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Sintesi
Sintesi V per vendetta - Tesina


“Ricorda per sempre il 5 novembre, il giorno della congiura delle polveri contro il parlamento. Non vedo il perchè di questo complotto, nel tempo il ricordo andrebbe interrotto. Ma l'uomo? So che il suo nome era Guy Fawkes e so che nel 1605 tentò di far esplodere il parlamento inglese. Ma chi era realmente? Che tipo d'uomo era? (...)Non è di un'idea che sento la mancanza ma di un uomo, un uomo che mi ha riportato alla mente il 5 novembre: un uomo che non dimenticherò mai.”
(Evey)
E' stata quella maschera a conquistarmi, sin dal primo istante. Quei baffi e quel pizzetto da moschettiere, quel ghigno quasi beffardo, quel pallore accentuato dalle sfumature rosee sulle guance. Da qui nasce l'incredibile interesse che questo lungometraggio ha creato in me, nasce dal simbolo per eccellenza, il volto di Guy Fawkes. Una maschera posta sul volto di un individuo tutt'ora sconosciuto, di nero vestito, dalle incredibili capacità, che vive ed agisce nell'ombra. Mi ha attratto perché non è il convenzionale “Supereroe”, non è il “buono” della situazione, è da solo contro un sistema intero. La presente tesina, la cui linea guida segue la trama del film “V per Vendetta” (2005)
diretto da James McTeigue, tratto dall'omonimo graphic novel “V per Vendetta” di Alan Moore e David Lloyd, si compone di tre collegamenti con le seguenti materie scolastiche: in Letteratura Pirandello e le maschere, in Storia gli aspetti del fascismo italiano, in Inglese: From Guy Fawkes to Anonymus, the mask in the centuries. Nella tesina di maturità si ha la mescolanza di diverse passioni personali (cinematografia, musica, fumettistica, letteratura moderna) e alcune materie scolastiche (Storia, Letteratura, Lingua inglese).
L’idea di questo argomento è nata analizzando lo sviluppo della mia personalità durante il mio iter scolastico e umano, ovvero quando sono passato dall'essere un adolescente, la cui mentalità era stata in gran parte plasmata dalla famiglia e dalla scuola primaria, ad un “essere pensante” che sta prendendo coscienza della realtà che lo circonda.
Il film ed il fumetto di V per Vendetta rappresentano per me, oltre che ad un’ottima pellicola e fonte di citazioni da diverse opere alle quali sto rivolgendo il mio interesse, un monito alle generazioni contemporanee che non devono dimenticare l'orrore delle dittature e anzi, devono trarre spunto dalla storia al fine di essere cittadini migliori e credere in questa era democratica.
Per quanto riguarda l'ambito letterario, sorvolando sulla scelta di un classico come 1984 di G. Orwell, da cui Moore ha dichiarato di aver preso una fortissima ispirazione, la scelta per la mia tesina caduta su di un argomento meno “banale”, ovvero l'umorismo pirandelliano, il cui massimo esempio è quello delle maschere che ogni persona indossa nella quotidianità, trattando principalmente delle “maschere vive”, partendo da questo fatto ho voluto paragonarle al
riconoscimento dell'intera popolazione inglese nel simbolo della maschera di Guy Fawkes che nel film prende i connotati della Vox Populi.


Collegamenti

V per vendetta - Tesina


Letteratura : Luigi Pirandello, le maschere ed il relativismo filosofico.
Storia: Ascesa al potere di Mussolini.
Inglese: From Guy Fawkes to Anonymous and Occupy.
Estratto del documento

Il Film

Ambientato tra il 2019 ed il 2020, V per Vendetta è un'istantanea di un futuro non poi così

lontano.

L'Inghilterra, a seguito di dieci anni di instabilità politica (2005-2015), è governata da un

regime totalitario di matrice conservatrice, il Norsefire (Fuoco Norreno), di cui l'alto

cancelliere Sutler è a capo.

Il popolo inglese, pur di superare la fase di guerra civile di inizio secolo decide di affidare il

potere al partito ultraconservatore, il quale riporta la pace e la tranquillità, al prezzo del

totale controllo della popolazione.

