Concetti Chiave
- La monarchia francese riprende forza sotto Richelieu, grazie al rafforzamento dello Stato e alla politica estera contro gli Asburgo.
- Mazarino affronta la Fronda parlamentare e dei principi, mantenendo l'autorità centrale nonostante le crisi interne.
- Luigi XIV centralizza il potere, utilizzando Versailles come simbolo e strumento per controllare la nobiltà.
- La politica espansionistica francese tenta di sostituire l'Olanda come potenza marittima, ma incontra forte opposizione europea.
- L'assolutismo di Luigi XIV si manifesta nel controllo centralizzato, sebbene rimanga più un progetto che una realtà compiuta.
Indice
La politica di Richelieu
Dopo la lunga e sanguinosa parentesi delle guerre di religione (1562-15989, che si conclude con l’editto di Nantes promulgato da Enrico IV (1598), è in seguito all’azione politica del cardinale Richelieu, dal 1624 al 1642 potente ministro di Luigi XIII, che la monarchia francese ritrova coesione interna e un ruolo nel sistema delle potenze europee. La politica interna del cardinale è indirizzata in primo luogo al rafforzamento dello Stato e dell’istituzione monarchica difronte a ogni possibile resistenza interna, si tratti degli ugonotti o dell’alta nobiltà ribelle. La politica estera si ispira invece a linee guida ormai consolidate, ovvero opposizione agli Asburgo e alla Spagna in particolare e appoggio agli Stati protestanti. È su questa base che la Francia interviene, vittoriosamente, sulla guerra dei Trent’anni (1618-16489. I costi di questa strategia di potenza impongono un inasprimento fiscale, ma spingono Richelieu verso una politica economica mercantilistica e di espansione marittima per accrescere la prosperità del regno.
Crisi e Fronde sotto Mazzarino
La morte, quasi contemporanea, di Richelieu (1642) e di Luigi XIII (1643) e la minore età dall’erede al trono, Luigi XIV, apre una nuova frase di crisi per la monarchia francese. Il successore di Richelieu, il cardinale di origine italiana Mazzarino, deve fronteggiare prima la Fronda parlamentare – che rivendica un ruolo di controllo sull’azione del sovrano da parte dei parlamenti -, quindi la Fronda dei principi – cioè il tentativo dell’alta aristocrazia di riprendere spazi di autonomia che la politica di Mazzarino le negava. Alla morte di Mazzarino (1661) la diretta assunzione del potere da parte di Luigi XIV inaugura un’età che intensifica le tendenze già manifestatesi con Richelieu. Luigi XIV sottopone la nobiltà a uno stretto controllo e fa della sua persona il centro direttivo dello Stato.
Versailles e il controllo della nobiltà
La nuova reggia di Versailles, presso Parigi, diventa il simbolo della potenza del sovrano e nello stesso tempo lo strumento di addomesticamento della nobiltà, la quale vede si riconfermato il proprio primato sociale ma viene privata di ogni effettiva incidenza politica. È significativo che i principali collaboratori del sovrano siano per lo più di estrazione borghese.
L'espansione e la guerra contro la Lega di Augusta
Anche la politica di espansione viene ripresa con vigore e mira soprattutto a estendere le frontiere francesi verso est e, con le guerre combattute contro l’Olanda (1678), a sostituire la Francia all’Olanda come potenza marittima e commerciale, un tentativo che però fallisce in modo definitivo di fronte all’opposizione di una vasta coalizione di Stati, sia cattolici sia protestanti (Lega di Augusta, 1688), che vedono ormai nella Francia del Re Sole la principale minaccia all’equilibrio europeo. La guerra che impegna la Francia contro la lega si protrae fino al 1697, con grande dispendio di risorse per il Paese.
L'assolutismo di Luigi XIV
La Francia di Luigi XIV (1643-1715) viene considerata la manifestazione più compiuta di monarchia assoluta, nella quale la volontà del sovrano è svincolata dalle limitazioni tradizionali poste dagli ordini privilegiati, come la nobiltà o il clero, e da istituzioni rappresentative o giudiziarie come gli Stati Generali o il parlamento. Indubbiamente nella seconda metà del Seicento la capacità di controllo del sovrano sul regno si accresce in modo considerevole, anche grazie alla crescita di un ceto di funzionari dipendenti direttamente dal potere centrale, come gli intendenti. Nonostante molti scrittori e filosofi, Thomas Hobbes su tutti, si pongano come sostenitori della legittimità e della necessità dell’assolutismo, sul terreno delle pratiche di governo l’assolutismo si configura più come un progetto che una realtà effettivamente conseguita. Nonostante il ridimensionamento del ruolo della nobiltà e l’esautorazione di istituzioni come gli Stati Generali nelle province il peso sociale e politico, oltre che economico, della nobiltà rimane consistente e i rappresentanti del potere centrale, più che imporre con autorità la volontà e le disposizioni del sovrano, devono svolgere le funzioni di mediatori.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali azioni politiche del cardinale Richelieu per rafforzare la monarchia francese?
- Quali furono le sfide affrontate dal cardinale Mazzarino durante la sua reggenza?
- Come Luigi XIV consolidò il suo potere e quale ruolo ebbe Versailles in questo processo?
- Quali furono gli obiettivi della politica di espansione di Luigi XIV e quali furono i risultati?
- In che modo l'assolutismo di Luigi XIV si manifestò e quali furono le sue limitazioni?
Richelieu si concentrò sul rafforzamento dello Stato e dell'istituzione monarchica, affrontando resistenze interne come gli ugonotti e l'alta nobiltà ribelle, e perseguendo una politica estera di opposizione agli Asburgo e sostegno agli Stati protestanti.
Mazzarino dovette affrontare la Fronda parlamentare, che cercava di controllare l'azione del sovrano, e la Fronda dei principi, un tentativo dell'alta aristocrazia di recuperare autonomia.
Luigi XIV sottopose la nobiltà a stretto controllo e fece di Versailles il simbolo della sua potenza, utilizzandola per addomesticare la nobiltà, che mantenne il primato sociale ma perse influenza politica.
Luigi XIV mirava a estendere le frontiere francesi verso est e a sostituire l'Olanda come potenza marittima e commerciale, ma fallì a causa dell'opposizione della Lega di Augusta.
L'assolutismo di Luigi XIV si manifestò attraverso il controllo diretto del sovrano e la riduzione del potere della nobiltà e delle istituzioni rappresentative, ma rimase più un progetto che una realtà, con la nobiltà che mantenne un peso significativo nelle province.