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Tesina per la Maturità basata su V per Vendetta
.I temi sono 4 :
- Lo Stato Totalitario (Storia e Inglese)
- La Maschera (Italiano e Arte)
- La Rivoluzione (Filosofia e Scienze)
- La Protesta contro il sistema (Latino)
Gli argomenti delle materie sono:
- Storia: Il Nazismo
- Inglese: "1984" di George Orwell
- Italiano: Le Maschere di Luigi Pirandello
- Arte : James Ensor e l'"Entrata di Cristo a Buxelles"(Espressionismo)
- Filosofia: Marx e la Rivoluzione
- Scienze(Geografia Astronomica): La Rivoluzione Terrestre
- Latino: Giovenale e l'Indignatio
La mappa concettuale e il power point sono all'interno del file in allegato
Analogie tra Hitler e Sutler & Nazismo e Norsefire
Guardando il film, è possibile notare molte analogie tra il Nazismo e il regime che occupa la Gran Bretagna
distopica di V per Vendetta.
- Innanzitutto, il leader del partito Norsefire , Adam Sutler, impone il suo regime con la forza
approfittando di una situazione di instabilità economica e politica del Paese, presentandosi come
garante della libertà civile. La popolazione britannica, soprattutto per il timore causato dalla
precedente guerra nucleare che ha devastato gran parte del globo, si affida a lui affinché possa
riportare ordine e stabilità nella nazione, proprio come è accaduto in Germania con l’avvento del
Nazismo.
- Anche Sutler, diffonde idee guida, espresse attraverso delle frasi brevi e lapidarie come :
“L’INGHILTERRA DOMINA” oppure ”FORZA ATTRAVERSO L’UNITA’, UNITA’ ATTRAVERSO LA FEDE”.
- Hitler e Sutler sono per certi versi due personalità piuttosto simili: entrambi hanno una volontà
forte; sono convinti delle loro idee e cercano di imporle utilizzando un linguaggio duro ed
aggressivo, offrendo un’immagine, autoritaria e rassicurante di se stessi e del partito. Più
conquistano potere e più è evidente il loro fanatismo e più aggressivi diventano i loro sostenitori.
- E’ possibile notare anche un’analogia nel suono del nome dei due leader di partito : Adolf Hitler ed
Adam Sutler.
- Molto importante nel film è la funzione che svolgono i mass media, i quali manipolano le notizie,
rassicurando la popolazione oppure allarmandola affinché essa si affidi ancora di più al partito
conservatore. Mi ha colpito molto una frase espressa da un’esponente dell’emittente televisiva del
film: “ NOI GIORNALISTI RIFERIAMO SOLAMENTE LE NOTIZIE;E’ COMPITO DEL GOVERNO
FABBRICARLE”. Allo stesso modo, Hitler ha utilizzato la propaganda politica e ideologica,
bombardando la psiche e le coscienze dei tedeschi.
- In entrambi i regimi vi è una polizia segreta, come la Guestapo del Nazismo, e squadre armate
paramilitari ( SA e SS di Hitler e i “Castigatori” di Sutler).
- Sia Hitler che Sutler fanno costruire campi di concentramento in cui rinchiudono dissidenti politici,
ebrei, omosessuali e chiunque fosse considerato inferiore, ostile, diverso per razza, ideologia,
religione, avviando un programma di sicurezza nazionale con lo scopo di risanare il Paese e imporre
maggiormente il loro potere. In particolare Hitler attua la soluzione finale con la quale intende
sterminare tutti gli ebrei.
- Centrale in entrambi i regimi fu la collaborazione con le grandi industrie private, soprattutto quelle
pesanti e farmaceutiche, le quali hanno contribuito con i loro finanziamenti all’affermazione del
Nazismo in Germania e del Norsefire nella Gran Bretagna distopica.
Nella pellicola il protagonista V compie una profonda critica neeiconfronti del regime di Sutler e , una
delle frasi che mi sono rimaste più impresse riguardo ciò è questa : “ I POPOLI NON DOVREBBERO
AVERE PAURA DEI LORO GOVERNI, MA SONO I GOVERNI CHE DOVREBBERO AVERE PAURA DEI POPOLI”.
