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Concetti Chiave

  • Il potere politico si spostò in Germania dopo la fine dei Carolingi, con la formazione di una forte aristocrazia militare e la rinascita dell'ideologia imperiale.
  • Ottone I, re di Germania, consolidò il suo potere con l'appoggio della Chiesa, estendendo il Sacro Romano Impero fino all'Italia, dove fu incoronato imperatore nel 962.
  • Il regno di Ottone II fu caratterizzato da tentativi falliti di espansione in Italia meridionale e dall'influenza politica della moglie Teofano.
  • Ottone III cercò di rinnovare l'impero e la cristianità, spostando la sede imperiale a Roma, ma incontrò resistenza dall'aristocrazia tedesca e italiana.
  • La dinastia di Franconia, iniziata con Corrado II, cercò di ristabilire l'autorità imperiale, concedendo ai vassalli minori il diritto di ereditarietà dei feudi per rafforzare il supporto in Italia.

Indice

  1. La rinascita dell'impero in Germania
  2. Ottone I e il sacro romano impero
  3. Ottone II e le sfide italiane
  4. Ottone III e l'idea dell'impero universale
  5. La dinastia di Franconia e Corrado II
  6. Enrico III e la riforma della Chiesa

La rinascita dell'impero in Germania

Con la fine della dinastia carolingia, il baricentro del potere politico si spostò verso la Germania dove si era fondata una forte aristocrazia militare per presidiare i confini orientali europei.

Fu dunque in Germania che nel decimo secolo rinacque con forza l'ideologia dell'Impero. Dopo la deposizione di Carlo il Grosso nell'887, in Germania si erano costituiti 5 grandi ducati, ai quali aspettava il compito di eleggere un re. Nel 919 fu eletto re di Germania Enrico I, che riorganizzò i territori riuscendo a infliggere alcune sconfitte agli Ungari e fondò la dinastia "di Sassonia".

Ottone I e il sacro romano impero

Alla sua morte, nel 936, salì al trono Ottone I, detto "il Grande", il quale nel 955 ottenne sugli Ungari l'importante vittoria di Lechfeld. Per contrastare l'irrequietezza dei feudatari laici, Ottone si servì di vescovi e abati, concedendo loro ampi feudi e poteri giurisdizionali. Contando sul fatto che gli ecclesiastici non potevano avere discendenti legittimi, Ottone voleva evitare che i feudi da lui concessi diventassero patrimonio ereditario delle famiglie aristocratiche e sfuggissero al controllo della corona. In Germania i re potevano scegliere i vescovi e gli abati che venivano scelti fra le famiglie fedeli al sovrano. Ottone I nel 951 scese in Italia. L'estrema instabilità politica italiana consentì a Ottone I di porre l'Italia sotto il proprio controllo: sconfitto e deposto il re, giunse a Roma, dove nel 962 fu incoronato imperatore da papa Giovanni XII. Risorgeva così il sacro romano impero, che però rispetto all'impero carolingio aveva un'estensione territoriale più limitata: si estendeva dalla Germania all'Italia centro-settentrionale. Egli volle l'unificazione di tutta la penisola, comprese le zone bizantine e longobarde; così fece sposare suo figlio Ottone II con la principessa bizantina Teofano, che avrebbe dovuto recare in dote i domini bizantini dell'Italia meridionale. Nel 962 Ottone emanò il Privilegium Othonis: un atto con il quale riconosceva al papato le donazioni ricevute dagli imperatori carolingi, ma in cui stabiliva anche che nessun papa avrebbe più potuto essere consacrato senza l'approvazione dell'imperatore.

Ottone II e le sfide italiane

Quando Ottone morì nel 973, lasciò il trono al figlio Ottone II. Il suo regno durò appena 10 anni e fu caratterizzato dall'influenza politica della moglie Teofano, che più volte prese le scelte sbagliate come quando nel 981 Ottone II si mosse con un potente esercito per tentare la riconquista di tutta l'Italia meridionale, ma poco dopo l'armata imperiale fu sbaragliata e lo stesso imperatore per salvarsi potè solo fuggire, ma morì poco dopo per la malaria nel 982. Lasciava un figlio di 3 anni, Ottone III, a due donne che salvarono per lui il trono: la nonna Adelaide e la madre Teofano.

