Concetti Chiave
- Pietro Leopoldo di Toscana, sovrano illuminista, introdusse riforme che posero la Toscana all'avanguardia del progresso nel XVIII secolo.
- La Toscana fu il primo stato europeo ad abolire torture e pena di morte, applicando i principi di Cesare Beccaria.
- Pietro Leopoldo riformò il sistema finanziario introducendo un'imposta proporzionale senza esenzioni e il concetto di bilancio di Stato pubblico.
- In ambito economico, abolì le vecchie corporazioni, favorì il libero commercio e promosse la creazione di piccoli proprietari terrieri.
- La sua politica religiosa, ispirata ai giansenisti, tentò di riformare la Chiesa locale, ma fu osteggiata dalla Santa Sede.
Indice
La transizione dei Medici ai Lorena
Dopo l’esaurirsi della dinastia dei Medici, il trono della Toscana passò ai Lorena, prima con Francesco e poi con Pietro Leopoldo, il vero riformatore illuminista. Si può dire che la Toscana di Leopoldo fu, grazie a questo sovrano, all’avanguardia del progresso nell’ Italia del XVIII secolo. Con lui ogni ramo della vita e delle istituzioni venne rinnovato.
Riforme giuridiche e sociali
Nel campo del diritto, la Toscana fu il primo stato europeo che applicò integralmente i principi di Cesare Beccaria, abolendo le torture e la pena di morte. Furono anche abiliti tutti i vecchi residui del feudalesimo e cancellate le servitù di stampo feudale. Con il Codice leopoldino, per la prima volta vennero soppressi i maggiorascati, stabilendo così l’uguaglianza di tutti i figli in ambito successorio. In ambito finanziario fu introdotta l’imposta proporzionale all’ammontare dei beni di ciascuno senza alcuna esenzione per le classi privilegiate e per la prima viene si introdusse il concetto modernissimo di bilancio di Stato pubblico.
Innovazioni economiche e agricole
Nel campo economico, Pietro Leopoldo fu il primo sovrano ad abolire le vecchie corporazioni e ad adottare una politica liberista, sopprimendo così ogni limitazione al commercio delle granaglie. Vaste estensioni di terreni paludosi in Maremma furono bonificati ed, in applicazioni dei principi fisiocratici, fu costituito un vasto ceto di piccoli proprietari terrieri coltivatori diretti, agevolando i contadini con la possibilità di riscattare la terra da loro lavorata.
Tentativi di riforma religiosa
La politica religiosa di Pietro Leopoldo si ispiro all’audace tentativo di riforma attuato da Giuseppe II, Imperatore austriaco.. Appoggiandosi ai giansenisti, l’ordine dei Gesuiti fu soppresso ed arrivò a tentare a tentare una riforma di ispirazione giansenista, gestita dal vescovo di Pistoia, Scipione De’ Ricci. Un sinodo diocesano, riunitosi a Pistoia, approvò una serie di tesi intorno alla dottrina della salvezza per grazia ed all’autonomia delle chiese locali, sostenendo, fra l’altro, che l’autorità del Papa derivava dalla Chiesa e non direttamente da Gesù cristo e che, pertanto, essa non è illimitata, ma soggetta alle decisioni del Concilio Ecumenico. Il tentativo fallì’ in quanto il popolo di Prato si ribellò contro il tentativo del vescovo di abolire la venerazione delle reliquie e la Santa Sede non tardò a condannare le tesi di Pistoia.
L'eredità di Pietro Leopoldo
Quando Pietro Leopoldo, nel 1790, abbandonò il trono di Toscana per assumere quello asburgico, gli successe il figlio Ferdinando III, a lui assai inferiore per vigore e statura intellettuale. In alcuni campi si ebbe con lui una sorta di involuzione con l’abbandono della politica ecclesiastica filo-giansenista ed il ristabilimento della pena di morte nel caso di reati contro lo Stato. Tuttavia le riforme attuate dal suo predecessore lasciarono il segno in Toscana. Infatti negli anni futuri la Toscana si manterrà un’oasi di floridezza e soprattutto di progresso civile.
Domande da interrogazione
- Chi era Pietro Leopoldo di Toscana e quale fu il suo contributo principale?
- Quali furono le principali riforme legali introdotte da Pietro Leopoldo?
- In che modo Pietro Leopoldo influenzò l'economia della Toscana?
- Quali furono le conseguenze delle riforme religiose di Pietro Leopoldo?
Pietro Leopoldo di Toscana fu un riformatore illuminista che portò la Toscana all'avanguardia del progresso nel XVIII secolo, rinnovando ogni ramo della vita e delle istituzioni, abolendo la tortura e la pena di morte, e introducendo riforme economiche e religiose significative.
Pietro Leopoldo abolì le torture e la pena di morte, eliminò i residui feudali, e con il Codice leopoldino, stabilì l'uguaglianza di tutti i figli in ambito successorio.
Pietro Leopoldo abolì le vecchie corporazioni, adottò una politica liberista, bonificò terreni paludosi in Maremma, e costituì un ceto di piccoli proprietari terrieri, facilitando il riscatto della terra da parte dei contadini.
Le riforme religiose di Pietro Leopoldo, ispirate al giansenismo, portarono alla soppressione dei Gesuiti e a un tentativo di riforma gestito dal vescovo di Pistoia, che però fallì a causa della ribellione popolare e della condanna della Santa Sede.