Un’altra frase emblematica è questa : “MENTRE IL MANGANELLO PUO’ SOSTITUIRE IL DIALOGO, LE
PAROLE NON PERDERANNO MAI IL LORO POTERE POICHE’ ESSE SONO IL MEZZO PER GIUNGERE
ALL’AFFERMAZIONE DELLA VERITA’. Se il popolo teme il proprio governo e non gli è consentito di
esprimersi liberamente ,allora vi è una dittatura, ma se è il governo ad avere paura del popolo, allora vi
è libertà e democrazia poiché è il popolo a decidere da chi e come essere governato; il popolo ha la
libertà di esprimere le proprie considerazione ed in esso risiede il potere di governo. Troppo spesso,
purtroppo, abbiamo avuto nella storia episodi in cui il popolo ha avuto paura del proprio governo a
causa della sua azione repressiva e , malgrado tutto, accade ancora oggi in diverse zone del mondo.
Mi sembra opportuno fare un collegamento tra l’incendio appiccato dai Nazisti alla sede del Reichstaag nel
periodo precedente le elezioni del 5 marzo 1933 e l’esplosione del Parlamento inglese ad opera di V nel
film. L’incendio del Reichstag, nell’ambito del Nazismo, fu un atto provocatorio. Esso era finalizzato a
legittimare il potere del Nazionalsocialismo, in modo da condannare ed escludere dalla vita politica i
comunisti, accusati dell’incendio. L’incendio del Reichstag può essere interpretato chiaramente come
negazione dello Stato in quanto repubblica, distruggendo il simbolo della democrazia, instaurando di lì a
poco una dittatura in cui il popolo non esercita i propri poteri attraverso le istituzioni dello Stato, ma è
piuttosto lo Stato che occupa ogni aspetto della società, impadronendosi di ogni diritto politico-civile e di
ogni libertà. La distruzione del Parlamento inglese da parte di V, invece, assume la funzione opposta
nell’immaginario distopico del film: il Parlamento era diventato l’emblema del marcio e della corruzione
che albergava nel Paese e per questo, con la sua distruzione, V vuole inaugurare una nuova epoca,
un’epoca migliore, in cui libertà e uguaglianza risultano essere gli elementi cardine su cui fondare il nuovo
corso dell’Inghilterra.
Molto significativa è, a mio parere, una frase che pronuncia lo stesso V : “ IL PALAZZO E’ UN SIMBOLO,
COME LO E’ L’ATTO DI DISTRUGGERLO; SONO GLI UOMINI CHE CONFERISCONO POTERE AI SIMBOLI; DA
SOLO UN SIMBOLO E’ PRIVO DI SIGNIFICATO MA, CON UN BEL NUMERO DI PERSONE ALLE SPALLE, FAR
SALTARE UN PALAZZO PUO CAMBIARE IL MONDO”. Qui V sostiene chiaramente che un simbolo, qualsiasi
esso sia ( come la svastica del Nazismo o la maschera di V), per avere un significato, deve essere sostenuto
da molte persone, le quali si identificano in quel simbolo, facendolo diventare un loro vessillo, un elemento
di riconoscimento con il quale presentarsi. E’ per questa ragione che il Nazismo è stato in grado di
affermarsi in Germania, perché il popolo si identificava in quei simboli che il regime proponeva,
esasperandoli e diventando oggetto di culto ma, si può notare bene che, tali simboli, proponevano valori
del tutto distorti. La maschera di V, invece, incarna un’idea che da anni si cerca di attuare in pratica: la
libertà. (Attacca con Italiano e la differenza con le maschere di Pirandello)
Collegamento con Scienze
V è un personaggio rivoluzionario: egli, riuscendo nel suo intento di far esplodere il Parlamento inglese ha
distrutto l’ordine che era stato imposto dal regime totalitario. Con quest’atto, V ha compiuto una vera e
propria rivoluzione la quale non avrebbe avuto esiti positivi se tutto il popolo non si fosse svegliato da quel
sonno in cui versava e non avesse fatto proprie le idee incarnate da quella maschera. In genere, quando si
parla di rivoluzione, si intende un mutamento repentino all’interno di una società, ottenuto al suo interno
con mezzi pacifici o violenti da parte di un soggetto collettivo che si impadronisce dello Stato. La
rivoluzione compiuta da V e dal popolo di Londra è stata una rivoluzione pacifica in quanto, alla fine del
film, è possibile notare che anche i soldati che difendevano il regime, si schierano con il popolo. Inoltre, con
la conquista e l’abbattimento dello Stato totalitario, vi è la conseguente ricostruzione di un nuovo Stato,
uno Stato di diritto, in cui Libertà e Uguaglianza sono i principali valori su cui si fonda. La rivoluzione è
anche intesa come restaurazione, ovvero come ritorno alla quiete e al vecchio ordine che era stato
sovvertito. Infatti in V per Vendetta il popolo riacquista i propri diritti e la libertà perduta con l’ascesa al
potere di Sutler. Quindi ogni rivoluzione implica un mutamento radicale ma ciò si manifesta in funzione di
un “ritorno” verso una condizione di tranquillità e stabilità. Il termine rivoluzione deriva dal latino
“revolutio“ e significa proprio “ritorno”. In età moderna la parola rivoluzione viene utilizzata per la prima
volta per indicare il moto degli astri sulla propria orbita intorno al proprio centro di gravità: questo
movimento viene proprio inteso come il ritorno ciclico dell’astro il quale ripercorre durante ogni periodo di
rivoluzione gli stessi punti. Questo fenomeno venne scoperto da Niccolò Copernico il quale elaborò la
teoria eliocentrica secondo la quale è la Terra a ruotare intorno al Sole e non viceversa come veniva
affermato dalla teoria geocentrica. Sulla base della teoria eliocentrica possiamo parlare di Rivoluzione
terrestre.