Ottone III e l'idea dell'impero universale

Il giovane Ottone III ricevette un'educazione caratterizzata dal culto per l'antica Roma e fortemente improntata all'idea dell'impero universale. Innanzitutto Ottone III riportò la sede imperiale a Roma e si propose come nuovo Costantino, il primo imperatore cristiano. Innalzò al papato il suo maestro con il nome di Silvestro II. Essi vollero un rinnovamento dell'impero e della cristianità, ma ciò suscitò le reazioni dell'aristocrazia tedesca, che non gli perdonava il maggiore prestigio attribuito all'Italia; e di quella italiana e romana abituata a controllare l'elezione papale e di godere di larga autonomia. Ottone fu costretto a scappare, ma morì nel 1002; due anni dopo morì anche Silvestro II.

La dinastia di Franconia e Corrado II

Dopo la morte di Ottone III fu eletto Enrico II imparentato con gli Ottoni che però condusse una politica opposta a quella del suo predecessore, scegliendo di occuparsi innanzitutto del regno di Germania. Con la sua morte, nel 1024, si esaurì la dinastia di Sassonia. Una nuova dinastia, detta di Franconia, o salica, salì sul trono di Germania nel 1024 con Corrado II. Divenne imperatore nel 1027 e si occupò di ristabilire l'autorità imperiale in Italia, ma dovette tornare in Germania per difenderla dai Polacchi e dagli Ungari. Nel 1037 scese di nuovo in Italia richiamato dalle difficoltà in cui il partito filoimperiale si trovava, sia per gli attacchi dei feudatari minori, sia per lo sviluppo di nuovi ceti cittadini. Per garantirsi un sostegno in Italia, Corrado II, preso atto del prevalere dei vassalli minori, si schierò con questi ultimi e nel 1037 concesse loro la Constitutio de feudis: si riconosceva anche ai vassalli minori il diritto dell'ereditarietà dei feudi, che un secolo e mezzo prima era stata concessa solo ai vassalli maggiori con il Capitolare di Quierzy. I feudatari maggiori in questo modo si indebolirono.

Enrico III e la riforma della Chiesa

A Corrado II, successe il figlio Enrico III che sostenne la necessità di una riforma della Chiesa e il diritto dell'imperatore alla designazione dei papi. Sul finire del suo regno subì delle sconfitte a est e a sud da parte dei Normanni. Alla sua morte lasciò Enrico IV e al potere passarono i più eminenti vescovi della Germania. L'aristocrazia tedesca ne approfittò per aumentare i propri poteri, infatti quando Enrico IV salì al trono dovette impegnarsi in una lunga lotta per ristabilire l'autorità regia. I pontefici scelti dagli imperatori erano molto colti e capirono che era necessaria una riforma per salvaguardare la Chiesa, così nel 1059, il nuovo papa Niccolò II emanò un decreto che annullava il Privilegium Othonis che escludeva i laici dall'elezione del papa.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali azioni di Ottone I per consolidare il suo potere?
  2. Ottone I sconfisse gli Ungari nella battaglia di Lechfeld, utilizzò vescovi e abati per contrastare i feudatari laici, e fu incoronato imperatore a Roma nel 962, stabilendo il Sacro Romano Impero.

  3. Come influenzò Teofano il regno di Ottone II?
  4. Teofano ebbe un'influenza politica significativa, ma alcune sue decisioni, come la campagna fallita per riconquistare l'Italia meridionale, portarono a conseguenze negative per Ottone II.

  5. Quali furono le aspirazioni di Ottone III per l'impero?
  6. Ottone III mirava a un rinnovamento dell'impero e della cristianità, ispirato dall'antica Roma, e trasferì la sede imperiale a Roma, ma incontrò resistenza dall'aristocrazia tedesca e italiana.

  7. Quali cambiamenti apportò Corrado II con la Constitutio de feudis?
  8. Corrado II concesse ai vassalli minori il diritto all'ereditarietà dei feudi, indebolendo i feudatari maggiori e cercando di ottenere sostegno in Italia.

  9. Quali furono le conseguenze del decreto di papa Niccolò II nel 1059?
  10. Il decreto di papa Niccolò II annullò il Privilegium Othonis, escludendo i laici dall'elezione del papa e segnando un cambiamento significativo nel rapporto tra l'impero e la Chiesa.

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