Concetti Chiave
- Le corti feudali erano grandi proprietà terriere, suddivise in terra dominica, colonica e comune, gestite da nobili, imperatori o monasteri.
- La terra dominica era lavorata da schiavi o contadini e includeva l'abitazione del signore, stalle e magazzini.
- I coloni affittavano i mansi della terra colonica, obbligati a cedere parte dei raccolti e svolgere lavori per il signore.
- La terra comune prevedeva l'uso collettivo di pascoli e foreste, ma soggetta a tributi come legnatico e polveratico.
- Le corti erano autosufficienti, producendo internamente tutto il necessario, limitando così i contatti con altri feudi.
Indice
Struttura delle corti feudali
Nel periodo feudale i centri della vita economica erano le corti , grandi proprietà terriere che appartenevano all’imperatore, oppure a un nobile, o a un monastero. Le terre di una corte erano distinte in tre appezzamenti: la terra dominica ( del signore) , la terra colonica ( dei coloni) e la terra comune. La terra dominica comprendeva l’abitazione del feudatario, le stalle, i magazzini, i laboratori e tutti i poderi di sua proprietà , che venivano lavorati da schiavi o da contadini.
Organizzazione della terra colonica
La terra colonica era suddivisa in mansi, cioè in poderi più piccoli, comprendenti una casa, terre seminate e piccole vigne. Questi appezzamenti venivano dati in affitto ai coloni, i quali in cambio avevano l’obbligo di dare al signore una parte dei prodotti della terra e di fare per lui molti lavori.
Uso collettivo della terra comune
La terra comune comprendeva i pascoli e le foreste destinati s un uso collettivo: tutti cioè potevano utilizzarla, pagando però un tributo. Ad esempio, se si voleva tagliare la legna di una foresta che faceva parte della terra comune, bisognava pagare una tassa chiamata legnatico; per il mantenimento delle strade, invece, si doveva pagare il polveratico; per l’uso dei ponti si pagava il pontatico, e così via.
Tecniche agricole arretrate
L’agricoltura praticata nei feudi era poco redditizia, perché le tecniche di coltivazione e gli attrezzi da lavoro erano arretrati e poco efficaci. L’aratro, ad esempio, in legno, senza ruote e trainato da buoi, non consentiva di arare il terreno in profondità. I concimi naturali, inoltre, erano insufficienti, per cui le rese agricole erano basse, cioè i campi producevano troppo poco.
Autosufficienza delle corti
Le corti erano organizzate in modo da produrre tutto ciò che era necessario alla vita del signore e dei coloni , anche se non sempre in abbondanza. I campi e i pascoli garantivano le principali materie prime come il legname e la selvaggina. All’interno della corte erano inoltre concentrati i laboratori artigianali: fabbri , carpentieri, calzolai, falegnami ed ecc. Questi artigiani producevano gli oggetti di uso quotidiano: attrezzi da lavoro, mobili, armi, abiti, calzature. I contatti e gli scambi con gli altri feudi erano perciò molto limitati, visto che ogni corte era praticamente autosufficiente.
Domande da interrogazione
- Qual era la struttura delle terre in una corte durante il periodo feudale?
- Quali erano le principali difficoltà dell'agricoltura nei feudi?
- Come si garantiva l'autosufficienza delle corti?
Le terre di una corte erano divise in tre appezzamenti: la terra dominica (del signore), la terra colonica (dei coloni) e la terra comune, ognuna con funzioni specifiche.
L'agricoltura era poco redditizia a causa di tecniche di coltivazione arretrate e attrezzi poco efficaci, come l'aratro in legno senza ruote, e la scarsità di concimi naturali.
Le corti erano organizzate per produrre tutto il necessario per la vita del signore e dei coloni, con campi, pascoli e laboratori artigianali che fornivano materie prime e oggetti di uso quotidiano, limitando i contatti con altri feudi.