese non cambiò molto la situazione: la presenza della Francia dominava o predominava nell’Europa continentale mentre in periferia erano pronti ad intervenire alcuni stati come l’Inghilterra, il Portogallo, la Spagna che era insorta, la Sardegna, la Sicilia e la Russia, mentre la via delle Indie era sbarrata dall’Impero Ottomano. Da questa situazione derivò la campagna di Russia ed il successivo crollo del predominio francese in Germania e in Polonia.

Declino dell'impero napoleonico

Nel 1814, le forze della coalizione proposero a Napoleone di far ritornare la Francia all’interno delle frontiere del 1789. Ovviamente esse ricevettero un rifiuto. Fu allora che in Francia si ebbero elementi negativi derivati dal fatto che gli enormi sforzi prodotti non erano più coronati dal successo ed è per questo che Napoleone fu costretto ad abdicare. I successivi Cento Giorni vanno interpretati come un estremo tentativo napoleonico di riaffermare il predominio perduto e la reazione della Santa Alleanza dimostrò che, anche eliminato Napoleone, il pericolo dell’egemonia francese avrebbe continuato a persistere.

Domande da interrogazione

  1. Qual era la principale debolezza del regime napoleonico?
  2. La principale debolezza del regime napoleonico era l'instabilità della politica estera, che le paci di Lunéville e di Amiens non avevano risolto, risultando solo in tregue temporanee.

  3. Quali furono le conseguenze della vittoria francese del 1805?
  4. La vittoria del 1805 portò a un vero e proprio dominio francese in Germania e in Italia, ma l'Inghilterra continuava a dominare i mari, soprattutto dopo la vittoria di Trafalgar del 1806.

  5. Come reagirono gli altri stati europei al dominio francese?
  6. Gli altri stati europei formarono coalizioni antifrancesi, come la terza e la quinta coalizione, e stati come l'Inghilterra, il Portogallo, la Spagna insorta, la Sardegna, la Sicilia e la Russia erano pronti a intervenire contro la Francia.

  7. Cosa portò alla fine del predominio francese in Europa?
  8. La campagna di Russia e il successivo crollo del predominio francese in Germania e in Polonia portarono alla fine del predominio francese in Europa, culminando con l'abdicazione di Napoleone nel 1814.

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