Concetti Chiave
- All'inizio dell'XI secolo, molte città dell'Europa occidentale sperimentarono l'autogoverno attraverso i comuni, influenzati dall'indebolimento del potere centrale e dalla rinascita economica e culturale.
- In Italia centro-settentrionale, i vescovi furono i principali detentori del potere politico a causa del declino dell'impero di Carlo Magno, sostituendosi agli ufficiali imperiali in molte funzioni governative.
- L'assenza di un potere centrale forte portò le istituzioni religiose a mantenere una continuità di potere, permettendo ai vescovi di esercitare giustizia, riscuotere tasse e coordinare la sicurezza pubblica.
- L'imperatore concesse libertà ai comuni per indebolire i vescovi e i signori feudali, ritenendo i comuni più facilmente controllabili rispetto ad altri poteri periferici.
- Le libertà accordate ai comuni includevano il diritto di armare un esercito, coniare moneta, e svolgere attività economiche senza versare tributi a un signore.
Indice
L'autogoverno dei comuni
Le città principali dell’Europa occidentale, all’inizio dell’XI provarono un’esperienza politico-istituzionale di autogoverno: i comuni.
Fattori di nascita dei comuni
Questa esperienza iniziò a causa di 3 fattori principali: indebolimento del potere centrale; Liberazione del governo cittadino della autorità laiche ed ecclesiastiche delegate dall’imperatore al controllo del territorio; La rinascita economica e culturale delle città grazie alla nascita dei borghi.
Il successo del fenomeno comunale
Il fenomeno comunale ebbe un grande successo nell’Europa, ma soprattutto nell’Italia centro-settentrionale, al contrario dell’Italia meridionale, che era ancora soggetta alla monarchia normanna.
Il potere dei vescovi in Italia
In Italia, la crisi dell’impero di Carlo magno determinò l’indebolimento del potere centrale, quindi all’inizio dell’11 secolo in molte città dell’Italia centro-settentrionale divennero i vescovi i veri detentori del potere politico, anche se i loro poteri non venivano riconosciuti dall’Imperatore. Essi svolgevano le funzioni degli ufficiali imperiali: esercitavano la giustizia nei tribunali, riscuotevano le tasse, coordinavano i servizi di pubblica sicurezza. Ciò accadde perché a causa della mancanza di un potere forte, le istituzioni religiose erano le uniche che avevano mantenuto una continuità di potere.
Libertà concesse ai comuni
L’imperatore ha quindi dato le libertà ai comuni per indebolire i vescovi e anche per sottrarli dall’influenza dei signori feudali. Indebolendo loro lui si avvantaggiava, perché erano poteri periferici che non obbedivano facilmente all’autorità imperiale. Quindi, l’imperatore credeva che i comuni fossero molto più controllabili dei vescovi e dei nobili. Tra le libertà concesse c’erano: armare un esercito e dichiarare guerra, coniare moneta, esercitare attività economiche senza dover versare tributi a un signore, amministrare la giustizia,…