Concetti Chiave
- La signoria fondiaria coinvolgeva il controllo del signore su servi e coloni liberi all'interno del castello, con obblighi in natura e in denaro.
- La signoria territoriale, o di banno, riguardava poteri pubblici esercitati su soggetti senza vincoli patrimoniali diretti con il castello.
- Le responsabilità del signore includevano la manutenzione infrastrutturale, giustizia, tassazione e monopolio su beni e servizi essenziali.
- Tra X e XI secolo, queste forme di potere aumentarono le imposizioni e la microconflittualità tra gli abitanti delle campagne.
- Alla morte del signore, i diritti sul castello potevano essere frazionati e venduti, con documenti che attestano divisioni fino a diciotto parti.
La signoria fondiaria
All’interno del proprio castello, l’insieme dei poteri che il signore esercitava sui servi e sui coloni liberi costituivano la signoria fondiaria; il dominus stabiliva canoni in natura e in denaro, donativi fissati dalla consuetudine o da clausole contrattuali, le corvées e amministrava la iustitia dominica, cioè dirimeva le eventuali controversie sorte nell’ambito delle sue pertinenze patrimoniali.
La signoria territoriale
Sui soggetti non legati da alcun vincolo di natura patrimoniale al proprietario del castello, questo esercitava poteri di natura pubblica, in parte analoghi a quelle della signoria fondiaria, che costituiscono la signoria «territoriale» o «di banno»; fra questi, il signore poteva richiedere lavori di manutenzione (mura, strade, residenza signorile), amministrare la giustizia, incamerare tasse tradizionalmente dovute al potere pubblico (come il fodro, per provvedere al sostentamento dell’esercito qualora fosse passato, l’albergaria in cambio dell’ospitalità, la curadia sui mercati, il teloneo sul pedaggio stradale, il ripatico e il pontatico, per utilizzare rispettivamente un porto fluviale o un ponte, le multe), stabilire una «taglia» (detta anche focatium in quanto applicata ad ogni «focolare», cioè ad ogni famiglia) in cambio della protezione avuta dal signore e un monopolio sulla vendita dei beni indispensabili (sale) o sui servizi collettivi (molitura dei cereali, cottura del pane).
Conflitti e successioni
Le forme di potere affermatisi tra X e XI secolo comportarono sia un aumento delle imposizioni sugli abitanti delle campagne, sia della microconflittualità, in quanto sul medesimo soggetto risiedente in un castello poteva gravare sia la signoria fondiaria di un signore risiedente distante, sia la signoria territoriale del signore locale. Alla morte del signore i suoi diritti erano assimilati a quelli di proprietà, pertanto il castello poteva essere spartito fra gli eredi e frazionato in quote che poi venivano vendute: i documenti pervenuti attestano la divisione di un castello fino a diciotto parti.
Domande da interrogazione
- Quali erano i poteri esercitati dal signore all'interno del proprio castello nella signoria fondiaria?
- In cosa consisteva la signoria territoriale e quali poteri includeva?
- Quali erano le conseguenze dei conflitti e delle successioni tra X e XI secolo?
Nella signoria fondiaria, il signore esercitava poteri sui servi e coloni liberi, stabilendo canoni in natura e denaro, donativi, corvées e amministrando la giustizia dominica.
La signoria territoriale includeva poteri di natura pubblica su soggetti non legati patrimonialmente al signore, come la manutenzione di infrastrutture, amministrazione della giustizia, riscossione di tasse pubbliche e imposizione di monopoli su beni e servizi.
I conflitti e le successioni portarono a un aumento delle imposizioni e della microconflittualità, con la possibilità di divisione e vendita delle quote di un castello tra gli eredi, come attestato dai documenti dell'epoca.