Rivoluzione terrestre
La Terra esegue un moto di rivoluzione intorno al Sole, descrivendo un’orbita ellittica in cui il Sole occupa
uno dei due fuochi, secondo la prima legge di Keplero. Essa si muove in senso antiorario, per un ottervatore
situato al polo Nord celeste. L’orbita, di eccentricità assai ridotta
Collegamento con Latino
V per Vendetta è diventato un’icona per le nuove generazioni. In diverse manifestazioni giovanili degli
ultimi tempi è possibile notare che molti partecipanti indossano la maschera di Guy Fawkes. Essi protestano
contro i poteri forti del governo, contro le politiche di austerità, contro la crisi economica. Tutti questi
fattori stanno finendo col distruggere il nostro futuro e nessuno tra coloro che hanno in mano le redini del
potere si scomoda minimamente per dare una svolta. Sfortunatamente la nostra è la dura e sporca realtà e
purtroppo non esistono lieti fine come nei film. Credo, non basti un atto rivoluzionario come quello che
compie V affinché cambi qualcosa. Ad ogni modo V per Vendetta, oggi, è un aggregatore sociale ed, la
maschera del protagonista è diventata il vessillo sotto cui si pone il movimento degli Indignados di tutto il
mondo. Questo movimento è di matrice soprattutto giovanile ma coinvolge tutte le generazioni che stanno
vivendo sulla loro pelle gli effetti della crisi mondiale. Essi sono appunto “indignati” dalla società, dalla
politica, dall’economia, dalla mancanza di lavoro, protestando, scendendo nelle piazze di tutte le città del
mondo, come è accaduto a Madrid a Puerta del Sol oppure a New York a Wall Street. Essi non riesco più a
sopportare le “fatiche” a cui il sistema li ha costretti.
Giovenale e l’indignatio
Secoli fa c’è stato anche un importante autore latino che ha riportato in forma di satira tutta la propria
collera e il proprio sdegno nei confronti dell’ordine imposto dalla società in cui viveva, ovvero Decimo
Giunio Giovenale. Egli nacque ad Aquino, una città di origine volsca del basso Lazio. A Roma fu retore e per
qualche tempo maestro di scuola, giungendo tardi alla poesia dopo la morte di Domiziano in quanto prima
si era sentito condizionato dal clima pesante dovuto all’atteggiamento di quel principe e dei suoi
collaboratori. Egli fu profondamente infelice, essendo costretto a vivere una vita di stenti a causa del
potere domizianeo che controllava molti aspetti della società: in particolare risentì molto dell’amara
delusione avvertita nei confronti della sempre crescente corruzione nei costumi e nella società romana,
cosa particolarmente grave agli occhi di chi, come lui, proveniva dal sano mondo della provincia. Queste
sono le motivazioni della sua collera nei confronti di tutto il sistema, ragioni che egli esplicherà come un
fiume in piena nelle “Satire”. L’opera è come un urlo di indignazione, tanto che la sua poetica sarà definita
proprio “poetica dell’indignatio” . Le Satire sono sedici, suddivise in cinque libri e disposte in ordine
cronologico. La prima può essere considerata come premessa a tutte le altre. In una società etichettata dal
vizio e dal malcostume l’unico genere che potesse utilizzare era appunto quello della satira. L’autore sa di
non poter influire sul comportamento degli uomini, ritenuti prede della corruzione, senza alcuna speranza
di riscatto. La satira di Giovenale, quindi, si limita soltanto a denunciare, a gridare la sua protesta, senza
offrire insegnamenti morali. L’autore vede degenerazione ovunque, sia nelle classi dirigenti che nella