Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Diana di Poitiers, duchessa di Valentinois, è una figura storica leggendaria nota per la sua bellezza e la relazione con il re Enrico II di Francia.
  • Diana entrò a corte come dama di compagnia, diventando successivamente amante e consigliera influente di Enrico II, ottenendo favori e titoli.
  • Ricevette in dono da Enrico II il castello di Chenonceau, dove intraprese importanti lavori, tra cui la creazione di giardini e la costruzione di un ponte.
  • È ipotizzato che Diana sia stata avvelenata da soluzioni di oro bevibile, usate per mantenere la sua bellezza, come indicato dalle elevate concentrazioni d'oro nei suoi resti.
  • Nel romanzo "La principessa di Clèves", Diana è ritratta come una figura avida con grande potere sul re, simbolo degli intrighi di corte.

Indice

  1. Diana di Poitiers e la sua influenza
  2. Relazioni e potere a corte
  3. La caduta di Diana di Poitiers
  4. Eredità e monumenti
  5. La Princesse de Clèves e la corte

Diana di Poitiers e la sua influenza

Diana di Poitiers, nota per la sua bellezza, ingegnosità e la sua relazione con il re Enrico II, chiamata anche Duchessa di Valentinois, è una figura storica quasi leggendaria.

Figlia di Jeanne de Batarnay e di Jean de Poitiers - che si riferisce alla località di Peytieula - Diane de Poitiers nacque nel 1499.

All'età di 15 anni, sposò Louis de Brézé, Gran Siniscalco di Normandia di trentasei anni più vecchio di lei. Fu poi nominata dama di compagnia della regina Claude di Francia, moglie del re Francesco I, di sua madre Luisa di Savoia e infine della sua seconda moglie, Eleonora d'Asburgo. Si dice che fosse l'amante di Francesco I, chiamato "Re-Cavaliere", noto per le sue numerose avventure. Ma oggi non ci sono prove che confermino che lei abbia mai ceduto alle sue avances.

Relazioni e potere a corte

Invece, fu il figlio di Francesco I, Enrico II, a diventare il suo amante. Nel 1531, suo marito, con il quale aveva avuto due figlie, morì. Preoccupata per i suoi interessi finanziari e quelli dei suoi figli, Diana ottenne di assumere temporaneamente il titolo del suo defunto marito, "Seneschale di Normandia". Fu quindi ammessa nell'entourage del principe Enrico d'Orléans, futuro re di Francia vent'anni più giovane di lei questa volta - sposato nel 1533 con Caterina de' Medici. Ben presto essa diventerà sua amica, sua confidente, poi la sua amante e consigliera.

Dopo l’incoronazione del 1547, Enrico II offrì a Diana di Poitiers tutti i suoi favori: gioielli della corona, titoli (duchessa di Valentinois poi Étampes), proprietà del castello di Chenonceau, monogramma ambiguo (i due semicerchi che circondano la H maiuscola possono essere interpretati come C o D – Caterina/Diana). Il suo potere a corte, già stabilito ai tempi di Francesco I – aveva avuto alcune rivalità con l’allora favorita reale Anne de Pisseleu, esiliata alla morte del re – stava aumentando.

Mentre il grado della sua influenza sul re è difficile da stimare, essa condivideva la sua ostilità nei confronti del protestantesimo, che durante il suo regno fu soppresso. La moglie ufficiale, Caterina de' Medici, sua parente (il nonno materno di Caterina era il fratello della nonna paterna di Diana) non potette che eclissarsi di fronte a Diana, soprattutto perché quest’ultima era onnipresente: sua figlia Françoise era responsabile della residenza della regina. Di fronte alle voci di sterilità della coppia reale, Diana che avrebbe spinto il suo amante a moltiplicare le visite alla moglie che gli darà finalmente dieci figli in venticinque anni di matrimonio.

La caduta di Diana di Poitiers

Quando Enrico II fu ferito da una scheggia nell'occhio durante un torneo nel 1559, Caterina de' Medici proibì qualsiasi visita di Diana di Poitiers al suo capezzale. E quando il re morì pochi giorni dopo, all’amante fu impedito di partecipare al funerale. La regina vedova chiese alla rivale di restituire il castello di Chenonceau e un grande inventario, compresi i gioielli della corona. L'amante caduta in disgrazia, ottenne in cambio il castello di Chaumont-sur-Loire. Fu nel castello di Anet, ereditato dal marito e poi come dono di Enrico II che si era impegnata a ricostruire intorno al 1540, che morì nel 1566 all'età di 66 anni.

