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Concetti Chiave

  • I castelli divennero centri di potere autonomo, spesso in conflitto con l'autorità pubblica.
  • Nobili prepotenti sfruttavano la debolezza del potere ufficiale per compiere soprusi e rapine.
  • Dopo le scorrerie, i castelli si trasformarono in strumenti di dominio per nuove dinastie locali.
  • La costruzione e distruzione dei castelli seguivano esigenze strategiche e ambizioni dei signori.
  • Principati come il Ducato di Normandia divennero quasi Stati nello Stato tramite concessioni e matrimoni.

Indice

  1. Il potere dei castelli
  2. La mappa delle fortificazioni
  3. Espansione dei centri di potere

Il potere dei castelli

I castelli entrarono a far parte, quasi fossero un bene privato, del patrimonio di signori laici, vescovi e abati, che inevitabilmente finivano per esercitare sul territorio da essi protetto un’autorità che contrastava con il potere pubblico, quando addirittura non vi si sostituiva, più o meno arbitrariamente. Ne è prova un diploma, databile al 911, del re d’Italia Berengario I, nel quale si fa riferimento ai mali cristiani, i “cattivi cristiani”: nobili prepotenti che, approfittando della debolezza del potere ufficiale e del generale disordine, si servivano dei propri uomini d’arme per commettere rapine e soprusi a danno dei più deboli, come requisizioni di raccolti o arbitrarie imposizioni di tributi. Fu così che, cessate le scorrerie, i castelli si trasformarono da capi saldi difensivi in strumenti di dominio, divenendo il centro di potere attraverso cui riuscivano a imporsi nuove dinastie locali.

La mappa delle fortificazioni

La mappa delle fortificazioni non fu sempre la stessa: la storia dell’edificazione dei castelli è anche la storia di fortezze più volte distrutte (molte, soprattutto le più antiche, fabbricate in legno), ricostruite ( spesso in segno di maggiore ricchezza e di più salda autorità), conquistate e perdute da questo o quel signore per opportunità strategica, calcolo economico o ambizione.

Espansione dei centri di potere

Il processo di espansione dei vari centri di potere non era però determinato solamente dall’azione militare: i grandi feudatari, infatti, seppero allargare i confini dei territori sottoposti alla loro giurisdizione attraverso nuove concessioni feudali, o attraverso fortunate politiche matrimoniali.

Si formarono così dei principati che per dimensione e importanza politica costituivano quasi degli Stati nello Stato: fu il caso, in Francia, del Ducato di Normandia o del Ducato d’Aquitania, che si estendeva dalla Loira fino ai Pirenei.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il ruolo dei castelli nel potere locale durante il periodo descritto?
  2. I castelli divennero strumenti di dominio per signori laici, vescovi e abati, che esercitavano un'autorità spesso in contrasto con il potere pubblico, trasformandosi in centri di potere per nuove dinastie locali.

  3. Come cambiava la mappa delle fortificazioni nel tempo?
  4. La mappa delle fortificazioni cambiava frequentemente a causa della distruzione e ricostruzione delle fortezze, spesso per motivi strategici, economici o di ambizione, con molte delle più antiche costruite in legno.

  5. In che modo i centri di potere si espandevano oltre l'azione militare?
  6. I centri di potere si espandevano anche attraverso nuove concessioni feudali e politiche matrimoniali, formando principati che diventavano quasi Stati nello Stato, come il Ducato di Normandia e il Ducato d’Aquitania in Francia.

Domande e risposte

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