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Concetti Chiave

  • I comuni italiani attraversarono tre fasi evolutive: il periodo consolare, il periodo podestarile e l'emergere del Capitano del popolo, ciascuno caratterizzato da diverse strutture di governo e dinamiche sociali.
  • Il Basso Medioevo segnò un'era di trasformazioni culturali, con un crescente protagonismo della cultura laica e il sorgere di una nuova classe socio-economica urbana, che influenzò il sapere e l'istruzione.
  • Le università medievali si svilupparono come corporazioni autonome, ampliando l'accesso al sapere e diversificando le discipline insegnate, contribuendo alla diffusione della cultura laica.
  • Federico Barbarossa tentò di ristabilire il potere imperiale in Italia, scontrandosi con i comuni italiani e il Papato, culminando nella formazione della Lega Lombarda e nella battaglia di Legnano.
  • La pace di Costanza del 1183 segnò la fine dei conflitti tra Federico Barbarossa e i comuni italiani, stabilendo un compromesso che garantì l'autonomia comunale e consolidò il prestigio imperiale in Europa.

Indice

  1. Il periodo consolare
  2. Il periodo podestarile
  3. L'istituzione del capitano del popolo
  4. Il dinamismo del basso medioevo
  5. L'evoluzione della cultura ecclesiastica
  6. La cultura laica e il suo protagonismo
  7. Le università nel basso medioevo
  8. La cultura popolare e il volgare
  9. Il progetto imperiale di Federico I
  10. Le spedizioni di Federico I in Italia
  11. La distruzione di crema e Milano
  12. La reazione del papato
  13. La reazione dei comuni
  14. La guerra tra Federico I e i comuni
  15. Il bilancio dei scontri alla morte di Federico

Il periodo consolare

1) Periodo Consolare (sec. XI-XII) in cui il governo è esercitato dai Consoli che durano in carica un anno e hanno il comando delle forze di terra e di mare, per assicurare l'ordine pubblico e la sicurezza della città da minacce esterne: in questo periodo il gruppo dominante è di origine aristocratica. Oltre ai consoli troviamo il Consiglio Minore (detto Senato), composto dai capi delle famiglie più importanti esso assiste i Consoli e ne controlla l'operato; e il Parlamento, cioè l'Assemblea di tutti i notabili e borghesi, che elegge i magistrati e tratta gli affari di maggiore importanza. dato che è molto numeroso si riunisce poche volte e in sua assenza funziona il Consiglio Maggiore, composto dai soli cittadini aventi i pieni diritti politici. Questo Consiglio esercita sia il potere costituente, in quanto emana lo Statuto cittadino, sia il potere legislativo, in quanto emana tutta la legislazione ordinaria. Delibera anche sui problemi più impegnativi e urgenti, decide della pace e della guerra, cura le relazioni con gli altri Stati, controlla l'amministrazione generale mediante apposite magistrature. Elegge i Consoli

Il periodo podestarile

2) Periodo Podestarile (sec. XIII). Intorno alla metà del sec. XII il governo collegiale dei Consoli è sostituito dal potere unico esercitato dal Podestà, che è in genere forestiero, incaricato per un anno. La sua istituzione riflette l'esigenza della borghesia di allargare i propri poteri nei confronti del ceto aristocratico. Sarà infatti dalle continue discordie tra i partiti (aristocratico e borghese) che emergerà la necessità di un governo imparziale. Quindi, anche se l'organo di governo non è più collegiale come quello dei Consoli, la base democratica della vita cittadina si è estesa.

L'istituzione del capitano del popolo

3) Verso la metà del XIII sec. il potere esecutivo evolve verso l'istituzione del Capitano del popolo. L'alta e media borghesia, insieme al popolo, organizza proprie compagnie di armati, e ne affida la direzione al Capitano del popolo, che esercita anche funzioni giudiziarie e di polizia in difesa degli interessi popolari. Il Consiglio delle Arti , cioè gli esponenti delle corporazioni artigiane, e il Consiglio del popolo (composto sempre di elementi piccolo-borghesi) assiste il Capitano del popolo. In un primo momento coesistevano due Comuni, uno (popolare) nell'altro (aristocratico), ma col prevalere del popolo grasso i due Comuni si fonderanno nel nuovo Comune democratico-borghese. Non tutti i Comuni seguiranno questo schema (a Venezia ad es. l'unico ceto dirigente fu quello mercantile-marinaro, che non ebbe mai bisogno di lottare contro l'aristocrazia terriera. La lotta politica perciò si svolse qui tra potenti gruppi di famiglie all'interno di una classe omogenea).

