Concetti Chiave
- Gualtieri di Brienne fu nominato signore di Firenze per un breve periodo tra il 1342 e il 1343.
- Non convocava spesso i consigli, infastidendo i fiorentini già durante il suo mandato come vicario.
- Circondato da un consiglio di forestieri, ignorò l'élite locale e impose tasse elevate.
- Fu cacciato per essersi allontanato dal modello repubblicano e aver scontentato la popolazione.
- La sua nomina era vista come un tentativo di pacificare Firenze, ma agì come un sovrano assoluto.
Gualtieri di Brienne a Firenze
Gualtieri di Brienne, duca d’Atene, che compare a Firenze come vicario di Carlo d’Angiò, nel momento in cui questi regge la città (i fiorentini ricorrono più volte agli angioini come temporanei signori). In primo momento, quando è vicario di Carlo, convoca molto raramente i consigli, cosa che infastidisce i fiorentini; a un certo punto i fiorentini gli concedono la signoria, ma per un periodo brevissimo (dal 1342 al 1343), dopodiché lo cacciano perché allontanatosi troppo dal precedente modello repubblicano.
La caduta di Gualtieri
Infatti, non solo continua a non convocare i consigli come faceva da vicario, ma si circonda di un consiglio ristretto composto interamente da forestieri (napoletani e francesi), per cui non valorizza l’élite locale e nemmeno il popolo, perché impone delle tasse molto alte e, quindi, di fatto riesce a scontentare tutti. Questo è il motivo per cui viene cacciato.
Le aspettative dei fiorentini
Secondo la Cronaca fiorentina scritta da Marchionne di Coppo Stefani, Roberto d’Angiò gli aveva ricordato che non l’avevano fatto signore perché avevano fiducia in lui, ma semplicemente perché c’era una condizione di divisione interna alla città tale che speravano, rivolgendosi a Gualtieri, che egli potesse pacificare la realtà cittadina, rimettere i Priori al loro posto, etc. Secondo il cronista, se avesse almeno provato a fare questo avrebbe potuto spillare molti soldi ai fiorentini senza conseguenze: evidentemente, invece, egli si comporta come se fosse un signore assoluto.
Le signorie cittadine in Italia, Zorzi