Anna___04
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Concetti Chiave

  • La rivoluzione agricola e industriale del Settecento ha causato la migrazione della popolazione rurale verso le città, alimentando l'urbanesimo e la crescita di città come Manchester e Birmingham.
  • Il sistema di fabbrica ha trasformato i rapporti sociali, favorendo la nascita di una borghesia industriale e finanziaria e creando una classe operaia sfruttata.
  • L'industrializzazione ha semplificato i compiti lavorativi, permettendo l'impiego di manodopera non specializzata, inclusi donne e bambini, con salari minimi e senza tutele.
  • Le dottrine del libero mercato ostacolavano l'intervento dello Stato e vietavano agli operai di associarsi, agendo a discapito della loro capacità contrattuale.
  • Il movimento luddista, formato da artigiani, si opponeva ai macchinari che minacciavano le loro competenze, ma le proteste furono severamente represse dalle autorità inglesi.

Indice

  1. Connessioni tra rivoluzioni e urbanesimo
  2. Trasformazioni sociali e industrializzazione
  3. Conseguenze dell'industrializzazione e lavoro
  4. Libera concorrenza e diritti operai
  5. Proteste operaie e movimento luddista

Connessioni tra rivoluzioni e urbanesimo

La rivoluzione agricola, la rivoluzione industriale e la crescita demografica sono tre fenomeni strettamente connessi che hanno profonde ripercussioni all'interno della società inglese. Le trasformazioni dei metodi di produzione all'interno delle campagne riducono le opportunità di lavoro dei contadini.

Questa massa di disoccupati, incrementata dalla crescita demografica a cui si assiste in tutta Europa nel Settecento, trova uno sbocco nella nuova organizzazione industriale. Queste persone, pertanto, si riversano nelle zone urbane, in cui sono presenti le fabbriche, nella speranza di trovare lavoro. Si assiste a un fenomeno di spopolamento delle campagne e a un afflusso verso le città, detto urbanesimo. Ad accrescere vorticosamente sono le capitali delle nuove industrie, come Manchester e Birmingham. Per ospitare un numero di persone molto maggiore queste città sono costrette a ristrutturare il loro impianto urbanistico, e a garantire a tutti un approvvigionamento di acqua e generi alimentari che le campagne non sono più in grado di fornire. In breve tempo nelle più importanti città industriali sorgono dei quartieri dedicati agli operai. Si tratta però di agglomerati di edifici costruiti senza alcuna regola e senza alcun riguardo per la natura e gli abitanti. Nelle città convergono anche folle di disoccupati, poveri e vagabondi, che vivono una vita di emarginazione.

Trasformazioni sociali e industrializzazione

Il sistema di fabbrica cambia anche i rapporti sociali. La prima fase dell'industrializzazione vede ancora come pionieri dell'uso delle macchine maestri artigiani e piccoli proprietari terrieri, in quanto gli strumenti utilizzati sono ancora in legno e poco costosi. Per questo motivo è possibile avviare un'attività industriale partendo da limitati investimenti. Con la sostituzione degli strumenti in legno con quelli in ferro si rendono necessari investimenti maggiori, quindi molte piccole imprese sono costrette a riunirsi in società più grandi, e si rende indispensabile l'intermediazione di banche. Il processo di industrializzazione favorisce la formazione di un'altra borghesia, composta da finanzieri e industriali, e di tutte quelle persone che detengono il capitale. Dall'altro lato della società si forma una classe operaia soggetta a un intenso sfruttamento.

Conseguenze dell'industrializzazione e lavoro

Un'altra conseguenza dell'industrializzazione è la semplificazione dei compiti affidati a ciascun lavoratore. Questo permette di impiegare manodopera senza nessuna particolare specializzazione, includendo nei processi produttivi anche donne e bambini. Gli orari di lavoro sono lunghissimi e ad essi corrisponde un salario appena sufficiente per la sussistenza dei lavoratori. Inoltre esso viene percepito solo per le giornate effettivamente lavorate, e senza alcuna tutela per i lavoratori.

Libera concorrenza e diritti operai

Ad aumentare questi scompensi contribuiscono le dottrine della libera concorrenza e del libero mercato, che sostengono che la libera ricerca dell'interesse individuale sia conveniente per l'intera società. Quindi si considera lesivo della libertà individuale ogni intervento dello Stato sulle attività economiche, che devono essere regolate unicamente dal libro gioco della domanda e dell'offerta. Inoltre gli operai non hanno diritto ad associarsi, in quanto sono considerati un ostacolo al libero mercato. Questa teoria non prende in considerazione lo squilibrio nelle capacità di contrattazione tra operai e cieli superiori.

Proteste operaie e movimento luddista

A partire dalla fine del Settecento la classe operaia ricorre alla protesta e al conflitto sociale per far valere i propri interessi. Le prime manifestazioni non partono dai nuovi operai, ma dagli artigiani che vedono peggiorare la loro posizione economica. Essi si scagliano contro i macchinari identificandoli come causa della loro disoccupazione, in quanto la loro introduzione nelle fabbriche distrugge le conoscenze artigianali che costituiscono la loro vera ricchezza. La protesta viene condotta dal movimento luddista, che prende il nome da un leggendario tessiture di nome Ned Ludd. Queste rivolte sono represse duramente dalle autorità, che emanano una severa legislazione sugli scioperi. Questa durezza viene giustificata dal timore che anche in Inghilterra si diffondano le idee rivoluzionarie che stanno coinvolgendo la Francia.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le conseguenze principali della rivoluzione agricola e industriale nel Settecento?
  2. Le conseguenze principali includono lo spopolamento delle campagne, l'urbanesimo, la formazione di una nuova classe operaia e borghesia, e il cambiamento nei rapporti sociali e lavorativi.

  3. Come ha influenzato l'industrializzazione la struttura sociale in Inghilterra?
  4. L'industrializzazione ha portato alla formazione di una nuova borghesia di finanzieri e industriali, mentre la classe operaia ha subito un intenso sfruttamento e condizioni di lavoro precarie.

  5. Quali erano le condizioni di lavoro per gli operai durante la prima fase dell'industrializzazione?
  6. Gli operai lavoravano lunghe ore per salari minimi, senza tutele, e spesso includevano donne e bambini nei processi produttivi.

  7. Quali dottrine economiche hanno contribuito agli squilibri sociali durante l'industrializzazione?
  8. Le dottrine della libera concorrenza e del libero mercato, che promuovevano l'interesse individuale e si opponevano all'intervento statale, hanno contribuito agli squilibri sociali.

  9. Come ha reagito la classe operaia alle condizioni imposte dall'industrializzazione?
  10. La classe operaia ha iniziato a protestare e a ricorrere al conflitto sociale, con il movimento luddista che si opponeva ai macchinari, vedendoli come causa della disoccupazione e della perdita delle conoscenze artigianali.

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