Il dinamismo del basso medioevo

Un’epoca di novità: Il dinamismo del Basso Medioevo, determinò diverse trasformazioni nella struttura della società e delle istituzioni politiche, ebbe importanti ricadute anche sulla cultura, da un lato determinando cambiamenti nelle forme, nei contenuti, nell’organizzazione e nella trasformazione e nella trasmissione del sapere. Dall’altro lato, configurando nuovi profili dei protagonisti della vita culturale. La cultura del Basso Medioevo presenta aspetti di sostanziale novità

L'evoluzione della cultura ecclesiastica

L’evoluzione della cultura ecclesiastica: Nel campo della coltura dotta i cambiamenti toccarono anche il sapere religioso, che veniva coltivato e custodito dagli ecclesiastici nelle scuole delle cattedrali e nei grandi monasteri. Dalla riforma della Chiesa dell’XI secolo, i dibattiti teologici e dottrinari conobbero un’epoca di intensa e vivace rielaborazione. Inoltre, la cultura ecclesiastica, si dedicò a questioni non strettamente teologiche: mentre i monasteri si trascrivevano e si meditavano numerosi testi profani dell’antichità classica, molti scrittori si dedicarono alla scrittura di opere di memoria storica e a uno studio del mondo naturale.

La cultura laica e il suo protagonismo

La cultura laica un nuovo protagonismo: I mutamenti più profondi riguardavano soprattutto ai laici, che acquisirono un nuovo protagonismo. Nel corso dei secoli XII-XIII si verificò un processo di laicizzazione della cultura, che comportò un leggero allontanamento del mondo laico dall’egemonia culturale dei religiosi, ma non l’abbandono del quadro di riferimento della fede cristiana. Questo processo di laicizzazione era accompagnato e favorito dalla progressiva diffusione della scrittura e da un ampliamento delle strutture di base nelle scuole pubbliche, gestite da maestri. Questo fenomeno assunse una connotazione principalmente urbana. I nuovi protagonisti della vita socio-economica portarono in primo piane delle esigenze: i mercanti e gli operatori finanziari avevano bisogno di scrivere , calcolare e tenere documenti scritti riguardanti alle proprietà. Il dinamismo delle città basso medievali favorì a uno sviluppo di una cultura diversa anche negli ambiti non professionali, in modo da intraprendere nuove visioni del mondo, in modo da essere compresa dai laici e di entrare in sintonia con la vita urbana. Le istituzioni comunali fecero sì che la cultura laica diventi sempre più autonoma rispetto a quella religiosa Esse avevano bisogno di elaborazioni ideologiche di riferimento e di professionisti in grado di gestire l’amministrazione degli organismi del Comune

Storici e cronisti laici posero al centro del proprio interesse le vicende della collettività e non più delle Chiesa.

La medicina si avviò a diventare una scienza grazie alla scoperta delle conoscenze greche e arabe

Il sapere tecnico e matematico, che favorì i bisogni dei ceti mercantili e acquisì una propria dignità

Lo studio del diritto divenne una disciplina autonoma

La letteratura, si arricchì di testi ispirati da argomenti profani, dove si passava dalle tematiche amorose alle tradizioni cavalleresche.

Le università nel basso medioevo

Le università: Una innovazione all’interno della cultura laica consistette nella diffusione e nel successo delle, che si affermarono ne corso del XII secolo. Con l’ ampliamento dei campi di conoscenza, le istituzioni culturali dell’ Alto Medioevo e i loro metodi di insegnamento risultarono inadeguati, inoltre le scuole esistenti non riuscivano a contenere un numero di studenti sempre più numeroso. In alcune città con importanti tradizioni di studio il concorso spontaneo di studenti e maestri si fece sempre più consistente.

Nel Basso Medioevo , studenti e docenti si unirono in vere e proprie corporazioni , dette universitates, allo scopo di assumere una fisionomia definita. Nell’Europa continentale e nel mondo inglese i docenti gestivano le università, mentre in Italia prevalevano quelle rette dagli studenti, in entrambi i casi esse si autogovernavano, erano autonomi dai poteri ecclesiastici e laici, decidevano le materie di studiosa, stabilivano le norme disciplinari interne, sceglievano i metodi di insegnamento.

