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Concetti Chiave

  • La divisione dell'Impero romano in Oriente e Occidente portò a una diversificazione economica significativa, con l'Oriente mantenendo il controllo dei traffici marittimi e l'Occidente indebolito nei commerci.
  • I popoli germanici dell'Occidente, privi di cultura marittima, non rivitalizzarono i commerci mediterranei, spostando le rotte commerciali esclusivamente su terra.
  • La società longobarda mostrava segni di un mercato attivo, evidenziato dalla presenza di negotiatores e monetazione aurea, ma non esisteva un vero mercato europeo unificato.
  • I costi di trasporto elevati e i pericoli lungo le rotte terrestri limitarono il commercio ai beni di lusso provenienti dall'Oriente, con l'oro scomparso in Occidente a favore della monetazione argentea.
  • Il sistema feudale e l'economia curtense frammentarono ulteriormente il commercio, limitandolo ai beni di lusso nei castelli e corti, soffocando lo scambio di beni di uso comune.

Indice

  1. Divisione dell'impero romano
  2. Commercio nell'impero bizantino
  3. Declino commerciale in occidente
  4. Società longobarda e mercato
  5. Problemi del mercato europeo
  6. Commercio di lusso e moneta
  7. Cambiamenti negli usi e costumi
  8. Sistema feudale e commercio

Divisione dell'impero romano

La diverse sorti seguite dai territori dell’Impero romano dopo la sua divisione in due parti (Impero d’Oriente e Impero d’Occidente) costituiscono il motivo principale della sua diversificazione economica.

Commercio nell'impero bizantino

L’Impero bizantino infatti riuscì a mantenere il controllo dei traffici marittimi nel Mediterraneo e, anche dopo l perdita delle coste nordafricane passate in mano agli Arabi e l’espansione di questi in Medio Oriente, continuò a svolgere un’intensa attività mercantile con i musulmani.

Declino commerciale in occidente

Nella parte occidentale dell’Impero, invece, il dissolvimento dell’unità politica indebolì notevolmente i commerci. I “nuovi” popoli germanici, che non avevano una cultura marittima, non si interessarono di rivitalizzare i commerci mediterranei o di allestire una propria flotta. Le rotte commerciali divennero perciò esclusivamente terrestri e collegavano quelle città romane che erano diventate centro politico delle nuove organizzazioni territoriali, base di una piccola produzione artigianale e sede di un ceto dirigente ( formato di guerrieri e successivamente di funzionari) in grado di acquistare le merci.

Società longobarda e mercato

La società longobarda conosceva dei negotiatores e possiamo presupporre, anche per la presenza di monetazione aurea, l’esistenza di un mercato relativamente attivo, anche se non esteso, tanto che i mercanti non facevano parte di una medesima classe sociale e potevano anche raggiungere la posizione sociale dei proprietari terrieri più ricchi.

Problemi del mercato europeo

Non si può però parlare di mercato europeo. Il cattivo stato del vecchio sistema stradale romano, rovinato dall’incuria e da un lungo periodo di guerre, e i pericoli di brigantaggio in zone impoverite, prive di controllo politico e con la presenza di popolazioni di origine tribale abituate alla guerra, resero molto alte le spese di trasporto. Si è calcolato che il prezzo del grano, per compensare tali costi, dovesse raddoppiare ogni 50-100 chilometri.

Commercio di lusso e moneta

I commerci quindi si concentrarono sui prodotti di lusso provenienti dall’Oriente attraverso la mediazione dei mercanti bizantini. È significativo il fatto che in Occidente scompare la moneta d’oro, ancora battuta a Costantinopoli e diffusa nel mondo arabo, e si diffuse invece una monetazione argentea voluta da Carlo Magno in un’epoca di particolare stabilita politica, più adatta a un mercato in cui i beni comprati e venduti non erano di grande valore.

Cambiamenti negli usi e costumi

La riduzione dei mercati e il conseguente cambiamento delle merci disponibili comportò anche mutamenti negli usi e nei costumi, come nel caso della sostituzione dell’olio d’oliva con il burro e il lardo da parte delle popolazioni italiche del Nord.

Sistema feudale e commercio

Il sistema feudale e l’economia curtense, con la frammentazione del territorio in unità autosufficienti, tesero a soffocare ulteriormente i commerci, gravati tra l’altro dall’imposizione di dazi nel passaggio di ponti e confini. Persistette, ma solo nei castelli e nelle corti, il commercio di beni di lusso, come sete o spezie, estranei alla produzione curtense.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze economiche della divisione dell'Impero romano in due parti?
  2. La divisione portò a una diversificazione economica, con l'Impero bizantino che mantenne il controllo dei traffici marittimi nel Mediterraneo, mentre l'Impero d'Occidente vide un indebolimento dei commerci a causa della mancanza di interesse dei popoli germanici per il commercio marittimo.

  3. Come influì la situazione politica e sociale sull'economia dell'Impero d'Occidente?
  4. La disgregazione politica e il cattivo stato delle infrastrutture stradali, insieme ai pericoli di brigantaggio, aumentarono i costi di trasporto, limitando i commerci principalmente ai prodotti di lusso e portando a un cambiamento nei consumi, come la sostituzione dell'olio d'oliva con burro e lardo.

  5. Qual era il ruolo dei mercanti nell'economia longobarda?
  6. I mercanti, noti come negotiatores, operavano in un mercato relativamente attivo e potevano raggiungere posizioni sociali elevate, simili a quelle dei proprietari terrieri più ricchi, nonostante il mercato non fosse esteso.

  7. In che modo il sistema feudale influenzò i commerci?
  8. Il sistema feudale e l'economia curtense frammentarono il territorio in unità autosufficienti, soffocando ulteriormente i commerci a causa di dazi e limitazioni, mentre il commercio di beni di lusso persistette solo nei castelli e nelle corti.

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