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Concetti Chiave

  • Il regno di Sicilia passò agli Angioini nel 1266, causando tensioni con il papato e malcontento popolare a causa del fiscalismo.
  • La Guerra del Vespro iniziò nel 1282 a Palermo, con la rivolta contro i soldati francesi, coinvolgendo gli Aragonesi e l'aristocrazia filo sveva.
  • La pace di Caltabellotta del 1302 divise la Sicilia tra gli Angioini e il nuovo regno di Trinacria sotto Federico d'Aragona.
  • Le lotte dinastiche e la debole urbanizzazione nel regno di Napoli crearono instabilità politica e un'economia limitata all'agricoltura.
  • La Sicilia Aragonese soffriva di una struttura feudale forte, con baroni potenti che difendevano le loro prerogative contro il re.

Indice

  1. Il passaggio del regno di Sicilia
  2. La guerra del Vespro
  3. La pace di Caltabellotta
  4. Crisi dinastica e fragilità politica
  5. Struttura feudale e sviluppo economico

Il passaggio del regno di Sicilia

Il regno di Sicilia era passato dagli Svevi agli Angioini nel 1266 quando Urbano IV aveva chiamato in Italia Carlo D’Angiò. Carlo D’Angiò voleva creare la base per il suo progetto nel Mediterraneo e in Oriente, ma ciò gli attirò l’ostilità del papato. Intanto i soprusi della classe dirigente francese e il pesante fiscalismo angioino crearono malcontento nel popolo.

La guerra del Vespro

Ciò portò alla Guerra del Vespro, scoppiata a Palermo nel 1282 quando alcuni giovani siciliani difesero una nobildonna palermitana oltraggiata dai soldati francesi.

La rivolta si diffuse rapidamente coinvolgendo sia la componente filo sveva dell’aristocrazia sia il re di Aragona

Pietro III che voleva allargare la sfera d’influenza catalana aragonese con l’assunzione della corona siciliana.

Angioini e Aragonesi si affrontarono in un conflitto ventennale: da un lato i siciliani erano disposti a tutto pur di non tornare sotto il dominio francese, dall’altro il Papa si schierò contro gli Aragonesi, che considerava usurpatori dei diritti feudali pontefici sul regno di Sicilia.

La pace di Caltabellotta

La guerra si concluse nel 1302 con la pace di Caltabellotta: la Sicilia citra pharum restò agli Angioini, la Sicilia ultra pharum formò un nuovo regno con il sovrano Federico d’Aragona(re di Trinacria).

Le due realtà furono consolidate con l’intervento di Federico III d’Aragona in Sicilia e Roberto I d’Angiò a Napoli.

Crisi dinastica e fragilità politica

Alla morte di Roberto I nel regno Angioino si aprì una crisi dinastica che durò fino al 1422, quando Alfonso il Magnanimo prevalse sugli Angioini ricostruendo l’antica unità del regno con il titolo di re delle due Sicilie.

Nei secoli XIV e XV nell’Italia meridionale ci fu una grande fragilità politica causata dalle lotte dinastiche e accentuata dalle difficoltà che i sovrani incontrarono nel tentativo di esercitare il loro controllo sulla potentissima nobiltà feudale.

Struttura feudale e sviluppo economico

L’urbanizzazione nel regno era debole e non si era formata una ricca borghesia cittadina.

La forte struttura feudale limitava lo sviluppo economico che avveniva solo nel campo agricolo. Anche nella Sicilia Aragonese del ‘300 e della prima metà del ‘400 ci fu questa situazione: si erano affermati i potenti baroni capaci di trovare un accordo solo quando dovevano difendere le loro prerogative nei confronti del re.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali della Guerra del Vespro?
  2. La Guerra del Vespro scoppiò a causa dei soprusi della classe dirigente francese e del pesante fiscalismo angioino, che crearono malcontento nel popolo siciliano. La rivolta iniziò a Palermo nel 1282 quando alcuni giovani siciliani difesero una nobildonna palermitana oltraggiata dai soldati francesi.

  3. Come si concluse il conflitto tra Angioini e Aragonesi?
  4. Il conflitto tra Angioini e Aragonesi si concluse nel 1302 con la pace di Caltabellotta, che divise il regno: la Sicilia citra pharum restò agli Angioini, mentre la Sicilia ultra pharum formò un nuovo regno sotto Federico d’Aragona.

  5. Quali furono le conseguenze politiche nel sud Italia nei secoli XIV e XV?
  6. Nei secoli XIV e XV, l'Italia meridionale visse una grande fragilità politica a causa delle lotte dinastiche e delle difficoltà dei sovrani nel controllare la potente nobiltà feudale. L'urbanizzazione era debole e non si era formata una ricca borghesia cittadina, limitando lo sviluppo economico principalmente al settore agricolo.

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