Nella società basso-medievale, le società si contraddistinsero per il loro carattere di organismi liberi e collettivi dediti al sapere avanzato. Le università erano articolate in quattro facoltà: arti, diritto, medicina, teologia. La facoltà delle arti impartiva l’insegnamento delle cosiddette arti liberali del trivio e quadrivio

Aumenta la produzione di libri e manoscritti: la produzione libraria ebbe un rialzo improvviso. Nelle città universitarie nacquero botteghe, in cui si copiavano volumi (manoscritti) e librerie allo scopo di servire gli studenti

La cultura popolare e il volgare

La cultura popolare: nel corso del Basso Medioevo assunse caratteristiche peculiari anche la cultura popolare. Si trattava di una cultura in cui si mescolavano temi diffusi da giullari e attori itineranti , contenuti comici e grotteschi e tragici, riflessione religiosa e ingredienti favolosi, teatro sacro e canzoni. Nei riguardi delle manifestazioni di questa cultura popolare, si indirizzò nel XIII secolo l’attenzione degli ordini mendicanti. Inoltre, grazie all’ apostolato degli ordini mendicanti, iniziò a diffondersi nella cultura l’uso del volgare, affiancandosi al latino che rimase la lingua della cultura quella usata dai teologici e medici, dagli studiosi e filosofi. Nella produzione letteraria il volgare s’impose con forza dando vita alle grandi tradizioni letterarie nazionali.

Il progetto imperiale di Federico I

Il progetto imperiale: nel 1152 venne eletto re di Germania Federico I detto Barbarossa, egli agì in vista alla realizzazione di un grande disegno di supremazia universale: riportare l’Impero , uscito indebolito dallo scontro con il Papato chiusosi con il Concordato di Worms, al centro del mondo e l’imperatore al di sopra di ogni altra autorità terrena, papa compreso. Per raggiungere questo obiettivo, occorreva ripristinare l’autorità imperiale nel cosiddetto regnum italiae, che faceva ancora parte dell’impero. Federico doveva quindi chiarie i rapporti con il Papato, contenere nel Mezzogiorno il crescente prestigio del Regno normanno (vassallo del Papa) e cercare di definire i rapporti con i comuni dell’Italia centro-settentrionale.

Le spedizioni di Federico I in Italia

Le prime due spedizioni in Italia e la Dieta di Roncaglia: Nel 1154, ottenuto l’appoggio dei principi tedeschi, Federico I intraprese la sua prima spedizione in Italia. Ma il sovrano attraversato il passo del Brennero con un esercito, si ritrovò nella resistenza armata di numerosi Comuni dell’Italia padana. Nel 1155 riuscì a farsi incoronare prima re d’Italia a Monza, e quindi imperatore a Roma per mano di papa Adriano IV. Federico I progettava di continuare la propria spedizione italiana marciando nel Mezzogiorno della Penisola contro il Regno normanno, ma nel 1155. Nel 1158 Federico Barbarossa discese in Italia una seconda volta con due obiettivi: ricondurre all’obbedienza Milano la città più importanti nelle autonomie comunali, e convocare una grande assemblea (Dieta), con i rappresentanti dei feudatari e dei Comuni italiani per chiarire le proprie rivendicazioni. La Dieta si svolse a Roncaglia nel 1158. Federico I pretese da tutti i Comuni un giuramento di fedeltà, l’insediamento in essi di un rappresentante del potere imperiale e la restituzione delle regalìe, ossia dei proventi de diritti regi spettanti di diritto all’imperatore: imposte sulle merci, sugli scambi commerciali, sulle coniazioni di moneta, e sull’amministrazione della giustizia.

La distruzione di crema e Milano

La distruzione di Crema e Milano: la linea politica di Federico I non era quello di distruggere i Comuni italiani e privarli della loro autonomia. Egli intendeva costringerli a riconoscere l’autorità imperiale e a pagare i diritti regi. Le richieste di Federico primo spaccarono il fronte dei Comuni, poiché alcuni obbedirono alle sue ingiunzione, mentre altri disobbedirono. Crema e Milano respinsero le richieste dell’imperatore, che non esitò a concentrare i propri sforzi militari contro le due città , per poi distruggerle

La reazione del papato

La reazione del Papato: la condotta dell’imperatore aveva sollevato l’opposizione della Chiesa. Federico Barbarossa da un lato aveva preteso le regalìe dal territorio di Roma e da tutti gli ecclesiastici che esercitavano un potere temporale, dall’altro, nelle elezioni vescovili, aveva agito contro quanto stabilito dal trattato di Worms. La reazione della Chiesa non si fece attendere: nel 1159 venne eletto papa Alessandro III un cardinale, che aveva già espresso le sue ostilità ai progetti imperiali. Federico I rispose all’elezione di Alessandro III sostenendo alla nomina di un antipapa, Vittore IV. Mentre Alessandro III dava vita a un’alleanza anti-imperiale con i re di Francia, d’Inghilterra e Sicilia, , Federico I dovette desistere un’altra volta dal progetto di invasione del regno normanno nell’Italia meridionale e fece rientro in Germania.

