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Concetti Chiave

  • Il dibattito politico dell'età comunale si concentrava su forma di governo, esclusione politica e modalità di scelta dei dirigenti, riflettendo la mentalità sociale dell'epoca.
  • La forma di governo comunale era prevalentemente repubblicana, con consigli deliberativi e magistrati elettivi, ma in situazioni di emergenza si ricorreva a governi personali.
  • Brunetto Latini, nel suo Tresor, suggeriva di rafforzare il potere esecutivo del podestà, isolandolo dalla popolazione per renderlo un'autorità superiore.
  • Firenze visse la dittatura di Gualteri di Brienne, che contribuì alla diffidenza verso i governi personali, considerati da allora una forma di cattivo governo.
  • Giovanni Villani e Gabrielli di Gubbio criticarono l'attribuzione di poteri eccessivi all'esecutivo, vedendola come una forma di tirannia da evitare.

Indice

  1. Dibattito sugli intellettuali comunali
  2. Forma di governo comunale
  3. Esecutivo e potere personale
  4. Critica al governo personale

Dibattito sugli intellettuali comunali

Il dibattito degli intellettuali comunali, la cronachistica e i proemi o prologhi dei testi normativi, all’epoca dei regimi di Popolo, vertevano su molti problemi soprattutto di natura politica, fra cui Maire Vigueur ne individua tre principali: la forma di governo, l’esclusione della partecipazione alla vita politica e le modalità di scelta dei dirigenti, che a suo avviso sono importanti perché rivelano la mentalità della società nella sua globalità.

Forma di governo comunale

La forma di governo comunale era, in linea di massima, quella repubblicana, e prevedeva l’esistenza di due tipi di organismi al potere: i consigli deliberativi e i magistrati elettivi.

Comunque, la forma di governo di tipo personale era una risorsa alla quale non si esitava a ricorrere in determinate circostanze (gravi pericoli esterni), anche sotto i regimi di Popolo. Tale operazione era sentita come indolore, in quanto quando si affidavano ampi poteri ad un solo personaggio non si aveva l’impressione di rinunciare alla forma repubblicana.

Esecutivo e potere personale

Nel sistema politico illustrato da Brunetto Latini nel Tresor si privilegia l’esecutivo: a suo avviso, andrebbe rafforzato il potere del podestà, che dovrebbe assumere comportamenti tali da isolarlo dal resto della popolazione, in modo da apparire come un essere di essenza superiore.

Critica al governo personale

Negli ottant’anni che seguono alla stesura dell’opera Firenze subisce la “dittatura” di Gualteri di Brienne e il ceto dirigente fiorentino accomunò l’odio inestinguibile nei suoi confronti ad ogni forma di governo di tipo personale, da allora condannata in quanto tale. Ma ancor prima della dittatura, Giovanni Villani aveva già espresso nella Nuova cronica una presa di coscienza dei pericoli insiti nell’attribuzione di poteri eccessivi all’esecutivo, espressa dall’equazione: governo personale = cattivo governo. Già Gabrielli di Gubbio, a suo avviso, si era comportato in modo “tirannico” e poteva essere preso come avvisaglia per rifuggire ogni situazione in cui c’è “troppo potere esecutivo”.

Bibliografia:

Progetti di trasformazione della società nei regimi di Popolo, Jean-Claude Marie Vigueur

Domande da interrogazione

  1. Quali erano i principali problemi politici discussi durante l'età comunale?
  2. Durante l'età comunale, il dibattito politico si concentrava principalmente su tre problemi: la forma di governo, l'esclusione dalla partecipazione politica e le modalità di scelta dei dirigenti, come evidenziato da Maire Vigueur.

  3. Qual era la forma di governo prevalente nei comuni e come veniva gestita in situazioni di emergenza?
  4. La forma di governo prevalente era repubblicana, con consigli deliberativi e magistrati elettivi. Tuttavia, in situazioni di gravi pericoli esterni, si ricorreva a una forma di governo personale, affidando ampi poteri a un singolo individuo senza percepire una rinuncia alla repubblica.

  5. Quali erano le opinioni di Brunetto Latini e Giovanni Villani riguardo al potere esecutivo?
  6. Brunetto Latini, nel suo Tresor, sosteneva il rafforzamento del potere del podestà, mentre Giovanni Villani, nella Nuova cronica, metteva in guardia contro i pericoli di un eccessivo potere esecutivo, associando il governo personale a un cattivo governo.

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