L'opinione pubblica è controllata dai Mass-media di regime, i soggetti potenzialmente

pericolosi vengono preventivamente eliminati tutti, tranne uno, V.

V è un uomo misterioso, V è l'anti-eroe, V è un

fuggitivo, V è un paladino della giustizia personale,

anche se atta al bene comune, lo si conosce solamente

per la sua maschera, non lo si vede mai in volto.

La quotidianità di una Londra assopita da anni di

regime viene sconvolta quando, allo scoccare della

mezzanotte della notte tra il quattro ed il cinque

novembre una fortissima esplosione, corredata di

fuochi d'artificio per rendere il tutto ancora più eclatante, demolisce alla fondamenta il

“Vecchio Bailey” ovvero il tribunale centrale di Londra.

La popolazione assiste sbigottita, e solo due persone al momento dell'esplosione sono

consce di ciò che accade: V, che è l'effettivo esecutore dell'atto, ed Evey, ragazza salvata

pochi minuti prima dalle angherie della polizia segreta del regime.

Essendo l'informazione manipolata dal regime, l'accaduto viene fatto passare come una

demolizione d'emergenza, ma a smentire tutto ciò è lo stesso V lo stesso giorno, infatti,

infiltrandosi nel palazzo della principale emittente nazionale riesce a trasmettere il suo

messaggio alla popolazione, invitandola, ad un anno da quel giorno, a presentarsi innanzi

alla House of Parliament per festeggiare il 5 novembre e siglare la sconfitta del governo nei

confronti del popolo.

Di qui la storia si svolge secondo tre punti di vista:

Quello di V, il quale procede col suo piano di distruzione del regime, eliminando 5

personalità chiave del regime: Lewis Prothero, o meglio, La Voce di Londra, effige della

propaganda di regime e conduttore televisivo; successivamente viene ucciso James

Lilliman, Vescovo di Londra, collaboratore del regime e pedofilo di prim'ordine; viene poi il

turno della dottoressa Delia Surridge, colpevole, anche se pentita, di orribili esperimenti

sugli umani; nel gran finale V riesce ad assassinare il dittatore Sutler ed il suo più stretto

collaboratore, l'investigatore Creedy. IV

Per quanto riguarda il punto di vista della

protagonista femminile Evey, ci permette di

vedere il punto di vista della popolazione

assoggettata, infatti lei stessa vive nella

coscienza di non essere libera, ma sopravvive

reprimendo l'odio nei confronti di un regime

che le ha portato via un fratello ed i genitori,

lasciandola sola al mondo, fino all'incontro con

V. Evey dapprima è titubante nell'intrattenere

rapporti con questo uomo misterioso, che,

dopo “l'attentato” alla EBC (emittente

televisiva del regime) la rapisce per proteggerla dalla polizia segreta, in quanto aiuta

involontariamente V distraendo un poliziotto. Evey cerca di scappare da questa sorta di

sequestro, e, alla prima occasione utile, riesce a fuggire dal nascondiglio di V e rifugiarsi a

casa dell'amico e presentatore televisivo Gordon Deitrich. Quando la polizia segreta irrompe

a casa di Gordon per arrestarlo in quanto diffamatore del regime, Evey fugge, ma viene

improvvisamente presa da un poliziotto appostato ad una delle uscite della casa. Viene così

interrogata sul legame che intercorre tra lei e V, torturata ed imprigionata per quelli che

paiono interi mesi, sino a quando, d'innanzi alla sentenza che decreta la pena di morte, non

tradisce emozione alcuna, viene così a sapere che era tutta una messa in scena, non esisteva

alcuna prigione, era semplicemente in un'ala della residenza di V, il quale ha perpetrato su di

lei le stesse violenze subite durante la prigionia a Lark Hill, rendendola così più forte e

conscia delle crudeltà del regime, le stesse subite dai suoi genitori.

