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principi della Lega potevano seguire la religione che preferivano, costringendo i sudditi ad
adeguarsi. Carlo V, stanco di governare un impero che gli procurava solo preoccupazioni, decise a
55 anni di affidare tutta la parte occidentale del suo impero, compresi i Paesi Bassi, i territori
Italiani e le colonie americane al figlio Filippo. Al fratello Ferdinando andarono invece la
Germania e il titolo imperiale, quindi abdicò nel 1556. Si può notare bene che l’ex imperatore ebbe
lasciato al figlio Filippo i territori più ricchi, con miniere di oro e d’argento, industrie, mercati e
benessere, mentre al fratello la Germania ed il titolo imperiale, che furono le principali
preoccupazioni di Carlo durante il suo stesso impero. L’abdicazione di un imperatore che più di tutti
si era avvicinato all’idea del monarca universale lasciò una profonda impressione nel mondo di
allora e potrebbe anche essere vista come un’ammissione del sogno di vedere l’intera Europa
sottomessa a un unico sovrano (insieme anche alal costa occidentale del sud-america e tutto il
centro-america). A fine carriera Carlo non si ritirò in un convento, come era pensato per un certo
tempo, ma si fece costruire una piccola e modesta casa su di un fianco del monastero, continuando
ad interessarsi dell’impero, rimanendo consigliere dei figli e dei suoi ex collaboratori. Poiché era
molto religioso volle che nella sua camera da letto fosse aperta una finestrella che dava nell’interno
della chiesa del monastero, in modo da poter sempre seguire le sacre funzioni anche quando le forze
cominciarono a venirgli meno e non fu più in grado di andare direttamente in chiesa. Morì
serenamente nel 1558 per una progressiva insufficienza renale, ma si mantenne sempre lucido ed
interessato ai problemi dello stato. In conclusione, Carlo V è il ritratto del monarca che dopo aver
speso grandissima parte della sua esistenza nell’intento di riunificate tutta l’Europa e parte delle
Americhe sotto un unico sovrano, si arrende stremato e svolge una vita umile e modesta, in beata
serenità.