Concetti Chiave
- Il Re francese deteneva il potere di governo e legislativo, ma il giudiziario era gestito da istituzioni preposte.
- Gli Stati generali, una rappresentanza del Paese, riunivano clero, nobiltà e terzo stato per comunicare al monarca la situazione del Paese.
- Gli Stati generali avevano il compito di autorizzare nuove imposte, fungendo da mediatore tra il Re e i contribuenti.
- Nonostante il potere assoluto del Re, gli Stati generali erano convocati frequentemente fino al 1614, per ottenere consenso politico e risorse.
- Il fenomeno della "venalità degli uffici" permetteva di acquistare cariche pubbliche, minando il controllo del Re sui suoi funzionari.
Il potere del Re francese
Il Re francese deteneva il potere di governo, ma in linea di principio anche quello legislativo. Quello giudiziario era suo in ultima istanza, data la presenza di istituzione che amministravano al giustizia. così come, d’altronde, non era nemmeno lui in prima persona ad amministrare il regno.
Gli Stati generali e il loro ruolo
In questa monarchia è comunque presente una rappresentanza del Paese, cioè gli Stati generali, di origine cinquecentesca. La riunione contemporanea ma non nello stesso luogo del ceto del clero, della nobiltà e del terzo stato. Riunione per portare a conoscenza del monarca la situazione del Paese, con i caje de doleance, una sorta di precedente di mandato imperativo per i rappresentanti degli ordini. Ma anche autorizzare nuove imposte o variarle. Era lo strumento di mediazione tra il Re e coloro che i tributi dovevano versarli, con cui il monarca si assicurava il consenso sulle proprie politiche e le risorse necessarie per attuarle. Un Re che, sebbene assoluto, non può fare a meno degli Stati generali, che infatti nel ‘500 vengono molto spesso convocati, fino all’ultima volta nel 1614, a Parigi al Louvre, con 140 ecclesiastici, 132 nobili e 192 uomini del terzo stato.
La venalità degli uffici
Quest ultimo non rappresentava certamente il popolo, ma raccoglieva persone di un certo grado di cultura e formazione che consentivano loro di detenere ruoli come funzionari pubblici. La cerchia borghese colta e amministratori pubblici. Cariche che potevano anche essere direttamente acquistate dal Re, “venalità degli uffici”. Cariche che poi erano anche ereditarie, permettendo ai discendenti di nascere già in una cerchia sociale rilevante. Fenomeno mal visto dalla nobiltà, che veniva ora resa superflua nei suoi servigi alla monarchia. Ma la venalità rendeva in un certo modo gli amministratori indipendenti dal Re, che perdeva controllo sui suoi ufficiali. A lungo andare il fenomeno mette appunto in crisi la sua autorità.
Domande da interrogazione
- Qual era il ruolo degli Stati generali nel periodo assolutista francese?
- Come influiva la "venalità degli uffici" sulla struttura sociale e politica del tempo?
- Perché gli Stati generali furono convocati frequentemente fino al 1614?
Gli Stati generali fungevano da rappresentanza del Paese, riunendo clero, nobiltà e terzo stato per informare il monarca sulla situazione del Paese e autorizzare nuove imposte, mediando tra il Re e i contribuenti.
La "venalità degli uffici" permetteva l'acquisto di cariche pubbliche, rendendo gli amministratori indipendenti dal Re e creando una cerchia sociale rilevante, ma minando l'autorità del monarca e rendendo superflua la nobiltà.
Gli Stati generali furono convocati frequentemente per garantire al Re il consenso sulle sue politiche e le risorse necessarie, nonostante il suo potere assoluto, fino all'ultima convocazione nel 1614.