Da quel momento Evey si scopre libera, non solo “dall'amorevole” prigionia del

protagonista, bensì da ogni paura, da ogni condizionamento, si riscopre inoltre innamorata

del suo stesso carceriere, V, nonostante ne conosca solo il carattere e non il vero volto. Evey

rappresenta, come affermato prima, il popolo, e sarà proprio lei a portare a termine il piano

di V, ovvero far esplodere il parlamento Inglese, effige dell'effettiva liberazione del popolo

inglese dalla tirannia.

Il terzo punto di vista, ovvero il “collante” della storia, ci

viene offerto da Eric Finch, ispettore capo di Scotland Yard,

il cui compito è quello di sgominare il pericoloso

“terrorista” V. Indagando sul soggetto, Finch, porta alla luce

il processo che ha fatto si che il Norsefire salisse al potere:

Anni di corruzione, violenze, soprusi, il campo di

concentramento di Lark Hill, la creazione di un virus letale,

la cura fornita dalla causa farmaceutica creata ad hoc dal

partito, i suoi esponenti che si arricchiscono in maniera scandalosa. L'ispettore riesce a dare

un senso agli omicidi perpetrati dal protagonisti: Prothero durante gli anni della guerra civile

era a capo del campo di prigionia e sperimentazione di Lark Hill; Il Vescovo Lilliman era il

cappellano del campo, rappresenta il tacito consenso della chiesa e la corruzione di questa;

la dottoressa Surridge, nonostante il suo pentimento, è colpevole della creazione del virus

letale utilizzato dal partito per ottenere il potere. Finch finisce così a stare dalla parte di V, e,

nonostante ne abbia la possibilità, non blocca il piano che porta alla distruzione del

V

parlamento.

Si arriva così al 5 Novembre 2020, V porta a termine la sua missione, riesce ad uccidere

Suttler e Creedy e,ormai morente a causa delle ferite riportate nella scontro a fuoco con

quest'ultimo, lascia nelle mani di Evey la decisione di far partire il treno carico di esplosivi

da far detonare nella stazione della metro sottostante alla House of Parliament. Il film

termina con l'esplosione del palazzo ed una folla di londinesi vestiti come V che assistono

all'alba di una nuova era di libertà e democrazia.

Il trailer del film

VI

Evey: “Chi sei?”

V: “Chi è solo la forma conseguente alla funzione,

ma ciò che sono è un uomo in maschera”

Evey: “Ah, questo lo vedo”

V: “Certo, non metto in dubbio le tue capacità di

osservazione. Sto semplicemente sottolineando il

paradosso costituito dal chiedere ad un uomo in

maschera chi egli sia.”

[Dialogo tra V ed Evey]

VII

Letteratura

Il contrasto tra Volto e Maschera ed il Relativismo Psicologico

Ciò che colpisce del personaggio principale del film, a prima vista, è il suo presentarsi

misterioso, egli infatti, è vestito di nero, si muove nell'ombra, lontano da gran parte della

società ma, sopratutto, indossa una maschera, quella di Guy Fawkes, il cospiratore che il 5

novembre 1605 cercò di far esplodere il parlamento inglese nella famosa congiura delle

polveri.

Perchè V cela il suo volto dietro ad una maschera?

Perchè vuole nascondere la sua identità? Per

nascondere le malformazioni causate dal rogo di

Lark Hill? Per paura? Niente di tutto ciò.

Indossando la maschera egli si incarna in Guy

Fawkes, anche se con fini diversi: Il cospiratore,

vissuto a cavallo tra il sedicesimo ed il

diciassettesimo secolo, voleva dimostrare che la

comunità cattolica non avrebbe mai accettato

l'intolleranza nei suoi confronti di Re Giacomo I,

V invece vuole risvegliare gli animi assopiti dei

cittadini ed incitarli alla ribellione verso il regime.

Due personaggi diversi, lontani nel tempo, ma con

un unico obbiettivo: il parlamento.

Il fine di V va al di là della Vendetta personale,

per tutto ciò che si è trovato a subire nel campo di

prigionia e sperimentazione. Dietro la sua

maschera c'è più di un uomo, dietro la sua maschera vive l'ideale supremo: la libertà.

