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Concetti Chiave

  • La crisi demografica del Trecento ha causato un calo dei prezzi agricoli e una riduzione della manodopera, influenzando negativamente agricoltura e manifattura.
  • I proprietari terrieri hanno affrontato una diminuzione dei redditi, introducendo la mezzadria e altre strategie per mantenere la produzione agricola durante la crisi.
  • Il settore manifatturiero ha visto un declino nei pannilani, mentre l'industria della seta ha prosperato grazie all'aumento della domanda di beni di lusso.
  • Grandi cambiamenti nei percorsi commerciali internazionali del Trecento hanno portato all'espansione dei mercati e all'emergere di nuovi protagonisti commerciali come i mercanti inglesi e olandesi.
  • L'introduzione delle lettere di cambio e delle società commerciali ha facilitato l'accumulazione di ricchezze e l'ascesa di potenti famiglie di mercanti-banchieri.

Indice

  1. Conseguenze economiche della diminuzione demografica
  2. Ristrutturazione agricola nel Trecento
  3. Crisi e ristrutturazione manifatturiera
  4. Trasformazioni nei commerci internazionali

Conseguenze economiche della diminuzione demografica

La diminuzione della popolazione ebbe pesanti conseguenze sull’economia. Per quanto riguarda l’agricoltura, determinò un calo dei prezzi e sottrasse uomini al latifondo. Nel settore manifatturiero causò un calo dell’offerta di manodopera: gli operai ottennero salari più alti, mettendo in difficoltà varie attività industriali.

Anche il commercio diminuì.

Ristrutturazione agricola nel Trecento

Nel corso del Trecento i proprietari terrieri subirono un calo dei redditi. Le

In alcune aree, come in Toscana, venne introdotta la mezzadria: in base a questo contratto il latifondista si accordava con il contadino, ricevendo in cambio una parte del prodotto.

In altre zone le aziende vennero divise in appezzamenti concessi in affitto ai contadini. I canoni imposti erano eccessivi e i proprietari pretesero che fossero pagati in natura per evitare perdite per la svalutazione del denaro.

Molti signori passarono da colture di cereali a produzioni specializzate, favorite da una crescita di domanda. Sul Mediterraneo si svilupparono la vite e l’olivo, nell’Italia centro-settentrionale la gelsicoltura, da cui si ricavava la seta. Grande diffusione ebbe l’allevamento ovino, da cui si poteva ottenere lana, burro, latte, formaggio.

Alcuni settori si arrestarono, ma emersero altre produzioni e conduzioni agricoli, come la mezzadria. Nell’agricoltura del Trecento la crisi favorì una ristrutturazione della produzione.

Crisi e ristrutturazione manifatturiera

Anche per la manifattura il Trecento fu portò crisi e di ristrutturazione. Dei settori declinarono e altri crebbero.

La produzione dei pannilani (tessuti di lana) diminuì. Contemporaneamente decollò l’industria della seta, a Firenze e in altre città. Secondo il fenomeno dell’”effetto eredità”, poiché venivano decimate intere famiglie, ai superstiti andavano rilevanti patrimoni. Questa parte della popolazione acquistava beni di lusso: questo settore ebbe un aumento di domanda produzione. Mentre crollava l’industria laniera fiamminga e quella italiana, si rafforzava la concorrenza dell’Inghilterra che iniziò a esportare sul continente.

Secondo alcuni, il calo demografico causò una diminuzione delle ordinazioni nel settore edilizio, per cui le molte cattedrali incompiute testimoniano le difficoltà in dei finanziatori. Secondo altri, la concentrazione delle ricchezze portò i ceti più abbienti a investire in opere architettoniche, avviando la stagione del Rinascimento.

Trasformazioni nei commerci internazionali

Nel Trecento i grandi itinerari commerciali internazionali conobbero importanti trasformazioni:

  • furono aperti nuovi passi nell’arco alpino centrorientale, che collegavano Venezia e Milano con la ricca Germania meridionale, facendo concorrenza a quella che univa Genova con le fiere della Champagne;

  • la disgregazione dell’Impero mongolo rese insicuri i collegamenti via terra tra Europa e Oriente: acquistarono importanza il Medio Oriente musulmano e i porti di Siria ed Egitto;

  • le città italiane avevano il monopolio dei commerci mediterranei, ma emersero i mercanti inglesi, olandesi e tedeschi. Sull’Atlantico assunsero un ruolo predominante la navigazione spagnola e portoghese.

  • Si diffusero le lettere di cambio e le società commerciali costituirono filiali locali. Il commercio internazionale consentì l’accumulazione di enormi fortune e l’ascesa di potenti famiglie di mercanti-banchieri.

    Domande da interrogazione

    1. Quali furono le conseguenze della diminuzione della popolazione sull'economia del Trecento?
    2. La diminuzione della popolazione causò un calo dei prezzi agricoli, una riduzione della manodopera nel settore manifatturiero, e una diminuzione del commercio.

    3. Come reagirono i proprietari terrieri alla crisi agricola del Trecento?
    4. I proprietari terrieri introdussero la mezzadria e divisero le aziende in appezzamenti affittati ai contadini, spesso con canoni pagati in natura per evitare perdite dovute alla svalutazione del denaro.

    5. Quali cambiamenti avvennero nel settore manifatturiero durante il Trecento?
    6. Nel settore manifatturiero, la produzione di tessuti di lana diminuì, mentre l'industria della seta crebbe, sostenuta dalla domanda di beni di lusso da parte dei superstiti delle famiglie decimate.

    7. Come si trasformarono i grandi itinerari commerciali internazionali nel Trecento?
    8. Furono aperti nuovi passi alpini collegando Venezia e Milano con la Germania meridionale, mentre la disgregazione dell'Impero mongolo rese insicuri i collegamenti con l'Oriente, aumentando l'importanza del Medio Oriente e dei porti di Siria ed Egitto.

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