Concetti Chiave
- La dinastia dei della Torre terminò il suo dominio a causa dell'aumento delle tasse e dell'espulsione di elementi indesiderati, come i Visconti e il vescovo.
- Ottone Visconti, con il supporto della nobiltà milanese, sconfisse Napoleone della Torre a Desio e prese il potere a Milano nel 1276.
- Ottone Visconti stabilì un equilibrio politico tra le famiglie e ricevette il riconoscimento da papa Gregorio X, rafforzando il suo controllo sulla città.
- Creò il Collegio dei 12 con poteri fiscali e riaffermò il ruolo esclusivo dei nobili nella difesa della città, bilanciando il potere aristocratico e popolare.
- Matteo Visconti succedette a Ottone come Capitano di Popolo e Vicario Imperiale per la Lombardia, consolidando ulteriormente il potere visconteo.
Indice
La caduta dei della Torre
La dinastia dei della Torre si portò alla sua conclusione aumentando le tasse e cacciando sempre più elementi indesiderati, specie i Visconti e pure il vescovo. Questo gli portò numerose antipatie, anche dal Popolo, che nulla fece quando i Visconti rientrarono armati per prendere il potere nel 1276.
L'ascesa di Ottone Visconti
Napoleone della Torre fu sconfitto militarmente a Desio e fatto prigioniero da Ottone Visconti, arcivescovo di Milano, sostenuto dalla nobiltà milanese cacciata, desiderosa di rivincita e di riottenere le rendite lasciate in città in favore dei Torriani.
Il consolidamento del potere visconteo
Ristabilito l’ordine Ottone stabilì una politica di equilibrio tra le famiglie, e venne riconosciuto pure da papa Gregorio X (Visconti). La sua entrata in città è raffigurata su diversi affreschi. Ottone si contornò di cariche principali: Podestà, Capitano di Popolo, Console dei Mercanti, creò un nuovo organo detto Collegio dei 12 che aveva poteri di natura fiscale, riaffermò l’unicità del capitolo cattedrale solo ai nobili e a quest’ultimi venne affidato l’esclusiva difesa della città. Favorì quindi l’aristocrazia cittadina ma agì con moderazione verso il Popolo, mantenendone la partecipazione alla vita politica, poi si ritirò nel monastero di Chiaravalle dove morì a 88 anni nel 1295.
La successione di Matteo Visconti
Il potere passò al nipote Matteo, Capitano di Popolo vitalizio (anche se formalmente andava rinnovato), egli riuscì anche a farsi nominare Vicario Imperiale per la Lombardia potendo così mostrare anche l’aquila imperiale e aumentare il potere come fecero allo stesso modo Oberto Pelavicino, Manfredi Lancia e Carlo d’Angiò. Curioso destino per la principale città del nord, che da difensore delle libertà comunali ora diviene imperiale.
Le signorie cittadine in Italia, Zorzi