La reazione dei comuni

La reazione dei Comuni: Nel frattempo si costituì un’alleanza di Comuni in chiave anti-imperiale, detta Lega veronese, che univa Venezia, Verona, Padova e Vicenza. L’anno successivo papa Alessandro III rientrò a Roma dal suo esilio francese. Di fronte a questi sviluppi, nel 1166 l’imperatore scese nuovamente in Italia, espugnò Ancona, città in mano all’imperatore bizantino, entrò in Roma costringendo ad Alessandro III alla fuga e si preparò alla spedizione nel Regno normanno, ma dovette abbandonare l’impresa e ritirarsi in Germania a causa di una violenta epidemia che colpì il suo esercito.

I Comuni di Milano, Mantova, Brescia, Bergamo, Crema, Cremona, Ferrara; Parma, Reggio Emilia, Piacenza, Modena, Lodi, Treviso, Genova, Novara, Tortona, Vercelli e i Comuni veneti già parte della Lega veronese stipularono la Lega Lombarda (1167). L’alleanza che aveva scopo difensivo, come prima mossa avviò la ricostruzione di Milano e fondò in Piemonte una nuova città, chiamata Alessandria in onore del papa.

La guerra tra Federico I e i comuni

La guerra tra Federico I e i Comuni alleati col papa riprese nel 1174 e si risolse nel 1176 con la battaglia di Legnano: le truppe della Lega lombarda sbaragliarono l’esercito imperiale e Federico I decise di scendere a patti. Dapprima, sempre nel 1176, Federico I si riconciliò con Alessandro III riconoscendolo come papa e, nel 1177 sottoscrisse a Venezia una tregua separata con i Comuni dalla Lega lombarda e con il Regno normanno.

Il bilancio dei scontri alla morte di Federico

Il bilancio dei molteplici scontri alla morte di Federico: Dopo la tregua di Venezia, papa Alessandro III convocò a Roma il III Concilio lateranense, che avviò una riorganizzazione della Chiesa. L’imperatore Federico I spazzò via ogni opposizione al suo potere in Germania e consolidò in Europa il proprio prestigio imperiale. Nel 1189 partì per la terza crociata e nel 1190 morì affogato.

I Comuni dell’Italia settentrionale avevano risolto definitivamente la contesa con Federico I grazie alla pace di Costanza del 1183. Con un compromesso quindi si chiuse lo scontro.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali fasi dell'evoluzione dei comuni nel Medioevo?
  2. Le principali fasi dell'evoluzione dei comuni sono il Periodo Consolare (XI-XII secolo), il Periodo Podestarile (XIII secolo) e l'istituzione del Capitano del popolo verso la metà del XIII secolo.

  3. Come si è evoluta la cultura durante il Basso Medioevo?
  4. Durante il Basso Medioevo, la cultura ha subito trasformazioni significative, con un processo di laicizzazione, l'emergere di nuove istituzioni come le università, e un aumento della produzione di libri e manoscritti.

  5. Qual era il progetto imperiale di Federico Barbarossa?
  6. Federico Barbarossa mirava a riportare l'Impero al centro del mondo, ripristinando l'autorità imperiale nel regnum italiae e chiarendo i rapporti con il Papato e i comuni dell'Italia centro-settentrionale.

  7. Quali furono le conseguenze delle spedizioni di Federico Barbarossa in Italia?
  8. Le spedizioni di Federico Barbarossa in Italia portarono a scontri con i comuni, la distruzione di Crema e Milano, e alla formazione di alleanze anti-imperiali come la Lega Lombarda.

  9. Come si concluse il conflitto tra Federico Barbarossa e i comuni italiani?
  10. Il conflitto si concluse con la pace di Costanza del 1183, che risolse la contesa tra i comuni dell'Italia settentrionale e Federico Barbarossa attraverso un compromesso.

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