Concetti Chiave
- L'economia italiana tra il 1896 e il 1908 vide una crescita significativa e trasformazioni grazie al protezionismo e all'intervento statale nei settori industriali, sebbene accentuasse il dualismo economico tra Nord e Sud.
- Il fenomeno migratorio fu una risposta alle pessime condizioni delle campagne italiane, con le popolazioni del Sud che emigravano verso gli Stati Uniti a causa della crisi agraria e delle pesanti imposizioni fiscali.
- La nascita del sindacalismo e del Partito Socialista Italiano portò alla formazione delle Camere del lavoro e della Confederazione Generale del Lavoro, con un aumento degli scioperi e delle rivendicazioni per migliori condizioni lavorative.
- Il movimento operaio italiano si distaccò dall'anarchismo, con la fondazione del Partito Socialista Italiano nel 1892, che segnò l'inizio della partecipazione politica organizzata dei lavoratori.
- La crisi di fine secolo scatenò moti contro il rincaro del pane, culminando con l'ascesa di Giolitti, che affrontò tensioni sociali e politiche, inclusi episodi di repressione e ostruzionismo parlamentare.
Indice
Crescita economica e dualismo
1896-1908 l’economia italiana conobbe una fase di crescita e di profonde trasformazioni, condizioni di tale sviluppo furono per esempio il protezionismo e le tariffe doganali, e l’intervento dello Stato nel settore dell’industria pesante. Il settore tessile, l’industria saccarifera, l’industria siderurgica, idroelettrica e meccanica crebbero e si modernizzarono.
Oltre al protezionismo e alle commesse pubbliche ci fu inoltre il riordino del sistema bancario nel 1893 con la nascita della BANCA D’ITALIA, cioè la banca centrale incaricata per la regolazione dell’emissione di moneta. Questo sviluppo però fu caratterizzato da un DUALISMO ECONOMICO fra nord e sud del paese accentuato in parte dal protezionismo. Infatti il protezionismo ebbe l’effetto di approfondire il divario fra la produttività dell’agricoltura settentrionale e quella meridionale che non si rinnovò. Il tessuto industriale si stava formando concentrandosi principalmente nel triangolo industriale nel nord, ovvero Milano, Genova e Torino, favorito dagli investimenti della presenza di una borghesia industriale dinamica. L’italia si sviluppò in modo crescente al Nord, mentre diventava sempre più grave il ritardo delle regioni del Mezzogiorno. La questione meridionale diveniva così uno dei grandi nodi irrisolti della società italiana.Migrazioni e condizioni contadine
Di conseguenza le masse contadine sopravvivevano a malapena così iniziò a prendere parte un FENOMENO MIGRATORIO fino alla fine dell’800 dalle regioni settentrionali verso l’America latina, a partire dal nuovo secolo si verificarono masse migratorie dal meridionale agli Stati Uniti. Le condizioni nelle campagne italiane rimasero a lungo pessime, inadeguato regime alimentare, altissima mortalità dovuta a tifo, colera, vaiolo, malaria e pellagra. Inoltre gravavano il tutto le pesanti imposizioni fiscali, la crisi agraria e la scelta protezionistica. Lo sfruttamento dei lavoratori aumentava e iniziarono le prime rivolte come quella dei Fasci siciliani. Nelle campagne padane si formò un proletariato agricolo bracciantile che maturò rapidamente una forte solidarietà e coscienza sindacale, infatti si sviluppò un movimento sindacale contadino. Obiettivo delle agitazioni erano l’aumento della paga, il controllo del collocamento e l’imponibile della paga, cioè l’adozione di regole che vincolassero gli agrari nell'assunzione di braccianti.
