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Concetti Chiave

  • Calvino enfatizza la totale dipendenza dell'uomo da Dio, sottolineando che l'anima è intrinsecamente legata al peccato e priva di libertà.
  • La salvezza dell'anima è possibile solo attraverso la grazia divina, che è un dono incondizionato di Dio, non basato sui meriti umani.
  • La dottrina della predestinazione di Calvino divide l'umanità in eletti e reprobi, determinando il destino di ciascuno prima della nascita.
  • Calvino presenta un'immagine di Dio come entità assoluta e potente, in contrasto con la visione di Dio come amore nel Nuovo Testamento.
  • Nonostante la predestinazione, Calvino non crede che essa conduca l'uomo a un immobile fatalismo.

Indice

  1. La dipendenza dell'uomo da Dio
  2. Il concetto di grazia divina
  3. Predestinazione e volontà divina
  4. Dio nel Vecchio e Nuovo Testamento
  5. Critica al libero arbitrio

La dipendenza dell'uomo da Dio

Calvino accentua la dipendenza dell'uomo da Dio ed afferma, ancor più decisamente di Lutero, che l'anima è legata al peccato ed è priva di qualsiasi libertà.

Il concetto di grazia divina

Il servo arbitrio perciò condanna inesorabilmente lo spirito umano, che soltanto la grazia divina può salvare.

Ma la grazia è un dono e non può essere ottenuta come premio di meriti, di cui la corrotta natura non ha alcuna possibilità di vantarsi; essa è quindi elargita da Dio ad alcuni e rifiutata ad altri.

Predestinazione e volontà divina

Conseguenza di questa imperscrutabile volontà divina è la predestinazione, che divine l'umanità tra aletti e reprobi e che assegna a ciascuno il proprio destino prima della nascita.

Dio nel Vecchio e Nuovo Testamento

Da questa concezione scaturisce l'immagine di un Dio assoluto, sovrano e potente, simile a quella che offre il Vecchio Testamento e ben lontana dall'altra del Nuovo, in cui Dio si manifesta come amore e come misericordia.

Critica al libero arbitrio

Scrive Calvino nelle "Istituzioni della religione cristiana":"Coloro che, mentre si professano discepoli di Cristo, ricercano ancora nell'uomo perduto un libero arbitrio, attingendo in parte ai dogmi dei filosofi, in parte alla dottrina celeste, sono insensati e non riescono a toccare né il cielo né la terra".

Tuttavia, nonostante ciò, il principio della predestinazione non conduce l'uomo ad un immobile fatalismo.

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