Concetti Chiave
- Il termine "cavaliere" appare tardi nel Medioevo, preferendo il latino "miles" per il combattente a cavallo.
- Carlo Martello riorganizzò l'esercito franco, sviluppando una potente cavalleria nobiliare.
- L'efficacia della cavalleria medievale dipendeva dall'uso delle staffe per combattere stabilmente in sella.
- Essere cavaliere richiedeva un lungo addestramento, creando un corpo specializzato di professionisti delle armi.
- La carriera cavalleresca offriva opportunità di ascesa sociale anche ai piccoli proprietari terrieri e classi inferiori.
Indice
Origine del termine cavaliere
Il termine “cavaliere”, che indica genericamente il soldato a cavallo, fa la sua comparsa piuttosto tardi: il Medioevo preferisce il termine latino miles, che indica il combattente per eccellenza, contrapposto al pedes, il semplice fante appiedato.
Riorganizzazione dell'esercito franco
Dopo lo scontro con gli arabi a Poitiers, Carlo Martello aveva provveduto a una generale riorganizzazione dell’esercito franco, trasformandolo in un’efficiente macchina militare dotata del più potente e agile reparto di cavalleria dell’epoca.
Ruolo dell'aristocrazia medievale
Era impensabile però affidare ai contadini l’onere di acquistare un cavallo, mantenerlo ed equipaggiarlo per la guerra: l’onore delle nuove armi spettava alla classe nobiliare. Fu così che l’aristocrazia si creò un nuovo importantissimo ruolo: quello di seguire il sovrano e prestargli aiuto nelle campagne militari. Queste si svolgevano con cadenza annuale, per rimpinguare le casse del tesoro reale, mantenere unito il gruppo dei cavalieri e conservare la fedeltà della grande nobiltà con la distribuzione di bottini e terre.
Tecniche e addestramento cavalleresco
Dal punto di vista tecnico, l’efficacia della cavalleria dipendeva dall’uso delle staffe: grazie ad esse il cavaliere, ben saldo in sella e con lancia in resta, poteva combattere corpo a corpo senza essere disarcionato.
Diventare cavaliere, d’altronde, richiedeva un lungo e faticoso addestramento, tanto da esigere la creazione di un corpo specializzato di professionisti delle armi.
Così, già nel IX secolo i grandi signori feudali iniziarono a circondarsi di una corte di fedelissimi, perfettamente armati e addestrati: i “cavalieri”, cui spesso offrono come segno di favore e gratitudine terre su cui esercitare il loro dominio.
Spesso si trattava di figli cadetti, che non potevano ereditare i domini paterni, destinati ai primogeniti (per evitare la frammentazione del patrimonio), e sceglievano tra il mestiere delle armi e la carriera ecclesiastica.
Ascesa sociale attraverso la cavalleria
Col tempo la vita militare offrì poi una concreta possibilità di ascesa sociale ai piccoli proprietari di terre che avessero denaro sufficiente per armarsi e intraprendere l’addestramento cavalleresco, nella speranza di mettersi in mostra con il valore e ottenere un piccolo feudo. Ma anche i personaggi di estrazione sociale più bassa potevano accedere al rango di cavaliere, mettendosi però al servizio di un signore in cambio di una vita più agiata.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del termine "cavaliere" nel contesto medievale?
- Qual era il ruolo della nobiltà nella cavalleria medievale?
- Come si poteva diventare cavaliere nel Medioevo?
Il termine "cavaliere" appare tardi nel Medioevo, preferendo il termine latino "miles" per indicare il combattente a cavallo, in contrasto con "pedes", il fante appiedato.
La nobiltà aveva il compito di seguire il sovrano nelle campagne militari, mantenendo la fedeltà attraverso la distribuzione di bottini e terre, poiché i contadini non potevano permettersi di mantenere un cavallo da guerra.
Diventare cavaliere richiedeva un lungo addestramento e spesso era riservato ai figli cadetti della nobiltà o a chi aveva risorse per armarsi, ma anche persone di estrazione sociale più bassa potevano accedere al rango servendo un signore.