Concetti Chiave
- Il 476 è spesso considerato l'inizio del Medioevo, segnato dalla deposizione di Romolo Augustolo, ma all'epoca fu un evento poco notato.
- La visione tradizionale dell'impero romano come un organismo in declino è stata rivista; era ancora vigoroso prima delle invasioni barbariche.
- Nell'impero romano, l'imperatore divenne una figura tirannica e la società presentava crescenti disuguaglianze economiche.
- L'editto di Caracalla del 212 estese la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell'impero e il cristianesimo sostituì il politeismo.
- Non fu un decadimento interno a far crollare l'Impero d'Occidente, ma l'invasione dei barbari che lo fece cedere per salvare l'Oriente.
Indice
La fine dell'antichità
Il 476, anno della deposizione di Romolo Augustolo sembrava una data così importante agli storici del passato, da essere scelto come data convenzionale con cui far finire l’Antichità e iniziare il Medioevo. In realtà all’epoca non se ne accorse quasi nessuno, perché l’eredità di Roma si era trasferita da un pezzo a Costantinopoli, mentre l’impero d’Occidente in pratica si era già dissolto con i grandi stanziamenti di popoli barbari sul suo territorio.
Ma come era potuto succedere?
Interpretazioni storiche del crollo
Per molto tempo si è pensato che l’impero romano all’epoca delle invasioni barbariche fosse un organismo decrepito, in decadenza morale e materiale, e che il suo crollo fosse inevitabile. Questa interpretazione risale all’opera di un grande storico, l’inglese Edward Gibbon, che nel Settecento scrisse un libro famoso intitolato Declino e caduta dell’impero romano. Oggi, grazie a un nuovo interesse degli studiosi per quest’epoca e ai grandi progressi dell’archeologia, la nostra immagine dell’impero romano del IV secolo, alla vigilia delle invasioni barbariche, non è più così pessimista, la società romana non era affatto sul punto di crollare, e senza le invasioni barbariche avrebbe potuto sopravvivere, come infatti accadde nella parte orientale dell’impero.
Cambiamenti nell'impero romano
Certo, l’impero era molto cambiato rispetto ai tempi di Augusto. Sotto certi aspetti era cambiato in peggio.
L’imperatore era diventato una figura sacra e inavvicinabile: non era più il primo fra i cittadini, ma un sovrano tirannico che esercitava sui sudditi un potere assoluto di vita e di morte. Nella società le disuguaglianze erano cresciute: un piccolo numero di grandi latifondisti, generali e funzionari pubblici straricchi, dominava la massa dei poveri.
L'impero e il cristianesimo
Ma sotto altri aspetti l’impero era cambiato in meglio.
Dopo l’editto di Caracalla del 212 tutti gli abitanti dell’impero avevano la cittadinanza romana, e il nome infamante di barbari era riservato ai popoli che vivevano fuori dai confini. Nelle campagne, l’antica piantagione schiavistica era sparita; gli schiavi c’erano ancora, ma la maggior parte dei contadini ora erano coloni, che pagavano un affitto ed erano ufficialmente uomini liberi. C’era poi un cambiamento che qualcuno rimpiangeva, e altri esaltavano: la religione dell’impero non era più l’antico politeismo, ma il cristianesimo, anche se una forte minoranza, soprattutto in Occidente, era ancora attaccata ai vecchi riti. In passato gli storici credevano che la diffusione del cristianesimo avesse indebolito l’impero romano, rendendolo meno bellicoso; in realtà non è così.
Gli imperatori cristiani erano altrettanto energici e spietati dei loro predecessori pagani, e la Chiesa si rivelò un poderoso alleato del governo nell’inquadrare la popolazione e dirigere la vita collettiva.
La crisi dell'impero occidentale
Era, dunque, un impero diverso da prima, pieno di problemi e di contraddizioni, ma non certo un impero in decadenza, condannato dalla storia a crollare. Fu l’improvvisa spinta dall’esterno rappresentata dall’arrivo dei barbari a mettere in crisi l’impero: essa costrinse il governo di Costantinopoli a sacrificare le province occidentali, culla del potere romano, pur di salvare tutto il resto. L’impero d’Occidente, insomma, non declinò fino a crollare, ma come scrisse lo storico francese André Piganiol, «fu assassinato» dai barbari.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza dell'anno 476 nella storia?
- Come è cambiata l'immagine dell'impero romano del IV secolo secondo gli studi recenti?
- Quali erano le principali trasformazioni sociali e politiche nell'impero romano del IV secolo?
- Qual è stata la causa principale della crisi dell'impero romano d'Occidente?
L'anno 476 è stato scelto dagli storici come data convenzionale per segnare la fine dell'Antichità e l'inizio del Medioevo, a causa della deposizione di Romolo Augustolo, anche se all'epoca pochi se ne accorsero.
Gli studi recenti e i progressi dell'archeologia hanno migliorato l'immagine dell'impero romano del IV secolo, mostrando che non era in decadenza e avrebbe potuto sopravvivere senza le invasioni barbariche.
L'imperatore era diventato una figura sacra e tirannica, le disuguaglianze sociali erano aumentate, ma tutti gli abitanti avevano la cittadinanza romana e il cristianesimo era diventato la religione ufficiale.
La crisi dell'impero romano d'Occidente è stata causata dall'arrivo improvviso dei barbari, che ha costretto il governo di Costantinopoli a sacrificare le province occidentali per salvare il resto dell'impero.