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Concetti Chiave

  • Il potere di veto del Re, sebbene sembri limitato, si rivela decisivo in un contesto di frequenti cambiamenti legislativi, suggerendo un'influenza reale nell'esecutivo post-rivoluzionario.
  • Lo storico Morabitò evidenzia come il potere esecutivo sia stato ridimensionato prima di essere affidato al Re, mettendo in rilievo l'importanza della Legislativa nell'assetto costituzionale.
  • Fioravanti descrive le costituzioni francesi come "carte radicali", che mirano a una trasformazione completa della società, sottolineando il monismo di potere dell'Assemblea come espressione della sovranità popolare.
  • La possibilità di modificare la Costituzione attraverso un processo parlamentare rafforza l'idea dell'Assemblea come centro del sistema politico, incarnando la sovranità e il potere costituente.
  • La difficoltà di trovare un ruolo equilibrato per l'esecutivo post-rivoluzionario culmina nella figura di Napoleone, evidenziando la persistenza del problema di un sistema governativo equilibrato in Francia.

Indice

  1. Il dualismo del potere reale
  2. Il potere esecutivo e il Re
  3. Le costituzioni francesi e il monismo
  4. La centralità dell'Assemblea
  5. La questione dell'esecutivo in Francia

Il dualismo del potere reale

Lo studio Rotelli vede un dualismo in cui il Re non è del tutto ininfluente, con il suo potere di veto ordinario che si potrae per varie legislature, fatto che è molto più decisivo di quanto sembri, soprattutto in un ambiente in cui i membri dell’assemblea devono variare in toto ad ogni legislatura.

Il potere esecutivo e il Re

Lo storico Morabitò ha studiato la misura in cui il potere esecutivo fosse stato limato prima di essere affidato al Re, primo funzionario pubblico, in una lettura che sottolinea particolarmente al tesi di Furet, che piuttosto dà grande rilievo ai poteri nelle mani della Legislativa.

Le costituzioni francesi e il monismo

Il giurista Fioravanti porta avanti la teoria delle costituzioni francesi come “carte radicali”, che prefigurano e vogliono una società del tutto diversa, in un progetto politico che superi completamente l’antico regime.

La centralità dell'Assemblea

Quindi, nell’apparente dualismo della Costituzione, si mette accento sul monismo di potere dell’Assemblea, incarnante la volontà del popolo sovrano, a cui però allo stesso tempo lascia poco spazio (anche se ciò riguarda piuttosto la questione della sua democraticità o meno). Lo stesso fatto che la Costituzione si potesse modificare attraverso un procedimento parlamentare significa che l’Assemblea sta al centro del sistema politico e incarna la sovranità. Sovrano che si mantiene tale, e ribadisce questo ruolo nel momento in cui si fa soggetto della modifica della propria Costituzione, riprendendo in qualsiasi momento il proprio potere costituente originario. Non è solo leggicentrismo, ma monismo legislativo.

La questione dell'esecutivo in Francia

Il problema alla base è sempre la difficoltà della rivoluzione di trovare un posto all’esecutivo, nel timore che concentrandolo nella persona del Re potesse degenerare come in epoca di monarchia assoluta. La rivoluzione non riesce a trovare un’istituzione che sia qualcosa di più che mero esecutore meccanico di ciò che l’Assemblea legifera. Non si riesce a pensare il governo collocato al di fuori di essa, organismi che pur incarnando l’esecutivo le rimangano fedeli. Ma un Assemblea deve lasciare a qualcuno di esterno lo spazio di governare, se non vuole facendolo da sola una sua parte prende il sopravvento sulle altre. Non a caso il problema sarà risolto dalla figura di Napoleone, ma ancora oggi la questione dell’esecutivo in Francia e apertissima, con sempre la mancanza di un sistema parlamentare di governo equilibrato.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo del Re nel sistema politico post-rivoluzionario secondo lo studio di Rotelli?
  2. Lo studio di Rotelli evidenzia un dualismo in cui il Re mantiene un potere di veto ordinario che si estende per varie legislature, risultando più decisivo di quanto sembri, specialmente in un contesto in cui i membri dell'assemblea cambiano completamente ad ogni legislatura.

  3. Come viene interpretato il potere esecutivo nella lettura di Morabitò?
  4. Morabitò analizza come il potere esecutivo sia stato ridotto prima di essere affidato al Re, sottolineando la tesi di Furet che enfatizza i poteri nelle mani della Legislativa, suggerendo un sistema in cui l'Assemblea detiene il potere centrale.

  5. Qual è la visione di Fioravanti sulle costituzioni francesi e il loro impatto sulla società?
  6. Fioravanti sostiene che le costituzioni francesi siano "carte radicali" che prefigurano una società completamente diversa, con un progetto politico che supera l'antico regime, enfatizzando il monismo di potere dell'Assemblea come incarnazione della volontà del popolo sovrano.

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