Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • La Chiesa ha iniziato ad affrontare il problema sociale nella seconda metà dell'Ottocento, in risposta alla diffusione del socialismo.
  • L'enciclica Rerum Novarum di papa Leone XIII, del 1891, condanna il socialismo e il concetto di lotta di classe, promuovendo l'interclassismo.
  • La Chiesa propone la collaborazione tra capitale e lavoro, con diritti e doveri reciproci, evitando il ricorso alla violenza.
  • Viene riconosciuto il ruolo legittimo dello Stato nel prevenire ingiustizie sociali attraverso la legislazione.
  • La dottrina sociale della Chiesa si oppone al marxismo, promuovendo una soluzione morale piuttosto che rivoluzionaria.

Indice

  1. La chiesa e il problema sociale
  2. L'enciclica Rerum Novarum
  3. Interclassismo e diritti reciproci
  4. Contrapposizione al socialismo di Marx
  5. Conseguenze politiche e sindacali

La chiesa e il problema sociale

Fino alla seconda metà dell’ Ottocento, la Chiesa non si è mai preoccupata di interessarsi del problema sociale. Tuttavia, quando le dottrine socialistiche hanno cominciato sa diffondersi, essa non poteva più ignorarlo. Il successo del socialismo si fondava su di un presupposto laico e soprattutto ateo e considerava la religione come una sovrastruttura generata dall’economia. Per questo, le nuove teorie non potevano non preoccupare la Chiesa anche perché grandi masse operaie tendevano sempre più ad allontanarsi dalla tradizionale sottomissione ai suoi insegnamenti.

L'enciclica Rerum Novarum

Nel 1891, papa Leone XIII, con l’enciclica Rerum Novarum intese esporre il punto di vista della Chiesa sulla questione sociale.

In questo documento, dopo avere condannato il socialismo ed il concetto di classe, il Papa constata l’inevitabilità della disparità delle condizioni sociali, sostenendo che chi promette la soppressione di questi ultimi, in realtà illude i poveri. Ciò non significa che i lavoratori debbano rinunciare alla loro aspirazione ad un miglioramento economico. La via per raggiungere tale obiettivo non è la rivoluzione violenta, bensì la collaborazione. In tale ottica, l’ affermazione fondamentale è che il lavoro senza i capitale è impossibile, ma che anche il capitale senza il lavoro non può produrre frutti. Pertanto occorre orientarsi verso l’interclassismo, cioè verso un accordo fra i due elementi che preveda la realizzazione dei doveri di ogni classe sociale e nel contempo il riconoscimento dei diritti reciproci.

Interclassismo e diritti reciproci

In base a tale teoria, il lavoratore è tenuto ad essere fedeli ai patti, a rispettare la ricchezza del capitalista, a difendere i propri diritti senza ricorrere alla violenza e al danno delle attrezzature. Da parte loro, il proprietario deve corrispondere un giusto salario, non speculare sulla povertà e sul disagio dei meno abbienti, considerare gli operai sempre e prima di tutto come uomini e non cose finalizzate soltanto alla produttività. Nell’enciclica, la Chiesta riconosce anche che sia legittimo l’intervento statale per prevenire e reprimere le ingiustizie sociali, compito affidato alla legislazione sociale.

In sintesi si può concludere che la soluzione proposta dalla Chiesa costituisce un invito a tener conto delle condizioni miserabili della classe operaia, trattando però il problema quasi esclusivamente sul piano morale

Contrapposizione al socialismo di Marx

È evidente che tale dottrina si oppone diametralmente al socialismo di Carlo Marx in base alla quale, invece, gli operai non devono attendere passivamente che essi ottengano giustizia dalla storia. Essi devono intervenire personalmente nella lotta per accelerare i tempi e realizzare la rivoluzione in modo tale da mettere a disposizione di tutti i mezzi di produzione. Pertanto la lotta tra le due classi diventa inevitabile.

Conseguenze politiche e sindacali

Alla pubblicazione dell’enciclica, fece seguito una vasta organizzazione sul piano politico e sindacale delle masse popolari cattoliche che ebbe come conseguenza l’ampliamento del raggio di azione dei partiti cattolici già esistenti e promuovendone la nascita in altri stati.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata la risposta della Chiesa alla diffusione delle dottrine socialistiche nel XIX secolo?
  2. La Chiesa ha risposto con l'enciclica Rerum Novarum di papa Leone XIII nel 1891, esponendo il suo punto di vista sulla questione sociale e condannando il socialismo e il concetto di classe.

  3. Qual è la posizione della Chiesa riguardo alla disparità delle condizioni sociali?
  4. La Chiesa riconosce l'inevitabilità della disparità delle condizioni sociali, sostenendo che la soppressione di queste è un'illusione, ma incoraggia la collaborazione tra le classi sociali.

  5. Quali sono i doveri e i diritti delle classi sociali secondo la dottrina sociale della Chiesa?
  6. I lavoratori devono rispettare i patti e difendere i propri diritti senza violenza, mentre i proprietari devono garantire un giusto salario e trattare gli operai come uomini, non solo come strumenti di produttività.

  7. Come ha influenzato l'enciclica Rerum Novarum l'organizzazione delle masse popolari cattoliche?
  8. L'enciclica ha portato a una vasta organizzazione politica e sindacale delle masse popolari cattoliche, ampliando l'azione dei partiti cattolici esistenti e promuovendone la nascita in altri stati.

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