Pertanto il personaggio si connota per le caratteristiche dell'idea e non per quelle del proprio

essere, infatti nella sua visione di libertà, i fini giustificano i mezzi. In un primo momento si

presenta agli occhi della società come un assassino, un terrorista, un uomo violento ed

ambiguo, nel profondo sono caratteristiche dovute alla prigionia ed alle torture fisiche e

psicologiche, ma allo stesso tempo è un uomo colto e raffinato, che fa propri i valori della

libertà e degli ideali democratici.

Con il sostegno della letteratura troviamo una chiave di lettura del personaggio in un aspetto

della poetica di Luigi Pirandello (Agrigento, 1867 – Roma, 1936), ovvero il contrasto tra

volto e maschera.

VIII

Pirandello elabora la sua poetica, l'umorismo, tra il 1904

(data di pubblicazione de “Il fu Mattia Pascal”) ed il 1908

( con la stesura del saggio L'”Umorismo”), sotto la forte

influenza di maestri come Cervantes e Sterne, oltre che dello

studioso di psicologia A. Binet.

La definizione pirandelliana dell'umorismo nasce dal

“contrasto” tra le due opere sopraccitate: ne l'”Umorismo”

infatti, l'autore si appella all'eternità di questo fattore, ovvero

cercando riscontro nell'arte antica, mentre nelle due

prefazioni de “Il fu Mattia Pascal” introduce la visione

dell'elemento umoristico storico,dandogli una connotazione

moderna; ecco che si può affermare che la sua poetica oscilli tra questi due fattori.

L'autore considera, per quanto riguarda l'eternità umoristica, il modo di vivere umano in un

mondo privo di senso, dettato da auto-illusioni e falsi cerimoniali consciamente introdotti, i

quali scandiscono l'esistenza dell'individuo col fine di dare un senso a questa. Prendendo in

considerazione invece la concezione storica, Pirandello si avvicina all'idea che l'umorismo

sia nato a seguito della modernità, con l'abbandono dell'antropocentrismo, l'essere umano

infatti risente dell'abbandono della visione focalizzata su di esso e la terra, per una rivolta

allo spazio infinito ed inconoscibile, mettendo così in crisi ogni antico valore, credo o

ideologia, creando frustrazione. L'uomo adotta i suddetti rituali ed auto-illusioni non più

come mezzi per determinare il senso dell'esistenza, bensì per mistificare la visione

antropocentrica e lenire il nichilismo che lo affligge.

Pirandello si avvicina così alla visione del relativismo filosofico , il quale mette in

discussione alcuni dei criteri basilari del positivismo e del romanticismo, ovvero la verità

oggettiva e quella soggettiva, e pone quindi in discussione la nozione stessa di verità.

Come precedentemente affermato, Pirandello afferma che l'uomo crea autoinganni ed

illusioni, cerimoniali ed istituzioni, al fine di conferire un significato a quell'esistenza che,

da sola, ne risulterebbe priva. Gli uomini subordinano la vita alla forma, ovvero l'individuo

vive di questi autoinganni, segue le leggi che si impone, bloccando così l'essenza anarchica

della vita, considerata come forza oscura e profonda che irrompe quando l'individuo si

estranea da quei meccanismi sociali dettati dalla forma (la malattia, il sonno, la solitudine),

reprimendo così anche i più basilari bisogni vitali.

Vivendo nella formalità, l'essere umano non appare più come soggetto integro, che si

abbandona alle necessità dettate dai suddetti impulsi vitali, egli invece si auto confina nei

limiti imposti dalla concezione formale, diventando perciò una maschera, ovvero un

personaggio, un attore che recita nelle forme che la società richiede e che il soggetto si

impone attraverso quelle illusioni che sono diventate valori morali, riducendo così la società

non più ad un insieme libero di persone, bensì un sistema organizzato di personaggi.

L'individuo ha quindi due scelte fondamentale innanzi a sé: vivere nel completo

assoggettamento al sistema, preferendo l'incoscienza , l'ipocrisia, la passività, rimanendo

una maschera, oppure vivere consapevolmente ed amaramente la formalità, nella

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