Concetti Chiave
- La diffusione dei regimi signorili in Italia iniziò tra il 1266 e il 1310, con la conquista del regno di Sicilia da parte di Carlo d’Angiò.
- Carlo d’Angiò, sostenuto da Urbano IV, sconfisse Manfredi di Sicilia a Benevento, creando una frattura politica tra angioini e Papato contro l'Impero.
- L'arrivo di Enrico VII di Lussemburgo in Italia nel 1310 segnò un tentativo di ripristinare il controllo imperiale e ridurre il potere temporale della Chiesa.
- Il periodo fu definito come “crisi del comune” a causa dei continui riassestamenti politici e delle lotte interne tra fazioni sociali e aristocratiche.
- Le tensioni sociali erano alimentate dalla nobiltà urbana e dalla borghesia delle Arti in ascesa, mentre i ceti meno abbienti cercavano di migliorare la loro condizione.
Indice
La conquista del regno di Sicilia
La diffusione sistematica dei regimi signorili avvenne nel mezzo secolo che intercorse tra la conquista del regno di Sicilia da parte di Carlo d’Angiò (1266) e la spedizione in Italia di Enrico VII di Lussemburgo (1310). L’impresa di Carlo, fratello del re di Francia Luigi IX, promossa e sostenuta da Urbano IV, avviò una nuova fase politica per l’intera penisola.
L'alleanza tra angioini e papato
Conquistò il Regno di Sicilia nel 1266 sconfiggendo a Benevento l’ultimo re svevo (Manfredi di Sicilia) determinando l’alleanza politica tra angioini (francesi) e papato che a sua volta costituì una frattura con l’impero: si crearono quindi due fazioni, la Pars imperiale e la Pars ecclesiae. Inizialmente furono i Guelfi ad avere la meglio, questo fino a quando l’imperatore Enrico VII non scese in Italia nel 1310. Ne parla dante nel Purgatorio e nel Paradiso, dove Enrico è il famoso alto Arrigo, un uomo savio che, si augura, riporrà l’Italia sotto il controllo imperiale ponendo così fine al potere temporale della Chiesa.
La crisi del comune e le lotte interne
Questo è il periodo che gli storici hanno sempre definito “crisi del comune”, in parte è vero, in quanto vi fu l’ennesimo riassestamento degli ordinamenti comunali, ma i comuni furono sempre in crisi: i contrasti sociali al suo interno non smisero mai di fratturare la politica, le grandi famiglie aristocratiche che si disputavano il primato in un clima molto vicino a quello delle lotte feudali, la nobiltà inurbata che aveva dovuto sostenere le rivendicazioni della borghesia delle Arti, sempre più potente e intenzionata ad assumere il controllo della vita politica, ed infine i ceti meno abbienti che manifestavano la propria inquietudine: esclusi dai grandi profitti economici e tenuti ai margini di quella che restava sostanzialmente una repubblica oligarchica, spingevano per migliorare la propria condizione.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze della conquista del regno di Sicilia da parte di Carlo d'Angiò?
- Come influenzò l'alleanza tra angioini e papato la politica italiana?
- Quali furono le cause della "crisi del comune" nel periodo descritto?
La conquista del regno di Sicilia da parte di Carlo d'Angiò nel 1266 portò a una nuova fase politica in Italia, con la formazione di un'alleanza tra gli angioini e il papato, creando una frattura con l'impero e due fazioni: la Pars imperiale e la Pars ecclesiae.
L'alleanza tra angioini e papato determinò una divisione politica in Italia, con i Guelfi inizialmente prevalenti fino all'arrivo di Enrico VII nel 1310, che Dante sperava potesse riportare l'Italia sotto il controllo imperiale e porre fine al potere temporale della Chiesa.
La "crisi del comune" fu caratterizzata da continui riassestamenti degli ordinamenti comunali, contrasti sociali interni, lotte tra grandi famiglie aristocratiche, rivendicazioni della borghesia delle Arti e l'inquietudine dei ceti meno abbienti esclusi dai profitti economici e dal potere politico.