Eredità e monumenti

Al tempo di Francesco I, la corte era ancora itinerante e si spostava di castello in castello. I preferiti di Diana di Poitiers erano quello di Anet dove morì, e quello di Chenonceau, dono del suo amante reale, oggi soprannominato il "castello delle Dame". Del primo, rimane solo l'ala sinistra perché il resto è stato distrutto durante la Rivoluzione. Nel secondo, essa intraprese importanti opere, tra cui i giardini che portano il suo nome e il famoso ponte che ancora attraversa il Cher.

Quando Diana di Poitiers morì nel 1566, la sua seconda figlia Luisa di Brézé le fece erigere un monumento che, dieci anni dopo fu trasferito nella cappella funeraria del castello di Anet. Durante la Rivoluzione la tomba fu profanata; i resti sono stati rimessi al loro posto solo nel 2010, dopo essere stati per tanti anni nel cimitero comunale. I membri del comitato rivoluzionario conservarono soltanto alcune ciocche dei capelli, recentemente analizzate da un team del servizio di medicina legale.

In queste ciocche, e negli altri resti, i ricercatori hanno trovato concentrazioni d'oro molto elevate, 500 volte il valore medio di riferimento per i capelli. È quindi probabile che nel tentativo di preservare la sua bellezza e giovinezza, per le quali Diana di Poitiers era particolarmente famosa, essa assumesse soluzioni di oro bevibile: una sorta di elisir di giovinezza che l’avrebbe portato all’avvelenamento. Si tratta di un’ipotesi plausibile plausibile, dal momento che nonostante un'intensa pratica di nuoto, caccia ed equitazione, Diana de Poitiers era nota per la sua carnagione estremamente pallida, sintomatica di avvelenamento cronico da oro.

La Princesse de Clèves e la corte

Nel 1678, un secolo dopo la movimentata vita di Diana di Poitiers, fu pubblicato il romanzo storico La Princesse de Clèves, scritto da Madame de La Fayette. Esso narra le avventure di Mademoiselle de Chartres e la sua introduzione alla corte di Enrico II, e soprattutto, la passione amorosa divorante della protagonista per il duca di Nemours, poco dopo il suo matrimonio con il principe di Clèves. Per avvertire sua figlia delle conseguenze di tali legami tra cortigiani, viene anche riportata la storia di Diana di Poitiers, presentata come "padrona assoluta di tutte le cose" per il suo potere sulla mente del re.

Un'immagine, secondo Madame de Chartres, di come i giochi di interesse possano nascondersi dietro l'eleganza e lo sfarzo della corte.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Diana di Poitiers e quale ruolo ha avuto nella corte francese?
  2. Diana di Poitiers era una figura storica di spicco, nota per la sua bellezza e ingegnosità, che ha avuto una relazione influente con il re Enrico II di Francia. È stata sua amante e consigliera, ottenendo numerosi favori, titoli e proprietà, tra cui il castello di Chenonceau.

  3. Come è entrata Diana di Poitiers a far parte dell'entourage reale?
  4. Diana di Poitiers è entrata a far parte dell'entourage reale inizialmente come dama di compagnia di diverse regine di Francia, per poi diventare l'amante e la consigliera di Enrico II, vent'anni più giovane di lei.

  5. Quali erano i castelli preferiti di Diana di Poitiers e quali modifiche ha apportato?
  6. I castelli preferiti di Diana di Poitiers erano Anet, dove morì, e Chenonceau, un dono del suo amante reale. A Chenonceau, intraprese importanti lavori, tra cui la realizzazione dei giardini che portano il suo nome e la costruzione del famoso ponte che attraversa il Cher.

  7. Come è morta Diana di Poitiers e quale ipotesi è stata avanzata riguardo alla causa della sua morte?
  8. Diana di Poitiers è morta nel 1566 e recenti analisi hanno suggerito che potrebbe essere stata avvelenata a causa dell'assunzione di soluzioni di oro bevibile, nel tentativo di preservare la sua bellezza e giovinezza. Questa ipotesi è supportata dalla scoperta di elevate concentrazioni d'oro nei suoi resti.

  9. In che modo Diana di Poitiers è stata rappresentata nel romanzo "La principessa di Clèves"?
  10. Nel romanzo "La principessa di Clèves", pubblicato nel 1678, Diana di Poitiers è presentata come un personaggio avido e "padrona assoluta di tutte le cose" per il suo potere sulla mente del re Enrico II, evidenziando come i giochi di interesse possano nascondersi dietro l'eleganza e lo sfarzo della corte.

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