Concetti Chiave
- Clemente VI supportò inizialmente Cola di Rienzo per indebolire l'aristocrazia romana.
- Cola di Rienzo fu eletto tribuno della repubblica romana nel maggio 1347, avviando riforme antinobiliari.
- Con il supporto del vescovo Raimondo d'Orvieto, Cola cercò di ridurre il potere nobiliare e garantire ordine a Roma.
- Le ambizioni di Cola di unificare l'Italia sotto una nuova autorità imperiale portarono alla sua scomunica da Clemente VI.
- Cola di Rienzo, isolato e senza supporto popolare e politico, lasciò Roma nel dicembre 1347.
Clemente VI e Cola di Rienzo
Clemente VI(1342-1352) fu dalla parte di Cola di Rienzo, il cui verso nome era Nicola di Rienzo, quando egli, stanco delle prepotenze da parte della nobiltà, si recò ad Avignone per convincere il Papa a procedere verso un governo repubblicano.
Clemente VI appoggiò Cola pensando di approfittarne per sottomettere gli esponenti dell’aristocrazia romana.
L'ascesa di Cola di Rienzo
Cola venne eletto nel 1347 a Maggio "tribuno della repubblica romana".
S'impegnò nel riformare l’ amministrazione cittadina attuando una politica "antinobiliare" con il sostegno del vicario pontificio, il vescovo Raimondo d’ Orvieto.
Divenuto capo della città cercò di limitare il potere della nobiltà, facendo fra l’ altro abbattere le fortificazioni che circondavano i loro palazzi.
Garantì la sicurezza delle strade, ristabilì l’ ordine a Roma e nelle signorie vicine.
Ambizioni e caduta di Cola
Cola di Rienzo era molto ambizioso e voleva attuare un progetto si unificazione totale dell'Italia superando gli ambiti locali sotto una nuova autorità imperiale, che doveva essere eletta da un’ assemblea di laici.
oPer questo venne scomunicato da Clemente VI.
I suoi metodi di governo erano molto autoritari e dispotici, per cui fu abbandonato anche dal popolo, ma non solo, fu anche abbandonato dal baronato locale e dai Comuni.
Rimasto solo e senza nessun appoggio si decise a lasciare Roma nel dicembre del 1347.