Proletariato e sindacalismo
Al contempo però si stava formando anche un proletariato industriale sempre più esteso con salari bassissimi, nessuna garanzia del posto di lavoro e del salario, multe, trattenute, punizioni, regolamenti di fabbrica vessatori; larga diffusione del lavoro minorile, controlli minuziosi e asfissianti non solo sul lavoro, ma anche sulla vita privata dell’operaio. Nacque il sindacalismo organizzato che diede vita alle Camere del lavoro che organizzavano su base territoriale lavoratori di diversi settori. Nel 1906 nacque la CONFEDERAZIONE GENERALE DEL LAVORO chiamata CGL. Gli scioperi aumentavano considerevolmente. Gli obbiettivi erano: aumenti salariali, riduzione della giornata lavorativa, assistenza in caso di malattia e suffragio universale e diritto di sciopero. Nei decenni successivi all'Unità il movimento operaio italiano aveva visto prevalere la componente mazziniana, ostile alla lotta di classe e soprattutto l’ANARCHISMO, che rifiutava la partecipazione alla vita politica, che fu a lungo dominante in Emilia e nel meridione. Con lo sviluppo del proletariato industriale settentrionale, infatti erano sorti diversi gruppi di orientamento socialista, opposto agli anarchici. Nel 1892 nacque a Genova il PARTITO SOCIALISTA ITALIANO dal milanese FILIPPO TURATI. Con esso si costruiva in Italia il primo partito moderno di massa e il movimento dei lavoratori entrava a pieno titolo nella lotta politica e parlamentare. Il nuovo partito contribuì alla salvaguardia della libertà democratica radicandosi soprattutto presso la classe operaia e il bracciantato agricolo settentrionale.
Crisi di fine secolo
Fra il 1898 e il 1900 ci fu la crisi di fine secolo. Nella primavera 1898 in seguito ad un’annata di cattivi raccolti esplosero in tutto il paese moti spontanei, non organizzati dai socialisti, contro il rincaro del prezzo del pane: il popolo affamato prese d’assalto i forni, i mulini e i municipi. A Milano per esempio la folla venne cannoneggiata il 6 maggio 1898 provocando vittime, fu proclamato lo stato d’assedio a Milano, Livorno, Firenze e Napoli. In questo periodo venne limitata la libertà di stampa, di associazione e di riunione. I socialisti si mobilitarono alla camera in difesa delle libertà costituzionali, attuando per la prima volta l’ostruzionismo parlamentare ovvero l’impedire la votazione di una legge moltiplicando e allungando a dismisura gli interventi dei deputati facendo prevalere Giolitti. Nel giugno del 1900 il governo fu affidato a Giuseppe Saracco per un governo di transizione durante il quale un grave attentato terroristico scosse nuovamente la vita del paese: il 29 LUGLIO 1900 il re UMBERTO I fu ucciso a Monza dall'anarchico GAETANO BRESCI che voleva vendicare le vittime dell’eccidio di Milano. Il nuovo re fu Vittorio Emanuele II che affidò il governo a GIUSEPPE ZANARDELLI.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali trasformazioni economiche in Italia tra il 1896 e il 1908?
- Quali furono le cause e le conseguenze del fenomeno migratorio italiano alla fine dell'800?
- Come si sviluppò il sindacalismo e il Partito Socialista Italiano in questo periodo?
- Quali furono le cause della crisi di fine secolo e come influenzò la politica italiana?
- Chi fu Giovanni Giolitti e quale ruolo ebbe nella politica italiana di inizio '900?
Tra il 1896 e il 1908, l'economia italiana visse una fase di crescita e trasformazioni grazie al protezionismo, alle tariffe doganali e all'intervento statale nell'industria pesante. Settori come il tessile, l'industria saccarifera, siderurgica, idroelettrica e meccanica si modernizzarono, mentre il sistema bancario fu riorganizzato con la nascita della Banca d'Italia.
Le pessime condizioni nelle campagne italiane, con un regime alimentare inadeguato e alta mortalità, spinsero le masse contadine a emigrare. Dapprima verso l'America Latina e poi, dal nuovo secolo, verso gli Stati Uniti, in cerca di migliori opportunità.
Il sindacalismo si sviluppò con la nascita delle Camere del lavoro e della Confederazione Generale del Lavoro (CGL) nel 1906. Il Partito Socialista Italiano, fondato nel 1892 da Filippo Turati, divenne il primo partito moderno di massa, radicandosi tra la classe operaia e il bracciantato agricolo settentrionale.
La crisi di fine secolo fu causata da cattivi raccolti e l'aumento del prezzo del pane, portando a moti spontanei e violenti. La repressione di questi moti e l'assassinio del re Umberto I da parte di un anarchico portarono a limitazioni delle libertà e a un periodo di transizione politica.
Giovanni Giolitti fu una figura politica di spicco che emerse durante la crisi di fine secolo. Contribuì a difendere le libertà costituzionali e divenne un leader influente, guidando l'Italia attraverso un periodo di transizione e modernizzazione politica.