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Concetti Chiave

  • Nell'Impero bizantino, le donne godevano di una posizione giuridica protetta e di un'importanza difficilmente riscontrabile in altre epoche storiche.
  • Le imperatrici, designate come "Auguste" o "Basilisse", avevano grande visibilità e privilegi, partecipando attivamente al governo e alle cerimonie pubbliche.
  • In assenza o incapacità dell'imperatore, le imperatrici esercitavano la reggenza, come nel caso di Pulcheria e Sofia, dimostrando un ruolo centrale nel potere.
  • Le imperatrici avevano il diritto di nominare i loro successori, un potere esercitato da figure come Pulcheria e Zoe.
  • Casi eccezionali come quello di Irene, che governò da sola, dimostrano l'emancipazione e l'influenza delle donne al livello costituzionale nell'Impero.

La condizione femminile nell’Impero bizantino
Si dice che nella società bizantina le donne, protette dalle regole giuridiche al pari degli uomini, godevano di un’importanza che nella storia sarebbe stata raramente tutelata, e a sostegno di questa ipotesi si cita la posizione delle imperatrici. Designate con il titolo di “Auguste” e a partire dal II secolo sempre più frequentemente con quello di “Basilisse” (regine), le imperatrici, in effetti, godevano di grande visibilità, grandi onori e non pochi privilegi.
Le imperatrici presenziavano alle cerimonie pubbliche anche al governo. Di Teodora, per esempio, si sa che sedeva nei concili indetti da Giustiniano e vi prendeva la parola: anche se, come dice Procopio, prima di farlo usava chiedere scusa.
Se l’imperatore era troppo giovane, o se per qualunque ragione non poteva esercitare i suoi poteri, l’Augusta esercitava la reggenza, come fece Pulcheria, sostituendo il fratello più giovane (potevano essere incoronate imperatrici, infatti, non solo le mogli, ma anche le madri, le sorelle e le figlie degli imperatori), e come fece Sofia, che sostituì il marito Giustino II, divenuto pazzo. Quando veniva a mancare, inoltre, l’imperatrice aveva il diritto di nominare il suo successore, come fecero Pulcheria designano Anastasio e Zoe, che fece imperatori i suoi diversi e successivi mariti.
Poteva anche accadere che, rimasta unica titolare del potere, la Basilissa non intendesse rinunciarvi, e pertanto non nominasse un nuovo imperatore: è il caso di Irene, che, dopo aver fatto accecare il figlio, governò da sola, ponendo peraltro – data l’eccezionalità del caso – seri problemi di etichetta. E la fine, per risolvere il problema, si decise di chiamarla “Imperatore” nei documenti ufficiali. Se ci si limita a considerare il problema della condizione femminile al livello costituzionale, dunque, bisogna dire che, in effetti, l’immagine che le imperatrici rimandavano era quella di una donna che oggi chiameremo “superemancipata”.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il ruolo delle imperatrici nell'Impero bizantino?
  2. Le imperatrici bizantine godevano di grande visibilità, onori e privilegi. Partecipavano alle cerimonie pubbliche e al governo, e in alcuni casi esercitavano la reggenza o nominavano il successore dell'imperatore.

  3. In quali circostanze le imperatrici potevano esercitare il potere?
  4. Le imperatrici potevano esercitare il potere se l'imperatore era troppo giovane o incapace di governare. Potevano anche governare da sole, come nel caso di Irene, che governò dopo aver accecato il figlio.

  5. Come venivano chiamate le imperatrici nei documenti ufficiali in casi eccezionali?
  6. In casi eccezionali, come quello di Irene, le imperatrici venivano chiamate "Imperatore" nei documenti ufficiali per risolvere problemi di etichetta legati alla loro posizione di potere.

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