Concetti Chiave
- Nel Duecento, i contrasti interni e con i comuni vicini portarono a movimenti per un governo stabile, creando magistrature straordinarie monocratiche.
- La carica dei signori diventò vitalizia ed ereditaria, portando alla formazione di dinastie signorili e alla trasformazione in principati.
- Le istituzioni comunali furono sostituite da quelle principesche, ma le città mantennero vitalità politica ed economica.
- In alcune aree, come Firenze, le signorie si svilupparono sotto forme repubblicane, mentre altrove le oligarchie governative si rafforzarono.
- Le vecchie organizzazioni cittadine furono sostituite da soldati professionisti, nuove forme di tassazione e prestiti obbligatori consolidarono il debito pubblico.
Indice
Contrasti e movimenti popolari
Dalla seconda metà del Duecento, ai contrasti interni alle città si aggiunsero quelli con i comuni vicini per il controllo del contado.
Per superare questo disordine e ritornare alla pace si svilupparono vasti movimenti popolari e sempre più esigenze di un governo stabile e duraturo.
Nacquero così magistrature straordinarie monocratiche (potere nelle mani di uno) e si prolungarono quelle tradizionali.
Evoluzione delle signorie
La carica dei signori divenne vitalizia e quelli più forti riuscirono a renderla ereditaria e a fondare vere e proprie dinastie signorili.
Nel corso del Trecento numerosi signori richiesero una legittimazione superiore all’Impero o al Papato che gli concedevano la qualifica di “vicari” grazie ai loro versamenti d’ingenti cifre.
Quando vari signori ricevettero il titolo di duca, conte o marchese con l’investitura feudale, le signorie si trasformarono in principati.
Crisi e trasformazioni comunali
Contemporaneamente culminò la crisi delle istituzioni comunali al posto delle quali si affermarono le istituzioni principesche.
Le città, invece, mantennero vitalità politica e accentuarono la propria forza economica.
Non sempre dalla crisi e dall’evoluzione delle istituzionali nacque una signoria: in alcune città del settentrione e in molte altre della Toscana e dello Stato Pontificio non si affermarono governi signorili; in altri casi questi governi rappresentarono una fase tarda delle trasformazioni istituzionali del comune ed ebbero particolari aspetti, come a Firenze, dove la signoria si affermò sotto forme ancora repubblicane (cripto signoria) e solo nel ‘500 divenne un vero e proprio principato.
Oligarchie e stabilità istituzionale
Dove non si affermarono signorie, la crisi del comune e l’esigenza di stabilità pubblica istituzionale portarono a un rafforzamento delle strutture governative già esistenti e a un restringimento oligarchico della partecipazione politica alla vita cittadina.
All’interno di queste oligarchie si formarono nuclei sociali ristretti che rappresentavano stabili ceti di governo; anche nelle signorie si formarono oligarchie cittadine che avevano cariche e poteri derivanti dalla volontà del signore.
Mutamenti nell'amministrazione:
- Scomparvero le vecchie organizzazioni cittadine formate dagli stessi abitanti e vennero sostituite dai soldati di professione delle compagnie di ventura.
-Sorsero nuove forme di riscossione come la tassazione diretta ed elenchi in cui si registravano i contribuenti e la relativa capacità fiscale. Venivano imposti anche prestiti obbligatori che i più ricchi dovevano garantire allo Stato in cambio di un interesse annuo prestabilito e della promessa della restituzione della somma.
A causa di questi prestiti si consolidò il debito pubblico, cioè il riconoscimento da parte dello Stato della propria insolvibilità.
-Crebbero i pubblici uffici e le magistrature, in cui lavoravano sempre più cittadini.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali che portarono alla transizione da Comune a Signoria?
- Come si trasformarono le signorie in principati?
- Quali furono le conseguenze della crisi delle istituzioni comunali?
- Quali cambiamenti amministrativi si verificarono durante la transizione?
I contrasti interni alle città e con i comuni vicini per il controllo del contado, insieme alla necessità di un governo stabile, portarono alla nascita di magistrature straordinarie e alla trasformazione delle cariche dei signori in vitalizie ed ereditarie.
Le signorie si trasformarono in principati quando i signori ricevettero titoli nobiliari come duca, conte o marchese attraverso l’investitura feudale, legittimati dall’Impero o dal Papato.
La crisi portò all'affermazione delle istituzioni principesche, al rafforzamento delle strutture governative esistenti e a un restringimento oligarchico della partecipazione politica, con la formazione di nuclei sociali stabili di governo.
Scomparvero le vecchie organizzazioni cittadine, sostituite da soldati di professione, e sorsero nuove forme di riscossione fiscale, come la tassazione diretta e i prestiti obbligatori, che consolidarono il debito pubblico.