Concetti Chiave
- L'attenzione di Zwingli e Calvino alla predestinazione si basa sull'accentuazione della sovranità di Dio e la dipendenza della creatura dal Creatore.
- Calvino sostiene che Dio decreta il destino umano dall'eternità, rifiutando l'idea che la predestinazione dipenda dalla prescienza divina.
- La dottrina calvinista della predestinazione esprime la giustizia di Dio, attribuendo all'uomo la responsabilità del male nonostante la negazione del libero arbitrio.
- Calvino introduce il concetto di "arbitrio spontaneo" per spiegare la scelta volontaria del male da parte dell'uomo, senza costrizione.
- La misericordia divina si manifesta nella grazia concessa ad alcuni individui, con la giustificazione basata sulla fede e l'importanza di una fede attiva per rendere gloria a Dio.
Indice
La predestinazione secondo Calvino
L'attenzione riservata alla predestinazione negli scritti di Ulrico Zwingli (1484-1513) e di Giovanni Calvino (1509-64) -- e, in particolare, nell'istituzione della religione cristiana, opera calviniana redatta in più edizioni dal 1536 - dipese dall'accentuazione della sovranità onnipotente di Dio, e quindi dall'affermazione della totale dipendenza della creatura dal suo Creatore, nel pensiero dei due riformatori.
Secondo Calvino, infatti, Dio decreta la salvezza o la dannazione degli uomini dall'eter-nità in quanto è il Signore del creato e determina il corso degli eventi.
Spiegare il destino dell'uomo con una ragione diversa dalla libera decisione divina significa limitare la ma-està di Dio, sottomettendone la volontà a cause esterne. Per questo Calvino rifiuta la tesi che lega la predestinazione alla prescienza divina. Infatti, se Dio volesse tutti gli uomini salvi, ma li predestinasse alla salvezza in base alla previsione della loro adesione alla fede,
l'efficacia della sua volontà verrebbe a dipendere dagli atti umani.
La giustizia e la misericordia di Dio
La dottrina della predestinazione manifesta secondo Calvino - la giustizia e la misericordia di Dio. Affermando la giustizia di Dio, Calvino attribuisce all'uomo la responsabilità nella scelta del male. Infatti, se l'uomo non fosse responsabile dei suoi peccati, questi andrebbero imputati a Dio e, quindi, la sua condanna sarebbe ingiusta. L'attribuzione della responsabilità all'uomo, però, è problematica perché Calvino nega il libero arbitrio. Egli ritiene di superare questa difficoltà riconoscendo all'uomo un «arbitrio spontaneo»: nonostante l'uomo tenda al male per il peccato originale, la scelta del male ha comunque un carattere volontario, perché l'uomo la compie seguendo spontaneamente la propria inclinazione, senza esservi costretto.
La fede operosa e la salvezza
La misericordia di Dio si manifesta, invece, nella decisione di non condannare tutti, ma di salvare alcuni individui, indipendentemente dai loro meriti, attraverso il dono della grazia. La giustificazione di questi eletti è solo mediante la fede. Rispetto alla posizione luterana, però, Calvino insiste sull'importanza di una fede operosa, perché le opere del credente, nella vita quotidiana, rendono gloria alla benevolenza divina e testimoniano la sua vocazione alla salvezza.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della sovranità di Dio nella dottrina della predestinazione secondo Calvino?
- Come Calvino concilia la responsabilità umana con la negazione del libero arbitrio?
- In che modo la misericordia di Dio si manifesta nella dottrina calvinista?
La sovranità di Dio è centrale nella dottrina della predestinazione di Calvino, poiché Dio decreta la salvezza o la dannazione degli uomini dall'eternità, determinando il corso degli eventi senza essere influenzato da cause esterne.
Calvino concilia la responsabilità umana con la negazione del libero arbitrio attraverso il concetto di "arbitrio spontaneo", dove l'uomo sceglie il male seguendo spontaneamente la propria inclinazione, nonostante la tendenza al peccato originale.
La misericordia di Dio si manifesta nella dottrina calvinista attraverso la decisione di salvare alcuni individui indipendentemente dai loro meriti, grazie al dono della grazia, e la giustificazione avviene solo mediante la fede.